I guadagni di Grillo col suo blog

L'Unità fa un po' di conti su una questione spesso contestata al leader del M5S

Foto LaPresse
Cronaca
04.04.2014 Malagrotta , Roma
Beppe Grillo a MalagrottaNella Foto Beppe GrilloPhoto LaPressenews04 April 2014 Malagrotta ,Rome - ItalyBeppe Grillo in Malagrotta near RomeIn the Pic Beppe Grillo
Foto LaPresse Cronaca 04.04.2014 Malagrotta , Roma Beppe Grillo a MalagrottaNella Foto Beppe GrilloPhoto LaPressenews04 April 2014 Malagrotta ,Rome - ItalyBeppe Grillo in Malagrotta near RomeIn the Pic Beppe Grillo

Oggi l’Unità ha fatto un po’ di conti sui guadagni che Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, ottiene dal suo blog, basandosi soprattutto sulle dichiarazioni – spesso tra loro contraddittorie – fatte negli ultimi anni dallo stesso Grillo e da Gianroberto Casaleggio. Nel 2013, per esempio, Casaleggio ha detto che «il blog di Grillo è in perdita», mentre Grillo lo ha contraddetto dicendo «col blog siamo in pari, ci costa sui duecentomila euro l’anno». In generale molte cifre date alla stampa sembrano esagerate, e i conti alla fine non tornano.

“I blog sono spesso una fonte di profitto per i loro gestori, la maggior parte di essi contiene annunci pubblicitari e per quelli con almeno 100 mila visitatori unici mensili i ricavi sono superiori ai 75 mila dollari all’anno.” Così Gianroberto Casaleggio nel 2008, quando la rete era certamente meno diffusa di quanto non lo sia oggi, e gli utenti, conseguentemente, molti di meno. Basti pensare che secondo tutti gli analisti dal 2008 ad oggi il mercato della pubblicità online è cresciuto da un minimo del 7% a punte del 16% l’anno.
Come sappiamo Casaleggio è il gestore del blog di Beppe Grillo, e sappiamo da quest’ultimo – 13 aprile 2011 – che “Il blog fa male ai giornali e anche ai loro editori. Cinque milioni e duecentomila visite al mese non possono essere tollerate.”

Dati, dirà qualcuno, poco recenti. È vero. Lui stesso, nell’intervista con Enrico Mentana ha parlato di 5/600mila visite al giorno. Che fanno dai 15 ai 18milioni di visite al mese. A voler applicare la più semplice delle matematiche potremmo quindi moltiplicare quei 75mila dollari annuali per 200volte e avremmo i guadagni pubblicitari del blog di Beppe Grillo, semplicemente acquisendo come fonti le loro affermazioni.
Sempre che le visite siano quelle e sempre che Casaleggio abbia detto la verità nel 2008 e sempre che sia davvero bravo nel suo lavoro. E a sentir Grillo lo è.
Sempre nell’intervista con Mentana però Grillo ha affermato «Il mio 730 è a zero da quattro anni, sono l’unico che fa politica e ci ha rimesso dei soldi». In sé, tecnicamente, non è un’affermazione falsa. Grillo parla di modello 730, ma non è né un dipendente né un pensionato e dovrebbe invece presentare il modello Unico, il 740 per intenderci, e dovrebbe avere una partita Iva.

A ritenere che Beppe Grillo sia “un’azienda” è l’Agenzia delle Entrate, che il 14 novembre 2012 ha respinto un ricorso del comico sul versamento dell’Irap: non gli saranno restituiti i 577mila euro versati. Per la Commissione tributaria la tassa è dovuta perché le spese per i suoi collaboratori “hanno carattere continuativo e non occasionale, essendo riscontrabili in ogni annualità d’imposta. La continuità di erogazioni, ancorché non omogenea sotto il profilo quantitativo in relazione ad ogni singola annualità d’imposta, costituisce tuttavia un significativo e decisivo indicatore dell’esistenza di un’autonoma organizzazione”. Grillo tuona contro l’Irap dal suo blog, la rinomina “imposta rapina” e ne chiede l’abolizione, inserendo la sua personale richiesta nel programma dei 5 stelle.

(Continua a leggere sul blog di Michele di Salvo)