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  • Martedì 29 aprile 2014

Il declino dei quotidiani americani

I ricavi dalla pubblicità su carta non sono mai stati così bassi, spiega Slate, e quelli digitali sembrano crescere pochissimo

di Jordan Weissmann - Slate

A newsstand in Omaha, Neb., November 1938 (AP Photo/Office of War Information, John Vachon)
A newsstand in Omaha, Neb., November 1938 (AP Photo/Office of War Information, John Vachon)

Ecco un rapido promemoria per ricordarsi che, malgrado le formule eccitate che abbiamo sentito sulle grandi imprese editoriali nell’ultimo anno circa, la maggior parte dei giornali americani è tuttora in caduta libera. Sul blog Carpe Diem dell’American Enterprise Institute, Mark J. Perry mostra che i ricavi pubblicitari della carta stampata sono oggi i più bassi dal 1950, quando la Newspaper Association of America cominciò a registrare il dato. Ed era il 1950, quando la popolazione degli Stati Uniti era meno della metà di quella attuale e la sua economia valeva un settimo dell’attuale. Il fatturato è sceso del 50 per cento solo negli ultimi cinque anni.

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«Il drammatico declino nei ricavi pubblicitari dei giornali dal 2000 costituisce una delle più profonde e significative ondate schumpeteriane di distruzione creativa dell’ultimo decennio», scrive Perry.
Eppure il grafico potrebbe sottovalutare l’orrore delle finanze dei giornali americani nell’ultimo anno. Il problema non è ormai che la crescita di ricavi pubblicitari digitali non può rimpiazzare con sufficiente rapidità i ricavi che spariscono dalla carta; il problema è che i ricavi pubblicitari digitali praticamente non crescono.

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Newspaper Association of America

E se i ricavi delle vendite crescono, questa crescita è probabilmente concentrata solo nei grandi quotidiani nazionali come il New York Times, che sono riusciti a costruire dei paywall per i loro siti. Il Times ha oggi 799mila abbonati solo online, e questo ha aiutato i suoi bilanci trimestrali a crescere anno dopo anno. Ma i quotidiani locali meno diffusi non hanno avuto lo stesso successo nel convincere i loro lettori a pagare. Il San Francisco Chronicle, per esempio, ha abbandonato il paywall dopo appena quattro mesi.

Quindi ricordate: per quanto una manciata di startup giornalistiche come Vox possano attirare l’attenzione degli addetti ai lavori di questi tempi, i giornali tradizionali stanno prosciugando i ricavi e tagliando le redazioni all’osso. Non è bello. E non è detto che ci si possa fare molto.

@ Slate 2014