Eartha Kitt e il suo “glamour”
Un nuovo libro illustrato è dedicato al fascino degli afroamericani fascinosi, a cominciare da una che conoscono in pochi
Nichelle Gainer è una scrittrice e giornalista americana che racconta di essersi appassionata alle foto di personaggi che esprimono una storia del “glamour” afroamericano nel corso della storia, trovando molte immagini durante le sue ricerche e pubblicandole via via su un Tumblr: personaggi famosi e meno famosi, in immagini di notevole fascino. La raccolta adesso sta diventando un libro, sulla cui copertina c’è una delle belle foto di Eartha Kitt che il libro contiene.
Eartha Kitt, che è morta nel 2008 a quasi 82 anni, fu un simbolo di bellezza afroamericana ricercata da riviste e fotografi più di quanto sia rimasta nella storia dello spettacolo e nella popolarità contemporanea. Non è molto nota oggi, ancora meno fuori dagli Stati Uniti. Kitt era nata nel 1927 in South Carolina in una condizione di povertà e grandi difficoltà. Cominciò a cantare molto giovane e a vent’anni girava l’Europa cantando nei locali, e imparando a parlare e cantare in molte lingue (anche in Italiano, e nel 1968 sarebbe stata al Festival di Sanremo con Peppino Gagliardi). Poi fu arruolata da Orson Welles a recitare in teatro con lui e negli anni Cinquanta lavorò in film e cose teatrali, ma soprattutto continuò a cantare ed ebbe il maggiore successo con la canzone “Santa Baby” (1953).
Una nuova grande popolarità la ottenne facendo Catwoman nella serie televisiva su Batman, tra il 1966 e il 1968. Nel 1968, a un pranzo alla Casa Bianca ospite della presidenza Johnson, Kitt disse cose molto severe contro la guerra in Vietnam, schierandosi dalla parte di chi protestava e dei giovani americani che vi morivano, e per questo fu molto criticata e la sua carriera ne ebbe conseguenze. Ma tornò di gran culto dalla seconda metà degli anni Settanta, con alcuni nuovi successi nella musica disco.
Eartha Kitt continuò a lavorare nello spettacolo, impegnandosi sempre su temi sociali come il pacifismo e la difesa dei diritti delle minoranze – soprattutto omosessuali – fino a poco prima di morire, nel 2008.