Nuove scoperte sulla moglie di Gesù
Diversi esami di laboratorio hanno dimostrato che l'antico frammento di papiro presentato nel 2012 – contenente una frase non da poco – non è un falso moderno
Il piccolo frammento di papiro che contiene una frase mai apparsa prima nelle Sacre Scritture e che contiene la parola “moglie” riferita a Gesù è antico e non è un falso moderno. Il documento è stato analizzato da alcuni professori di ingegneria elettronica, chimica e biologia di tre atenei americani (Columbia, Massachusetts Institute of Technology e Harvard) che hanno usato diversi tipi di spettroscopia per arrivare a stabilirne la datazione.
Timothy Swager, chimico del Massachusetts Institute of Technology, ha utilizzato la spettroscopia agli infrarossi per verificare se l’inchiostro mostrasse variazioni o incongruenze e ha concluso che «non c’è prova che qualcuno abbia creato un falso. Sarebbe stato estremamente difficile, se non impossibile». Per James Yardley, ingegnere elettronico della Columbia che ha utilizzato la tecnica della spettroscopia a micro-Raman, l’inchiostro è «perfettamente in linea con quello usato in altri 35-40 manoscritti datati tra il IV e l’VIII secolo dopo Cristo».
Il papiro era stato presentato nel settembre del 2012 durante durante il Convegno Internazionale di Studi Copti da Karen L. King, studiosa di vangeli gnostici e di questioni di genere nella chiesa primitiva alla Harvard Divinity School e prima donna a occupare la più antica cattedra degli Stati Uniti. Il frammento – che misura 4 centimetri per 8, è scritto su entrambi i lati con inchiostro nero ed è in lingua copta, l’evoluzione dell’antica lingua egiziana che non fa uso dei geroglifici ma dei caratteri dell’alfabeto greco – contiene un dialogo tra Gesù e i suoi discepoli e c’è scritto:
“Gesù disse loro: mia moglie…”
La formula “ta-hime”, forma rara di “ta-shime”, corrisponde in copto alle parole “donna” o “moglie”. E poco sotto:
“Lei sarà in grado di essere mia discepola”
Il papiro era stato presentato da Karen L. King come risalente al IV secolo e conteneva quello che la studiosa di Harvard aveva chiamato “Vangelo della moglie di Gesù”, un testo sconosciuto composto probabilmente in lingua greca nella seconda metà del II secolo. La datazione era stata da lei stabilita sulla base dell’influenza che questo scritto avrebbe subito da opere come il Vangelo di Tommaso e il Vangelo di Filippo (in cui Maria Maddalena è citata come la moglie di Gesù).
Dopo l’esito delle analisi di laboratorio sul papiro, Karen L. King ha ribadito che il contenuto del frammento non costituisce una prova che Gesù fosse effettivamente sposato, ma dimostra con qualche certezza in più che tra i primi cristiani c’erano discussioni attive su celibato, sesso, matrimonio e discepolato. La questione sul fatto che Gesù fosse sposato o meno nacque solo 150 anni dopo che Gesù morì, nell’ambiente dei cristiani che discutevano tra loro se dovessero sposarsi o rimanere celibi: «Quando tutte le prove puntano in una direzione non hai la certezza al 100 per 100, ma la storia non è un posto per il 100 per cento», ha ricordato King.
Il lavoro della studiosa e la sua interpretazione hanno naturalmente sollevato una grande discussione sul tema. Il suo saggio, che è stato recentemente pubblicato online dopo una serie di revisioni da parte di altri colleghi sulla Harvard Theological Review ed è accompagnato da una replica di Leo Depuydt, egittologo della Brown University, secondo cui il frammento è così evidentemente falso da «sembrare pronto per uno sketch dei Monty Python». Depuydt non ha analizzato il papiro e ha detto di non volerlo nemmeno fare, convinto dai «grossolani errori grammaticali» e dal fatto che ogni parola coincide con quelle del Vangelo di Tommaso, scoperto in Egitto nel 1945: «Non può essere una coincidenza», ha commentato.
È scettico anche il Vaticano, che attraverso le parole di Gian Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano, già nel 2012 aveva definito il papiro «un falso». Accanto all’editoriale di Vian, il quotidiano aveva pubblicato un’analisi dello studioso Alberto Camplani sulla storia del frammento definito «molto problematico e controverso» innanzitutto perché non era stato trovato attraverso uno scavo ma sul mercato antiquario. La tradizione cristiana ha sempre sostenuto che Gesù non fosse sposato o che, come San Paolo, fosse sposato alla Chiesa. Il fatto che sulla vita di Gesù ci fossero idee diverse già tra i primi cristiani, e dunque ancora prima dei vari concilii e prima che i libri del Nuovo Testamento fossero decisi come canonici, aiuterebbe a ricordare che «praticamente tutto quello che le generazioni successive dissero su Gesù fu assemblato e rivisto da qualcuno dopo la sua morte», come ha spiegato Roger Bagnall, professore di storia antica alla New York University, e riaprirebbe una questione di grande attualità: quella sul ruolo delle donne nella Chiesa, sulla negazione del sacerdozio femminile e sul matrimonio dei sacerdoti.