Cosa fa Repubblica con Renzi
Sergio Soave commenta sul Foglio i tentativi impervi del direttore Ezio Mauro di riportare il giornale più vicino al nuovo Presidente del Consiglio
Sul Foglio di oggi Sergio Soave, uno dei più vecchi collaboratori del giornale, riflette sulle tensioni che stanno montando – e che anche i lettori percepiscono da tempo – all’interno del quotidiano Repubblica rispetto alle politiche di Matteo Renzi da quando da annunci si sono trasformate in scelte concrete, col nuovo governo da lui guidato.
“Davvero imbarazzante la performance di Ezio Mauro ieri sera da Lilli Gruber. Certo, non deve essere comoda la posizione da direttore del quotidiano la Repubblica”, scriveva ieri il Fatto quotidiano. Cosa mai aveva combinato, Ezio Mauro? Aveva parlato di Matteo Renzi, della sua accelerazione sulle riforme, in questi termini: bene la “riduzione del numero dei parlamentari”, bene affrontare “il bicameralismo troppo perfetto” che “è una delle ragioni della perdita di efficacia della nostra democrazia”, “credo che sia una riforma positiva, naturalmente va fatta con equilibrio”. Un plauso chiaro a Renzi, accompagnato da commenti non equivocabili di dissenso nei confronti di chi, specie tra i commentatori storici di Repubblica, come Gustavo Zagrebelsky, paventano “la svolta autoritaria” e si ergono a guardiani della conservazione: “Non credo ci sia rischio di una svolta autoritaria”, “credo che la maggioranza ci sarà… il Parlamento si renda conto che siamo davanti a una domanda cruciale: si può ancora cambiare l’Italia?”. E ancora, quasi a smentire la cupezza delle sue stesse grandi firme: “Non si può fare un giornale senza ottimismo”. Questo aveva fatto, ed è bastato a far venire a galla un conflitto profondo nella sinistra.
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