In Ungheria ha vinto Orbán
Il centrodestra ha ottenuto 135 seggi su 199, il primo ministro uscente ha ottenuto un nuovo mandato, il secondo partito è di estrema destra
Il primo ministro uscente ungherese Viktor Orbán ha vinto le elezioni politiche di domenica 6 aprile in Ungheria, garantendosi un secondo mandato consecutivo al governo: quando la maggior parte dei voti è stata scrutinata, il suo partito di centrodestra Fidesz ha ottenuto il 45 per cento, mentre la principale coalizione di centrosinistra – composta da diversi partiti – si è fermata al 25 per cento e il partito di estrema destra Jobbik al 21 per cento. Nella tarda serata di domenica 6 aprile Orbán ha annunciato ai suoi sostenitori a Budapest che “non c’è dubbio sulla nostra vittoria”, spiegando di avere vinto “in un modo così significativo da non potere essere ancora del tutto compreso questa notte”.
Stando ai dati sullo scrutinio, pressoché terminato, a Fidesz dovrebbero essere attribuiti 135 dei 199 seggi in Parlamento. Jobbik potrebbe invece diventare il secondo partito con il maggior numero di seggi, un successo previsto dai sondaggi nelle ultime settimane, che anzi ipotizzavano possibili vittorie anche maggiori. Durante la campagna elettorale i suoi candidati hanno trasmesso un’immagine meno radicale del partito, che ha confortato e tranquillizzato parte dell’elettorato. Il suo leader, Gabor Vona, era dato nei sondaggi come il politico di opposizione più popolare dell’Ungheria.
La coalizione di centrosinistra, guidata dal Partito Socialista, probabilmente si dividerà in gruppi autonomi in Parlamento, cosa che secondo diversi analisti politici potrebbe essere una decisione dannosa per una coalizione alla ricerca di nuovi consensi. Nel corso della campagna elettorale ha accusato più volte Orbán di avere messo a rischio la democrazia in Ungheria, con riforme delle istituzioni e leggi che hanno limitato le libertà civili nel paese, compresa la libertà di parola. Il centrosinistra fatica da diversi anni a recuperare elettori: nel 2010 subì una pesante sconfitta alle politiche, in parte dovuta alla sua incapacità di mettere in ordine i conti pubblici nei primi anni del Duemila.
La grande maggioranza ottenuta nel 2010 ha permesso a Orbán di fare approvare alcune riforme costituzionali molto contestate, giudicate antidemocratiche dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti. Orbán e gli altri esponenti di Fidesz si sono sempre difesi da queste accuse spiegando di avere attuato le riforme per dare stabilità politica ed economica all’Ungheria.