Davvero in Francia hanno vietato di mandare email di lavoro dopo le 18?
Risposta breve: no. La risposta lunga ha a che fare con un accordo sindacale su una determinata tipologia di lavoratori
Nei giorni scorsi è circolato molto soprattutto fra i media inglesi e americani – ma anche in Italia – una notizia secondo cui per circa un milione di lavoratori francesi, secondo una nuova legge, sarà presto vietato rispondere alle mail di lavoro dopo le 6 di sera. Hanno dato la notizia, fra gli altri, Gawker, il Guardian, Engadget e il New York Magazine. Molto spesso la questione è stata ulteriormente semplificata, senza far riferimento al milione di lavoratori: semplicemente “Francia, niente email di lavoro dopo le 18:00”.
In certi casi la notizia era accompagnata da commenti personali dell’autore riguardo la presunta “pigrizia” dei lavoratori francesi: Lucy Mangan, sul Guardian, ha scritto che «i lavoratori dovranno resistere alla tentazione di dare un occhio alle cose di lavoro sui loro pc o smartphone, o a qualsiasi altra disdicevole intrusione nel tempo che il governo ha obbligato loro di dedicare a ciò che i francesi chiamano la dolce vita [sic]». Engadget ha eloquentemente titolato il proprio articolo «Per favore, nessuna mail di lavoro dopo le 6: siamo francesi». In realtà, come spiegano l’edizione francese di Slate e Buzzfeed, le cose non stanno come le hanno raccontate i giornali.
Per prima cosa: il documento di cui si parla, che si può leggere qui, non è una legge bensì un accordo fra Syntec, un’associazione di lavoratori nel campo dell’ingegneria e della consulenza privata, e due sindacati francesi, il CFDT e il CGC. L’accordo prevede che i lavoratori che non dispongono di giorni lavorativi “fissi” ma che lavorano a ore – e che quindi non sono coperti dall’obbligo di lavorare per un massimo di 35 ore a settimana, vigente in Francia – possano teoricamente lavorare al massimo fino a 13 ore al giorno, purché riposino per 11 ore fra un giorno di lavoro e l’altro. Non c’è nessun riferimento alle 18 come orario, spiega Buzzfeed: qeull’ora circola solo perché considerata tipicamente “l’orario di uscita dal lavoro”, ma i lavoratori toccati dall’accordo lavorano a ore e non dispongono di turni “tradizionali”. Il «milione» di persone di cui parla il Guardian, inoltre, si riferisce probabilmente ai circa 910mila lavoratori affiliati a Syntec, fra i quali però Slate ipotizza che solo una cifra vicina a un quarto di essi verrà interessato dall’accordo (cioè persone che perlopiù occupano ruoli dirigenziali). Duecentocinquantamila persone, quindi, più o meno.
Max Balensi, direttore generale di Syntec, ha spiegato inoltre a Slate: «non impediremo certo a un impiegato che si porta un dossier a casa su una penna USB di lavorarci sopra. Alcune aziende hanno messo dei divieti di lavorare fra le 21 e le 7 del giorno dopo, ma la cosa non funziona per via del fuso orario in vigore in altre nazioni. Noi abbiamo scelto un approccio più flessibile». I negoziati per l’accordo erano in corso da settembre ed erano stati generati da una sentenza della Corte Costituzionale, che aveva rigettato quello precedente giudicandolo insoddisfacente.