Cosa è successo oggi col traghetto sudcoreano
Il capitano è stato arrestato con l'accusa di "negligenza", sono stati recuperati 32 corpi, ci sono ancora 270 dispersi, e le operazioni di recupero potrebbero durare altri due mesi
Le autorità sudcoreane hanno annunciato di aver arrestato nelle prime ore di sabato 19 aprile il capitano e altri due membri dell’equipaggio della nave Sewol, affondata mercoledì scorso in Corea del Sud con 475 persone a bordo – per la maggior parte studenti – mentre si trovava in viaggio dal porto di Incheon verso l’isola di Jeju, a sud della penisola coreana. Il capitano si chiama Lee Joon-seok, ha 69 anni, ed è accusato di “negligenza” e violazione di leggi marittime: secondo le autorità, non avrebbe dato tempestivamente l’ordine di abbandonare la nave, e non si sarebbe trovato in cabina di comando al momento dell’incidente (al suo posto c’era il terzo ufficiale di 26 anni). Fino ad ora ci sono 32 morti confermati e 174 persone portate in salvo: 270 passeggeri risultano però ancora dispersi, e con il passare delle ore si riducono ulteriormente le possibilità di ritrovarli vivi.
All’uscita dal tribunale di Gwangju in cui è stato portato dopo il suo arresto, il capitanosi è scusato pubblicamente con le famiglie delle persone morte nell’incidente e ha confermato che al momento in cui la nave ha cominciato ad affondare non era in cabina di comando (aveva appena dato istruzioni sulla rotta all’ufficiale, ha detto). In riferimento al ritardo con cui è stato dato l’ordine di abbandonare la nave – che è la più importante delle accuse circolate sui media – il capitano ha spiegato che al momento dell’affondamento le acque erano gelide e le correnti marine erano molto forti, e che senza un adeguato equipaggiamento di emergenza – e senza alcuna nave di soccorso nei paraggi – i passeggeri sarebbero stati “trascinati via” e sarebbero andati incontro ad altre difficoltà.
Le autorità – che ritengono che un’evacuazione in tempi più rapidi avrebbe potuto salvare la vita di più persone – stanno concentrando la loro attenzione su una brusca virata che sarebbe avvenuta poco prima dell’incidente, e nelle ultime ore è stata avanzata l’ipotesi che l’ufficiale al comando della nave al momento dell’affondamento, Cho Joon-ki, non avesse alcuna esperienza. Joon-ki ha ammesso il suo errore, giustificandosi dicendo che la nave ha reagito diversamente da come lui si sarebbe aspettato, scrive BBC, e ipotizzando quindi un guasto tecnico. Al momento la dinamica dell’incidente non è ancora stata chiarita: una delle ipotesi più accreditate all’inizio era l’impatto della nave contro uno scoglio, ma le nuove dichiarazioni dell’ufficiale al comando della nave fanno pensare che potrebbe non essere andata così.
La nave, scrive BBC, si è capovolta ed è affondata nel giro di due ore. Secondo alcuni documenti consultati da Associated Press, gli ufficiali della marina raccomandano in casi del genere una completa evacuazione dell’imbarcazione entro cinque minuti dal momento in cui viene dato l’allarme. Un membro dell’equipaggio della Sewol ha detto che ci sono voluti 30 minuti soltanto per dare l’ordine.
Sabato sono emersi ulteriori dettagli sulla morte di Kang Min-kyu, 52 anni, vice-preside dell’istituto Danwon, la scuola dalla quale provenivano gran parte dei passeggeri del traghetto. Diverse centinaia di studenti si trovavano a bordo per una gita scolastica. Kang è sopravvissuto all’incidente e venerdì sera è stato ritrovato morto poco lontano dal centro di raccolta dei superstiti. La polizia sospetta che Kang si sia suicidato, un sospetto in parte confermato da un biglietto ritrovato nel portafoglio del vice-preside. Kang aveva scritto: “È troppo difficile sopportare di essere vivo mentre 200 dei miei studenti sono dispersi. Per favore, date a me ogni colpa perché la responsabilità per la gita era mia. Per favore, cremate il mio corpo e spargete le mie ceneri dove la nave è affondata. Così forse potrò essere un insegnante nell’aldilà per quegli studenti che non ci sono più”.
La operazioni di soccorso proseguono da mercoledì scorso – e potrebbero durare “uno o due mesi”, ha detto l’ufficiale che le sta guidando – ma sono rese più difficili dalle condizioni di scarsa visibilità e dalle correnti molto forti, che complicano il lavoro dei sommozzatori: le correnti alzano il fango dal fondale rendendo l’acqua molto torbida e riducendo la visibilità. Sabato altri tre corpi sono stati individuati ma proprio a causa delle condizioni molto difficili non è ancora stato possibile recuperarli.
foto: AP Photo/Lee Jin-man