Più di 100 morti recuperati dalla Sewol
Le ricerche nel relitto della nave sudcoreana affondata la settimana scorsa continuano: i dispersi sono ancora più di 200
Nella mattina di martedì 22 aprile, le squadre di ricerca che da quasi una settimana stanno lavorando nel tratto di mare sudcoreano dove mercoledì scorso è affondata la nave Sewol hanno recuperato i corpi di altri 21 passeggeri. Le persone morte nel naufragio sono per ora ufficialmente 108, ma ci sono ancora circa 200 persone disperse ed è quindi probabile che il numero complessivo continuerà ad aumentare nelle prossime ore, man mano che i sommozzatori raggiungono nuove aree della nave, ormai completamente sommersa.
La nave era in viaggio dal porto nord-occidentale di Incheon verso l’isola di Jeju, che si trova nel sud, oltre la penisola coreana. Stava trasportando 476 persone, per lo più studenti di una scuola superiore vicino a Seul. Solamente 174 persone sono state messe in salvo nelle ore subito dopo il naufragio, cosa che ha generato molte critiche nei confronti di chi ha gestito l’emergenza, soprattutto da parte dei familiari dei passeggeri dispersi.
Le ricerche delle persone in mare sono state complicate dal brutto tempo e dalle forti correnti sottomarine, che hanno sollevato per giorni il fondale limaccioso riducendo di molto la visibilità per i sommozzatori. Il tempo è migliorato nelle ultime ore e secondo le previsioni dovrebbe permettere di sveltire le operazioni di ricerca. Le squadre di subacquei si stanno occupando del terzo e del quarto piano della nave, mentre decine di barche tengono sotto controllo la zona, per evitare che alcuni corpi possano essere trascinati alla deriva dalle correnti. Alle ricerche dentro e intorno alla Sewol partecipano 550 soccorritori, 212 navi e 34 aerei da ricognizione.
Alcune grandi gru galleggianti sono state portate nel tratto di mare del naufragio. Serviranno per sollevare la Sewol, ma solo in un secondo momento: prima chi conduce le ricerche vuole essere sicuro che nella nave non ci siano persone sopravvissute, magari grazie ad alcune sacche d’aria. A distanza di quasi una settimana dall’incidente è molto improbabile, ma nessuno vuole correre ulteriori rischi.
Sull’isola di Jindo, poco distante dal punto in cui si è verificato l’incidente in mare, centinaia di parenti dei passeggeri attendono da giorni notizie. Hanno chiesto alle autorità di accelerare le operazioni di recupero e criticato la gestione complessiva dell’emergenza. I medici legali hanno avviato test del DNA per il riconoscimento di alcuni dei corpi ritrovati nella nave.
Non è ancora chiaro che cosa abbia causato l’affondamento della Sewol. Stando alle ricostruzioni circolate fino a ora, sembra che al momento dell’incidente al timone non ci fosse il capitano della nave, ma un terzo ufficiale di 26 anni e con scarsa esperienza. L’imbarcazione avrebbe fatto una manovra azzardata, sbilanciando il carico che stava trasportando (automobili e container) e finendo con l’inclinarsi vistosamente. Nei minuti seguenti ha iniziato a imbarcare acqua e in un paio di ore è affondata.