4 morti a Fort Hood
Nella base militare del Texas – quella della strage del 2009 – un soldato ha ucciso tre persone e ne ha ferite almeno altre 13, prima di uccidersi con un colpo alla testa
Nel pomeriggio di mercoledì 2 aprile (in Italia era da poco giovedì 3 aprile) c’è stata una sparatoria nella base militare di Fort Hood in Texas, Stati Uniti, in cui sono morte 4 persone e almeno 16 sono rimaste ferite. Un soldato specializzato, che le autorità hanno indicato come Ivan Lopez, ha sparato contro altri militari nel centro medico della base utilizzando una pistola Smith & Wesson calibro 45 che aveva acquistato di recente (nella base è proibito tenere e usare armi al di fuori dei centri di addestramento, per motivi di sicurezza). Ha ucciso tre soldati e, dopo essersi scontrato con la polizia militare, si è ucciso sparandosi alla testa. Nella stessa base militare appena quattro anni fa erano morte 13 persone a causa di un’altra sparatoria.
Lopez aveva prestato servizio in Iraq e secondo il tenente generale Mark A. Milley, il comandante della base di Fort Hood, aveva “problemi comportamentali e non era sano di mente”. Al momento non è chiaro quali siano state le cause che hanno portato alla sparatoria. Milley ha detto che “non ci sono motivi per pensare che questo incidente sia legato al terrorismo”, ma le indagini che saranno condotte alla base valuteranno anche questa possibilità.
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Tra le persone ferite, curate negli ospedali vicini a partire dallo Scott & White Hospital di Temple, ce ne sono almeno tre in condizioni critiche. Altri hanno riportato ferite meno gravi ma che hanno comunque richiesto l’intervento dei medici.
Poco dopo l’inizio della sparatoria, il comando di Fort Hood ha chiesto a tutti i soldati presenti nella base di trovare rifugio e seguire le procedure di emergenza per le sparatorie. La base è stata sostanzialmente chiusa per evitare che chiunque, compreso l’autore dell’attacco, potesse spostarsi in altre zone del centro militare o scappare. Solo dopo essersi assicurati che Lopez avesse agito da solo, il comando ha rimosso lo stato di emergenza, intorno alle 21 ora locale (le 4 del mattino in Italia).
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha detto di essere “affranto per il fatto che si sia ripetuta una cosa simile”, facendo riferimento alla sparatoria del 2009. Ha poi assicurato che ci saranno indagini approfondite per capire che cosa sia accaduto e le cause della sparatoria.
Nella base di Fort Hood prestano servizio oltre 45mila soldati, affiancati da quasi 9mila impiegati civili. È una delle basi militari più grandi al mondo e occupa circa 860 chilometri quadrati. È la sede della Prima divisione di cavalleria, tra i reparti più conosciuti dell’esercito statunitense, e la Quarta divisione di fanteria.
Nel 2009 una sparatoria condotta dall’ex maggiore dell’esercito statunitense Nidal Malik Hasan causò la morte di 13 soldati e il ferimento di altre 30 persone all’interno della base. Entrò nell’infermeria, urlò “Allahu Akbar!” (“Allah è il più Grande!”), estrasse due pistole automatiche con mirini laser e caricatori ad alta capacità e in pochi minuti sparò cento colpi. Una delle persone uccise era una donna incinta, due soldati morirono cercando di fermarlo. Hasan si fermò solo dopo essere stato gravemente ferito da un soldato. Nell’estate del 2013 una giuria militare ha condannato Hasan a morte.