Colossi contemporanei
Fabrice Fouillet ha fotografato una serie di giganteschi monumenti in giro per il mondo, ma da un'angolazione “diversa”, per rendere meglio il loro aspetto nel contesto in cui sono stati costruiti
Il fotografo francese Fabrice Fouillet ha dedicato un progetto chiamato “Colosses” a una serie di monumenti situati in diverse parti del mondo che, per dimensioni della struttura (spesso abnorme) e per natura dell’ambiente in cui sono stati costruiti, creano uno scenario particolarmente suggestivo. I monumenti fotografati sono quasi sempre legati a motivi politici, religiosi o ideologici, sono diventati dei simboli per la comunità e riflettono – per usare le parole di Fouillet – il bisogno umano di “costruire dichiarazioni gigantesche”.
Più che ai monumenti in sé Fouillet ha spiegato di essere interessato al modo in cui interagiscono con l’ambiente circostante: «Come possono adattarsi al paesaggio, nonostante le loro dimensioni esagerate e le loro fondamentali funzioni simboliche e di tradizione?». Per questo motivo, per scattare le fotografie, Fouillet ha scelto delle angolazioni “diverse”, “laterali”, “distaccate”, che rendessero non soltanto le dimensioni dei monumenti ma la loro apparenza per quelli che si trovano al di fuori del luogo turistico o religioso in cui i monumenti sono stati costruiti. «Questo distacco mi ha permesso di offrire una visuale più ampia del paesaggio, e di collocare i monumenti in una dimensione più contemporanea», ha detto Fouillet.
Le persone non appaiono molto, in “Colosses”, ma quando si vedono danno la possibilità di comprendere le reali dimensioni dei monumenti. La maggior parte di quelli fotografati si trovano in Asia e sono rappresentazioni di Buddha, ma c’è anche il Monumento alla Rinascita africana – a Dakar, in Senegal –, che è una gigantesca statua di bronzo alta 50 metri, costruita nel 2010 dal Mansudae Art Studio, il più importante laboratorio artistico della Corea del Nord (generò grandi polemiche il fatto che le tre figure umane rappresentate non avessero per niente le fattezze della popolazione africana, ed è una lunga storia anche questa).
In passato Fouillet lavorò a un altro interessante progetto, “Corpus Christi”, che documentava in maniera rigorosa l’estetica architettonica di alcune chiese costruite tra gli anni Cinquanta e Sessanta.