Marcello Dell’Utri è stato arrestato in Libano
E ora cominceranno le procedure di estradizione: era latitante da due giorni
Marcello Dell’Utri è stato arrestato in Libano: il ministro degli Interni Angelino Alfano lo ha detto sabato mattina. «Marcello Dell’Utri si trova in questo momento negli uffici della polizia libanese», ha detto Alfano: «Al momento è in corso una procedura che diventerà estradizionale». Dell’Utri, ex senatore di Forza Italia, era latitante da giovedì 10 aprile. Tra pochi giorni la Corte Cassazione emetterà la sentenza definitiva nel processo in cui è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa (in appello era stato condannato a 7 anni).
Nel pomeriggio di venerdì 11, Dell’Utri aveva diffuso una nota in cui spiegava la sua situazione di latitante:
«Tengo a precisare che non intendo sottrarmi al risultato processuale della prossima sentenza della Corte di Cassazione; e che trovandomi in condizioni di salute precaria – per cui tra l’altro ho subito qualche settimana fa un intervento di angioplastica – sto effettuando ulteriori esami e controlli».
Dopo la constatazione della sua latitanza era stato emesso nei confronti di Dell’Utri un mandato di cattura internazionale. Dell’Utri era già stato in Libano alcuni anni fa, sempre a pochi giorni da un’altra sentenza che lo riguardava. Dal 1970 l’Italia ha con il Libano un trattato per facilitare, tra le altre cose, anche i casi di estradizione.
Dell’Utri ha 72 anni ed è stato per molti anni un importante manager di Publitalia, la società che raccoglieva la pubblicità per il gruppo Mediaset (che all’epoca si chiamava ancora Fininvest). Nel 1993 ha contribuito a fondare Forza Italia ed è stato tra i suoi principali organizzatori. Dal 1996 al 2013 è sempre stato in parlamento, prima come deputato, poi come parlamentare europeo e a partire dal 2001 come senatore (sempre in Forza Italia o nel Popolo delle Libertà).
Il processo per concorso esterno in associazione mafiosa, quello per il quale è attesa la sentenza definitiva nei prossimi giorni, è uno dei casi giudiziari più lunghi e intricati degli ultimi anni. Tra annullamenti, rinvii e condanne dura ormai da vent’anni. La vicenda è cominciata nel 1994 e il primo rinvio a giudizio arrivò nel 1996, due anni dopo l’inizio delle indagini. Secondo i pubblici ministeri, Dell’Utri è stato il ponte di collegamento tra Cosa nostra e l’entourage di Berlusconi nei primi anni dopo la nascita di Forza Italia. Dell’Utri avrebbe fatto sì che la mafia favorisse e agevolasse la raccolta del consenso per Forza Italia in Sicilia, in cambio di protezione e garanzie da parte del governo Berlusconi (qui avevamo riassunto la vicenda).