Il primo mese russo della Crimea
Il New York Times racconta com'è la vita dei cittadini diventati improvvisamente russi da ucraini che erano: complicata
Da circa un mese la Crimea fa parte della Russia, almeno secondo l’esito del discusso referendum tenuto il 16 marzo scorso nella penisola un tempo parte dell’Ucraina e secondo la ratifica del parlamento russo. Mentre le tensioni internazionali tra Russia e Ucraina, e tra Russia e altri paesi, proseguono e sembrano aggravarsi, in Crimea il cambiamento è stato repentino e con molte conseguenze pratiche, spesso poco piacevoli, per la popolazione. Dal punto di vista amministrativo e burocratico la Crimea è “in uno stato di confusione perpetua”, scrive il New York Times. Le banche sono chiuse, così come lo sono i tribunali, gli uffici del catasto e gli uffici di numerose società straniere. I problemi riguardano anche le importazioni di cibo e di altri beni, per i quali non si sa quando si potrà tornare alla normalità.
I problemi più seri riguardano la transizione dal punto di vista burocratico da regione di uno stato, l’Ucraina, a quella di un altro, la Russia. Gli abitanti della Crimea hanno bisogno di cambiare le targhe alle loro automobili, le assicurazioni, i documenti scolastici per i loro figli, le ricette mediche passate sotto un diverso sistema sanitario – almeno formalmente, e i passaporti per potere andare all’estero. Ogni giorno migliaia di persone si mettono in fila fuori dagli uffici pubblici, ora gestiti dai russi, per cambiare i loro documenti. Nella maggior parte dei casi sono necessarie settimane prima di potere ottenere la documentazione richiesta, spiega sempre il New York Times.
Agli aspetti burocratici si affiancano quelli, più inquietanti, del modo con cui viene gestita la sicurezza nelle città della Crimea. Per strada ci si imbatte spesso in “squadre di autodifesa” composte da miliziani senza un preciso mandato, che pretendono di mantenere a loro modo la sicurezza nei luoghi pubblici, a cominciare dalle stazioni e dai punti di controllo lungo le strade principali. Attivisti politici, oppositori del passaggio alla Russia e omosessuali sono tra le persone che più temono la presenza di questi gruppi organizzati, che spesso agiscono senza nessun controllo.
L’annessione alla Russia è avvenuta in poche settimane ed è stato praticamente impossibile pianificare qualsiasi attività per rendere meno traumatico il periodo di transizione. Diversi analisti stimano che saranno necessari almeno due o tre anni per completare il passaggio sotto il governo russo. Yelena Yurchenko, ministro del Turismo in Crimea respinge le critiche che stanno circolando in questi giorni sulla grande confusione nella penisola: «Sciocchezze! Si tratta di piccoli problemi che possono essere risolti man mano che si presentano. Potrebbero essere al massimo un problema per le persone più pigre che non vogliono che si facciano passi avanti». Secondo Yurchenko il passaggio alla Russia costituisce una grande opportunità per la Crimea anche a livello economico. Nel paese sono presenti decine di funzionari arrivati dalla Russia per fare corsi di aggiornamento, spiegare come funzionano le leggi russe e dare consulenze.
Molti abitanti di Sinferopoli, la capitale della Crimea, hanno spiegato al New York Times di vivere in un perpetuo stato di incertezza su quasi tutti gli aspetti della loro vita, e di non sapere sempre a chi rivolgersi per risolvere i loro problemi. Tra questi ci sono anche i continui cambiamenti per quanto riguarda le importazioni di cibo e di altri beni. Formaggi e carne di maiale non possono più essere importati dall’Ucraina, e il controllo dei confini con le nuove regole russe sta portando alla scomparsa di diversi prodotti che di solito si trovavano nei supermercati. Negozi di alimentari e per la ristorazione gestiti da multinazionali come McDonald’s e Metro hanno chiuso, perché non arrivano le materie prime e i semilavorati. Le società non vogliono inoltre rischiare di essere sanzionate per il fatto di essere attive in un territorio che per ora è almeno formalmente conteso tra due stati.
Un altro problema sono i voli: sono stati cancellati tutti, tranne quelli che dalla Crimea portano verso la Russia. E con l’annessione l’ora locale è stata spostata avanti per essere uguale a quella di Mosca, ma per esempio i cellulari lasciati sull’impostazione dell’ora automatica tornano da soli a quella di Kiev, perché non sono stati fatti i necessari aggiornamenti sulla rete cellulare.
Per risolvere il problema delle banche della Crimea chiuse e non funzionanti, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato la settimana scorsa che entro un mese saranno aperte nuove filiali di banche russe. Alcune agenzie esistevano già prima dell’annessione e sono attive, ma per poterci andare bisogna fare ore di coda perché sono molto affollate.
Ufficialmente, il periodo di transizione verso la gestione burocratica e amministrativa da parte della Russia terminerà il primo gennaio 2015. La Russia prevede una spesa intorno ai 2 miliardi di euro per l’intera operazione, ma secondo gli analisti i costi saranno molto più alti. Tra le promesse ci sono un aumento delle pensioni e numerosi investimenti per la realizzazione di nuove infrastrutture.