Un segnale captato nell’Oceano Indiano
Una nave cinese ha captato per due volte un impulso che potrebbe venire dalla scatola nera del volo MH370, per gli australiani è "una pista importante e incoraggiante"
Una nave cinese sabato 5 aprile ha captato un segnale nella parte sud dell’Oceano Indiano che potrebbe provenire dall’aereo del volo MH370, scomparso l’8 marzo scorso sul Golfo di Thailandia mentre era in viaggio da Kuala Lumpur (Malesia) a Pechino (Cina) con 239 persone a bordo; poche ore dopo la stessa nave cinese e un’altra nave australiana hanno captato un secondo segnale proveniente dalla stessa zona, a circa due chilometri dalla prima segnalazione. Angus Houston, ex generale dell’aeronautica australiana e responsabile delle operazioni di ricerca, durante una conferenza stampa a Perth, Australia, ha detto che si tratta di “una pista importante e incoraggiante”, ricordando comunque che i dati devono essere verificati e che non ci sono prove, al momento, che quei segnali provengano dall’aereo o da quel che ne resta.
La nave cinese era equipaggiata con un “black-box detector”, uno strumento in grado di ricevere il segnale emesso dalla scatola nera. Una nave britannica e una nave australiana si stanno dirigendo verso la zona. Non hanno molto tempo a disposizione: la batteria della scatola nera di solito non dura più di un mese e sono già passati 29 giorni dalla scomparsa del volo MH370. Il segnale captato dai cinesi “ha caratteristiche coerenti”, per frequenza e durata, con quello che dovrebbe essere emesso dalla scatola nera, ha detto Houston. Il primo ministro australiano, Tony Abbott, ha detto di essere “speranzoso ma tutt’altro che certo” che il segnale captato appartenga al volo scomparso.
Durante le ricerche di ieri sono stati visti alcuni oggetti a circa 90 chilometri dal punto in cui è stato captato il segnale dei cinesi, ma nelle scorse settimane gli avvistamenti del genere non hanno portato a nulla. Anche per questo Houston ha tenuto a precisare che “piste del genere arriveranno probabilmente nei prossimi giorni, nelle prossime settimane e possibilmente anche nei prossimi mesi”. Le ricerche oggi saranno condotte da almeno 10 aerei militari, due aerei civili e 13 navi, allo scopo di coprire tre aree diverse ampie circa 200.000 chilometri quadrati, poste circa 2.000 chilometri a nordovest di Perth, Australia.
foto: la conferenza stampa di Angus Houston a Perth. (Paul Kane/Getty Images)