7 osservatori OSCE ancora ostaggi in Ucraina
Dopo tre giorni di prigionia, domenica uno degli osservatori internazionali sequestrati è stato liberato dai filorussi a Sloviansk: ma per gli altri non si sa come andrà a finire
Domenica 27 aprile è stato liberato uno degli otto osservatori dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), sequestrati quattro giorni fa nell’Ucraina orientale da alcuni separatisti armati filorussi. Un portavoce del gruppo ha spiegato che l’ostaggio è stato liberato perché aveva alcuni problemi di salute, legati a una leggera forma di diabete, mentre ha confermato che le altre sette persone rimarranno sotto sequestro. Durante una conferenza stampa a Sloviansk, i separatisti hanno mostrato i sette osservatori e uno di loro ha potuto confermare di avere ricevuto un trattamento dignitoso, senza subire violenze.
L’OSCE è una organizzazione internazionale che si occupa di promuovere pace, giustizia e cooperazione in Europa, con la collaborazione di diversi stati anche extraeuropei. Gli otto osservatori, non armati, erano stati inviati per verificare che fossero rispettati gli accordi raggiunti nelle ultime settimane tra la Russia, l’Ucraina e il resto della comunità internazionale per allentare le tensioni nell’Ucraina orientale, dove dopo il passaggio della Crimea alla Russia ci sono state molte iniziative a sostegno dell’indipendentismo, dietro alle quali si sospetta ci sia il governo russo. Gli accordi prevedono che i palazzi amministrativi nelle città dall’Ucraina orientale occupati dai filorussi siano restituiti al controllo del governo ucraino, ma per ora questa condizione non è stata rispettata.
Stando alle ricostruzioni, alcune confuse, gli otto osservatori stavano viaggiando su un pulmino quando sono stati fermati da un gruppo di filorussi armati nella zona di Sloviansk, piccola città che da alcune settimane è diventata il centro del separatismo filorusso nell’Ucraina orientale. Secondo l’autoproclamato sindaco della città, Vyacheslav Ponomarev, uno dei passeggeri era in possesso di alcune mappe su cui erano segnati i checkpoint allestiti dai separatisti nella zona, per tenere sotto controllo gli spostamenti di cose e di persone nelle aree occupate. I filorussi hanno sequestrato gli otto membri dell’OSCE accusandoli di essere spie della NATO.
Oltre allo svedese liberato domenica, del gruppo fanno parte quattro tedeschi, un ceco, un danese e un polacco. La loro missione era coordinata dalla Germania e guidata sul posto dal colonnello Axel Schneider. Durante la conferenza stampa di domenica, Schneider ha spiegato di avere passato la prima notte del sequestro in una cantina insieme agli altri sette osservatori. Successivamente i filorussi hanno trovato una sistemazione più adatta per i loro prigionieri. Schneider ha spiegato di non avere “alcuna informazione su quando potremo tornare a casa nei nostri paesi: speriamo dal profondo del cuore di potere tornare il prima possibile”. Sul posto sono al lavoro alcuni negoziatori dell’OSCE per provare a risolvere la situazione.
Il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, domenica ha diffuso un comunicato nel quale ha definito “rivoltante” la scelta dei sequestratori di mostrare in pubblico i loro ostaggi per dimostrare il successo della loro operazione. Secondo Steinmeier, la vicenda “lede con ogni evidenza la dignità della vittime”. Il ministro ha poi invitato il governo russo a fare pressioni nei confronti del gruppo di separatisti per ottenere il prima possibile la liberazione dei sette osservatori ancora sotto sequestro. I filorussi li hanno definiti prigionieri di guerra e dicono di essere disposti a liberarli solo nel caso di uno scambio di prigionieri con alcuni loro compagni arrestati dalle forze di sicurezza ucraine.
Le tensioni e le iniziative dei separatisti filorussi proseguono intanto in altre città dell’Ucraina orientale. Domenica a Donetsk c’è stata una manifestazione davanti alla sede di una televisione locale, cui hanno partecipato circa 400 persone a favore dell’annessione della regione alla Russia. Hanno urlato slogan chiedendo un referendum analogo a quello organizzato il mese scorso in Crimea, mentre alcuni uomini armati sono entrati all’interno della sede della televisione per ordinare la trasmissione di programmi russi al posto della normale programmazione.
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha proposto all’Unione Europea di applicare nuove sanzioni economiche nei confronti della Russia, accusata di sostenere più o meno indirettamente le attività dei separatisti in Ucraina dell’est, come aveva già fatto in precedenza in Crimea. A partire da lunedì, il governo statunitense aggiungerà una nuova serie di nomi alla propria lista di persone e organizzazioni vicine al governo russo e a Vladimir Putin verso le quali applicare le sanzioni. L’Unione Europea dovrebbe fare altrettanto, ma ci si aspetta che insieme con gli Stati Uniti concordi un piano più ampio per sanzionare più efficacemente la Russia.