Sconfinamenti e sequestri in Ucraina
Aerei militari russi hanno violato lo spazio aereo ucraino diverse volte negli ultimi due giorni, mentre i mediatori OSCE sono ancora in mano alle milizie filorusse di Sloviansk
Venerdì 25 aprile il portavoce del dipartimento della Difesa statunitense, il colonnello Steven Warren, ha detto che aerei militari russi sono entrati nello spazio aereo dell’Ucraina diverse volte nelle ultime 24 ore. Warren non ha dato altri dettagli alla stampa, ma ha ribadito che il governo russo deve fare «immediatamente dei passi per diminuire la tensione» che negli ultimi giorni è salita molto soprattutto nella regione di Donetsk, in Ucraina orientale. Sabato il primo ministro ucraino, Arseniy Yatsenyuk, ha detto che venerdì notte aerei militari russi hanno violato sette volte lo spazio aereo ucraino. Il segretario della Difesa americano, Chuck Hagel, aveva parlato poco prima della situazione al confine tra Russia e Ucraina: due giorni fa il presidente russo Vladimir Putin aveva annunciato l’inizio di grandi esercitazioni militari poco lontano dal territorio ucraino. Ieri Hagel ha descritto la situazione come “pericolosamente destabilizzante” e “molto provocatoria”.
In Ucraina orientale, e soprattutto nella regione di Donetsk, la situazione continua a essere molto complicata. A Sloviansk, piccola città che negli ultimi giorni è diventata il centro del separatismo filorusso, l’autoproclamato sindaco Vyacheslav Ponomarev – un militare filorusso la cui identità è un «mistero per chiunque» – continua a chiedere l’intervento di “forze di peacekeeping” russe per difendere la città dagli attacchi dei soldati ucraini. Giovedì il governo ucraino aveva iniziato proprio qui la sua operazione “anti-terrorismo”, che però era stata sospesa dopo gli scontri a un checkpoint a nord di Sloviansk, in cui erano rimasti uccisi cinque filorussi.
Venerdì il ministro degli Interni ad interim ucraino, Arsen Avakov, ha detto che a Sloviansk alcuni separatisti armati hanno sequestrato degli osservatori dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), dopo avere fermato l’autobus su cui stavano viaggiando. La loro missione era coordinata da alcuni funzionari tedeschi: il governo di Berlino ha confermato ieri di avere perso i contatti con il gruppo nei pressi di Sloviansk. Il sequestro è stato confermato dallo stesso Ponomarev, che ha detto che almeno uno dei passeggeri dell’autobus trasportava delle mappe con sopra indicati i checkpoint dei separatisti presenti nell’area: questo, secondo Ponomarev, dimostrerebbe “il loro coinvolgimento in attività di spionaggio”. Sabato l’inviato russo all’OSCE, Andrei Kelin, ha promesso che il suo governo farà “tutto il possibile” per liberare gli osservatori dell’organizzazione. L’Ucraina crede però che la Russia sia coinvolta nel sequestro: il Servizio di sicurezza ucraino ha detto che il rapimento degli osservatori OSCE è stato compiuto dai separatisti filorussi con l’appoggio del governo di Mosca. I filorussi starebbero pensando di usare i sequestrati come “scudi umani”.
Sabato mattina il G7 – i paesi sviluppati con la ricchezza netta più grande al mondo: Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Canada e Stati Uniti – hanno diffuso un comunicato sulla grave e preoccupante crisi in Ucraina, dicendo di avere trovato un accordo per ulteriori sanzioni alla Russia. Le sanzioni non sono state ancora decise: il comunicato si limita a dire che verranno adottate “con urgenza”, anche se diverse fonti anonime citate da alcuni siti di news dicono che la decisione verrà presa lunedì.
Secondo alcune fonti sentite da Reuters, l’Unione Europea dovrebbe indicare i nomi di 15 persone responsabili delle rivolte in Ucraina ed estendere anche a loro le sanzioni già in precedenza adottate contro individui di nazionalità russa e ucraina. Ci si aspetta che anche gli Stati Uniti approvino nuove sanzioni sia contro individui che contro enti specifici molto vicini al presidente russo Vladimir Putin. Reuters dice che – come già successo in passato – le sanzioni europee saranno più legate ai fatti che stanno succedendo in Ucraina, mentre quelle americane si concentreranno di più a colpire esponenti del governo e dell’economia russi stretti alleati di Putin. I problemi per l’Unione Europea rimangono le divisioni tra i paesi membri: alcuni Stati, tra cui l’Italia, la Francia, la Spagna, la Germania e il Regno Unito, hanno legami economici piuttosto importanti con la Russia, e si oppongono a sanzioni più drastiche.