C’è un nuovo ricercato nella lista dell’FBI
Tra i dieci criminali latitanti più ricercati è finito Bradford Bishop, accusato dell'omicidio della sua famiglia e sparito dalla circolazione da quasi 40 anni
Giovedì 10 aprile il Federal Bureau of Investigation degli Stati Uniti (l’FBI) ha annunciato di aver inserito una nuova persona nella lista dei 10 criminali più ricercati d’America: si chiama William Bradford Bishop, dovrebbe avere 77 anni, ed è ricercato dal 1976 per l’omicidio della sua famiglia nella sua casa di Bethesda, nel Maryland (uccise con un martello sua madre, sua moglie e i suoi tre figli). La polizia federale ha anche diffuso un disegno di come potrebbe essere Bishop oggi, dato che le sue foto più recenti risalgono agli anni Settanta.
La lista dei 10 criminali latitanti più ricercati esiste dagli anni Cinquanta e in tempi recenti è stata spesso citata a proposito della lunga permanenza in lista di Osama Bin Laden, che ne ha fatto parte per circa dieci anni (dal 2001 al 2011), per avere architettato gli attacchi alle ambasciate statunitensi in Tanzania e Kenya nel 1998 e gli attentati terroristici dell’11 settembre 2001. All’inizio la lista è stata occupata principalmente da rapinatori e assassini. Poi negli anni Sessanta e Settanta sono stati inseriti progressivamente anche attivisti politici e terroristi. La scelta dei criminali da inserire nella lista è piuttosto complicata, spiegava tempo fa un articolo del New York Times, e si basa sul confronto delle fedine penali, sulla gravità dei crimini commessi e sulla pericolosità dei latitanti: i candidati vengono proposti dai 56 uffici dell’FBI, valutati da un comitato composto da agenti speciali per le indagini criminali, e approvati dal direttore del Bureau.
Il criminale che è in lista da più tempo (dal 14 maggio del 1984) è Victor Manuel Gerena. Sulla lista sono finite complessivamente 502 persone dal 1950 (tra cui soltanto 8 donne): di queste, 471 sono state arrestate o “individuate” (un eufemismo per i casi delle persone rimaste uccise durante l’arresto). In 153 casi, dice il sito dell’FBI, con il contributo decisivo di qualche cittadino.