Nuovi guai in Ucraina dell’est
La tregua è finita: nella regione di Donetsk un politico è stato torturato a morte e un giornalista americano è stato sequestrato dai filorussi
Oleksandr Turchynov, il presidente dell’Ucraina, ha chiesto oggi la ripresa delle operazioni di sgombero delle milizie filorusse nell’est dell’Ucraina, dopo la tregua concordata nei giorni precedenti in occasione della Pasqua. Turchynov ha anche annunciato il ritrovamento del corpo di Vladimir Rybak, un membro del consiglio comunale di Gorlovka, una città a 40 chilometri a nord di Donetsk, nell’Ucraina orientale. Turchynov ha spiegato che Rybak è stato «torturato a morte» assieme a un altro uomo: entrambi i corpi sono stati trovati a Sloviansk, una delle otto città dell’Ucraina orientale in cui i filorussi hanno occupato degli edifici governativi e in cui domenica scorsa si era verificata una sparatoria nella quale erano morte almeno tre persone.
Il Washington Post aveva scritto di Rybak quattro giorni fa, raccontando che aveva criticato i separatisti filorussi e che nei giorni scorsi aveva tolto la bandiera della cosiddetta “Repubblica di Donetsk” dal municipio di Gorlovka e l’aveva sostituita con la bandiera ucraina: secondo il racconto di sua moglie in seguito a ciò sarebbe stato inseguito e poi rapito da alcuni uomini a volto coperto. Dopo l’annuncio del ritrovamento del suo corpo, Turchynov ha aggiunto che «i terroristi che hanno preso il controllo dell’intera regione di Donetsk sono ormai andati troppo oltre».
Poco fa, inoltre, è circolata la notizia del rapimento di Simon Ostrovsky, giornalista americano di VICE, da parte di alcune milizie che hanno preso il controllo di Sloviansk. Vyacheslav Ponomarev, un militare filorusso che si è autoproclamato “sindaco della gente”, ha confermato che Ostrovsky è stato preso in custodia da loro ma che «sta bene, non è in ostaggio e si sta occupando del proprio lavoro». Secondo Associated Press, inoltre, l’identità di Ponomarev – che ha destituito qualche giorno fa il sindaco Nelya Shtepa – «è un mistero per chiunque». Secondo quanto raccontato dallo stesso Ponomarev, dopo la caduta dell’Unione Sovietica ha militato in alcuni reparti delle forze speciali ed attualmente possiede un’azienda che produce saponi. È infine di oggi la notizia che un tribunale ucraino ha ordinato il sequestro di una raffineria di petrolio a Odessa, sul Mar Nero, che una società aveva acquistato nel 2013 da una banca russa e che era ferma dallo scorso febbraio. Il Ministero degli Interni ucraino non ha però fornito molti dettagli sull’operazione del sequestro, citando semplicemente un’indagine per frode. L’agenzia di stampa Reuters sostiene che il sequestro sia avvenuto perché la raffineria non possa rientrare nel conflitto tra i due paesi.
Tutti questi avvenimenti, assieme a quelli degli ultimi due giorni mostrano l’ormai grande fragilità dall’accordo di Ginevra, firmato giovedì 17 aprile da Ucraina, Russia, Stati Uniti e Unione Europea, al termine del primo incontro diretto tra le quattro parti dall’inizio della crisi. L’accordo prevedeva il disarmo delle milizie che operano nell’Ucraina orientale, lo sgombero dei palazzi del governo, la concessione di un’amnistia per i separatisti che non hanno commesso crimini troppo gravi e la concessione, da parte del governo ucraino, di maggiore autonomia alle regioni orientali. Il vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden si trova in questo momento in Ucraina, per aiutare a risolvere la situazione per via diplomatica.
(foto: KIRILL KUDRYAVTSEV/AFP/Getty Images)