Le fotografie di Chris Hondros
Cioè di uno dei più famosi fotografi di guerra, ucciso in Libia dall'esercito del colonnello Gheddafi tre anni fa: le sue foto saranno raccolte nel libro Testament
Il 20 aprile del 2011, tre anni fa, il fotografo Chris Hondros è morto a Misurata, in Libia, a causa delle ferite riportate dopo essere stato colpito da un colpo di mortaio sparato dalle truppe fedeli al colonnello Mu’ammar Gheddafi (qui avevamo raccolto le sue più belle fotografie fatte in Libia). Quando fu ferito, Hondros aveva 41 anni ed era uno dei più famosi e premiati fotografi di guerra al mondo. Tre anni dopo la sua morte powerHouse Books ha pubblicato Testament, un libro che raccoglie alcune delle fotografie e dei testi realizzati da Hondros nei principali conflitti dalla fine degli anni Novanta fino alla guerra civile in Libia.
Hondros nacque a New York nel 1970: i suoi genitori se n’erano andati dall’Europa durante la Seconda Guerra Mondiale, quando ancora erano bambini. Hondros passò parte della sua infanzia a Fayetteville, North Carolina, dove lavorò come fotografo per alcuni giornali locali. Negli anni Novanta si trasferì a New York e cominciò a lavorare per l’agenzia fotografica Getty Images. Dal 1999, con la guerra in Kosovo, cominciò a seguire per l’agenzia tutti i principali conflitti, tra cui Angola, Sierra Leone, Afghanistan, Kashmir, Cisgiordania, Iraq e Liberia. Nella sua carriera Hondros vinse numerosi premi e grazie al suo lavoro durante la guerra civile in Liberia ricevette una candidatura al premio Pulitzer. Nel 2007 vinse la medaglia d’oro Robert Capa per i suoi servizi in Iraq del 2005. In quel periodo Hondros scattò una delle fotografie più famose della sua carriera, quella di Samar Hassan, una bambina irachena di cinque anni: Hondros fotografò Samar pochi istanti dopo che la sua famiglia era stata uccisa per errore a un posto di blocco americano nella città irachena di Tal Afar (qui avevamo raccontato la storia della fotografia).
Testament è stato curato, tra gli altri, da Sandy Ciric dell’agenzia Getty, che per 11 anni ha lavorato come editor di Hondros. Ciric ha raccontato in un’intervista a Slate che preparare il libro è stato un compito difficile: «Volevamo trasmettere la voce di Chris e la sua incredibile capacità di raccontare storie sia attraverso i testi che attraverso le fotografie. Sapevamo anche quali immagini erano importanti per lui e abbiamo dovuto bilanciare il desiderio di includerle tutte con la necessità di mantenere il racconto entro i suoi binari». Lo scopo di Testament, ha spiegato Ciric, è quello di funzionare come una “sinfonia”, dove cioè: «ogni immagine partecipa a creare un viaggio attraverso quello che Chris ha testimoniato e contribuisce a mostrare il mondo attraverso i suoi occhi. Spero che Testament onori la memoria di Chris e rifletta la sua gentilezza, il suo talento e la sua intelligenza».