Boston un anno dopo
Le foto dei luoghi dove due bombe uccisero tre persone e ne ferirono oltre 260, sul traguardo della maratona: com'erano quel giorno e come sono adesso
Il 15 aprile del 2013, quando a Boston erano le 14.39 e in Italia erano le 20:39, due bombe esplosero nel giro di pochi secondi sul traguardo della maratona di Boston, una delle più antiche e famose del mondo. Morirono tre persone: Krystle Marie Campbell, 29 anni, americana; Lu Lingzi, 23 anni, studentessa cinese; Martin William Richard, otto anni, americano. Le bombe erano due pentole a pressione piene di polvere da sparo, bulloni, chiodi e pezzi di ferro: “costruite per mutilare”, scrissero i giornali. Molti tra i feriti – almeno 264 – hanno subìto mutilazioni e amputazioni. Pochi giorni dopo gli attentatori – due fratelli ceceni, Dzhokhar e Tamerlan Tsarnaev – uccisero un ventisettenne agente di polizia, Sean Collier, durante la loro fuga: Tamerlan restò ucciso nella sparatoria con la polizia, Dzhokhar è sotto processo e rischia la pena di morte.
Le bombe scoppiarono in una delle strade più famose e affollate di Boston, Boylston Street, che ha tante storie e ospita alcuni dei luoghi più significativi della città. “New York ha Fifth Avenue. Parigi ha l’Avenue des Champs-Élysées. Boston – la nuova Boston – ha Boylston Street”, scrisse il Boston Globe per spiegare quanto fosse importante quel posto. La prima bomba esplose davanti al Forum, un ristorante, distruggendo le vetrine e parte degli interni. La seconda davanti a un negozio di articoli sportivi, “Marathon Place”, affacciato su Copley Square, altra piazza famosissima lungo Boylston Street. La strada fu riaperta al pubblico nove giorni dopo le bombe.
Un anno dopo, molti dei sopravvissuti fanno ancora i conti con le ferite riportate quel giorno. “Sebbene molti possano raccontare grandi storie di recupero e perseveranza, molti altri continuano a dover fare i conti con perdita dell’udito, ansia, depressione e disturbi post-traumatici da stress”, ricorda il Boston Globe, che ha dedicato un ampio speciale all’anniversario e proprio ieri ha vinto un premio Pulitzer per la sua copertura degli attentati. Il giornale ha invitato a tornare sul traguardo 200 persone coinvolte dagli attentati di un anno fa – corridori, poliziotti, volontari, infermieri – e ha scattato loro una bella foto.