La mafia italiana in Germania
Esiste, fa un sacco di soldi e di danni, e non ci sono gli strumenti per fermarla, dicono le indagini della polizia tedesca e una grossa inchiesta giornalistica
Mercoledì 9 aprile si è concluso a Colonia, in Germania, un importante processo contro quattro cittadini italiani accusati di avere commesso diversi reati legati alla mafia, tra cui truffa allo Stato ed evasione fiscale. In realtà il tribunale regionale tedesco che si è occupato del caso non ha considerato tra i capi di accusa quello di associazione per delinquere di tipo mafioso – cioè il reato che in Italia identifica l’appartenenza a un’associazione mafiosa, introdotto nell’ordinamento nel 1982 – perché in Germania non esiste: diversi giornali tedeschi, comunque, hanno seguito il processo e hanno cercato di ricostruire la portata delle attività della mafia italiana in Germania. E il quadro che ne è uscito non è per niente incoraggiante.
In Germania si è iniziato a parlare e ad affrontare seriamente il problema della presenza della mafia italiana dal 15 agosto 2007, quando ci fu la cosiddetta “strage di Duisburg” (città del Land della Renania Settentrionale-Vestfalia), in cui morirono sei persone per una faida tra diversi clan della ’ndrangheta. Pochi giorni dopo nacque il movimento anti-mafia “Mafia? Nein danke!” (“Mafia? No grazie!”) e da allora l’attenzione della stampa locale sul tema è cresciuta molto, ma le autorità tedesche hanno continuato a lamentare una mancanza di strumenti per limitare e punire le attività illegali della mafia: anche nel caso più recente, la sentenza contro i quattro italiani sotto processo a Colonia, in molti si sono lamentati delle pene (dai 3 anni e mezzo ai quattro anni di prigione), considerate troppo leggere in proporzione ai reati commessi.
L’inchiesta sulla mafia italiana in Germania
Un gruppo di giornalisti provenienti da tre organizzazioni diverse segue da mesi la questione: sono la Westdeutscher Rundfunk Köln (WDR), l’emittente radiotelevisiva pubblica locale del Land della Renania Settentrionale-Vestfalia, dove si trova Colonia; il Funke Mediengruppe, un grande editore tedesco che pubblica un totale di 500 giornali in otto paesi diversi; e l’influente rivista settimanale Der Spiegel, con sede ad Amburgo. L’inchiesta, che è stata sintetizzata nel progetto “Mafia in Deutschland”, ha dimostrato un forte legame tra le irregolarità nel settore dell’edilizia tedesca e la criminalità organizzata italiana, soprattutto di Cosa Nostra, la mafia siciliana: in particolare, ha spiegato Dieter Schneider – presidente della polizia di stato del Land di Baden-Württemberg ed esperto di criminalità organizzata – «per la mafia la Germania è insieme un posto per riposare e per svolgere diverse attività. È un posto per chi vuole nascondersi dalle autorità, ma anche un posto dove i crimini sono pianificati e commessi».
Secondo Schneider l’obiettivo della mafia italiana in Germania è infiltrarsi nell’economia legale e nelle sfere più alte della società tedesca. Il sistema è lo stesso di cui è stato accusato uno degli imputati nel processo di Colonia: un mafioso usa delle società di facciata per prendere dei lavori che in realtà non svolge; dopo avere incassato il compenso per il lavoro, la società lo ridà indietro tenendosi una percentuale dell’8 per cento, che viene poi usata per pagare i complici o per corrompere funzionari dell’amministrazione pubblica.
I problemi sul sistema tedesco della mafia italiana
Secondo l’inchiesta dei giornalisti tedeschi e le indagini che hanno portato al processo di Colonia, col tempo le dimensioni di questo business illegale sono diventate notevoli. Le autorità tedesche hanno stimato che le attività criminali sono già costate allo Stato circa 1,5 miliardi di euro in tasse non pagate e circa 2 miliardi di euro in contributi previdenziali, anch’essi non pagati. Secondo il rapporto dell’unità delle indagini criminali di Düsseldorf, queste bande che agiscono in Germania operano in maniera molto simile ai gruppi mafiosi che agiscono in Italia: ne avrebbero replicato la struttura organizzativa, usando l’intimidazione e la violenza per assicurarsi dei mercati lucrativi e affari vantaggiosi.
Le conseguenze delle attività criminali della mafia italiana sull’economia locale sono considerate “disastrose”: uno dei settori più danneggiati è l’edilizia, dove le società oneste, scrive lo Spiegel, non riescono a competere nel lungo periodo con le cifre molto più basse offerte dalle società che usano per esempio manodopera illegale.
Il problema più grande delle autorità tedesche, prosegue Spiegel, è legato alla mancanza di strumenti adeguati per combattere la mafia. In un documento riservato della Bundeskriminalamt, la polizia criminale federale della Germania, si legge dei numerosi problemi della polizia a individuare i profitti dei mafiosi (per esempio, intuirne l’origine e l’utilizzo). Secondo alcune stime delle autorità, negli ultimi 10 anni i gruppi mafiosi avrebbero fatto circa 123 milioni di euro di profitti ma la polizia ne avrebbe confiscati meno di 8 milioni: tutto il resto, rimasto nelle mani dei criminali, ha permesso alle strutture mafiose di sopravvivere e continuare ad espandersi.
Quanti sono e cosa fanno i mafiosi italiani in Germania
Secondo un rapporto della Bundeskriminalamt in Germania vivono almeno 460 persone sospettate di essere membri di un’associazione mafiosa: la maggior parte di loro vivrebbe negli stati di Baden-Württemberg, Renania Settentrionale-Vestfalia, Baviera e Assia. Le tre più grandi mafie italiane si sono specializzate in Germania in settori diversi: Cosa Nostra (la mafia siciliana), come detto, nel settore dell’edilizia; la camorra (la mafia campana) nella vendita di merci contraffatte, che vengono prodotte per la maggior parte nelle fabbriche di Napoli, immagazzinate in Germania e rivendute ai clienti spacciandole per oggetti di marca; infine la ‘ndrangheta (la mafia calabrese) nel traffico di droga.
Alle attività propriamente illegali, scrive lo Spiegel, si è aggiunta anche la gestione di imprese formalmente legali. Secondo Bundeskriminalamt, per esempio, almeno 300 pizzerie in Germania sono controllate dalla mafia italiana: questo tipo di attività è particolarmente adatto per il riciclaggio di denaro e rende ancora più difficile per le autorità tracciare i movimenti di soldi.