Marvin Gaye, ucciso da suo padre
Uno dei più importanti musicisti soul di sempre morì 30 anni fa, e molto male
Marvin Gaye, nel 1984, era uno dei musicisti soul più importanti di sempre e aveva appena pubblicato un album di grandissimo successo, “Midnight Love”, col quale si era riposizionato negli anni Ottanta dopo i suoi grandi successi di vent’anni prima; nonostante questo era molto depresso e da qualche mese era tornato a vivere con i suoi genitori.
Marvin Gaye morì il primo aprile 1984, un giorno prima del suo quarantacinquesimo compleanno: suo padre, Marvin Gay senior (il figlio aveva aggiunto una “e” al cognome di famiglia), gli sparò nel petto due volte dopo un litigio le cui ragioni ebbero probabilmente a che fare con la complessa relazione tra Gaye e suo padre, spesso geloso del successo del figlio, e col periodo di depressione, paranoia e dipendenza da droghe che Marvin Gaye stava passando.
La carriera di Marvin Gaye era cominciata negli anni Sessanta quando era stato ingaggiato dalla leggendaria etichetta discografica Motown, con cui aveva pubblicato una serie di canzoni che ebbero un enorme successo, come “How sweet it is (to be loved by you)” e “I heard it through the grapevine“. Negli anni Settanta Gaye aveva pubblicato, sempre con la Motown , “What’s going on” (album e singolo di grande successo) e, nel 1973, “Let’s get it on”, che avevano raggiunto entrambi le prime posizioni delle classifiche. Verso la fine degli anni Settanta, tuttavia, il successo di Marvin Gaye si era un po’ sbiadito e lui aveva sviluppato, in coincidenza con la fine del suo matrimonio con Anna Gordy – sorella del capo della Motown – una forte dipendenza dalla cocaina. Dopo alcuni mesi passati in Europa, tra Londra e il Belgio, per cercare di disintossicarsi e per scappare dal fisco americano al quale doveva diversi milioni di dollari, le cose sembravano essere migliorate e nel 1982, Gaye, che aveva lasciato la Motown e firmato con la Columbia, pubblicò il disco “Midnight Love” e il singolo “Sexual Healing“, con un video che prosperò molto in quegli anni di MTV.
Nonostante il successo del suo disco, che aveva venduto 2 milioni di copie e per il quale nel 1982 aveva vinto un premio Emmy, Marvin Gaye era tornato nella dipendenza da droghe e nella depressione. Nel 1983 rientrò a vivere con i suoi genitori nella loro casa di Los Angeles: era tormentato da abusi costanti di cocaina e uno stato di paranoia arcinoto nello show-business; secondo diversi racconti era convinto che qualcuno volesse ucciderlo, girava con guardie del corpo armate, faceva assaggiare il suo cibo prima di mangiarlo e spesso indossava un giubbotto antiproiettile.
Tornare a casa, tuttavia, non rese le cose molto più facili per lui, soprattutto a causa della sua relazione con il padre, Marvin Gay senior, un uomo molto autoritario: era stato pastore della Chiesa Ebrea Pentecostale di un sobborgo di Washington, ma lo raccontavano come un pastore piuttosto stravagante, con un debole per gli abiti femminili, per esempio. Col successo musicale del figlio, che aveva iniziato a cantare durante le sue funzioni domenicali, aveva sviluppato un senso di competizione che peggiorò le tensioni tra i due, e che poi si disse potessero risalire a violenze domestiche infantili. Gli scontri tra i due peggiorarono molto e diventarono sempre più violenti, rimanendo però sempre verbali. Si dice che Marvin Gaye e i suoi cinque fratelli e sorelle fossero cresciuti con un grande timore per il padre, il quale aveva detto una volta che se mai uno dei suoi figli gli si fosse rivoltato contro, lui lo avrebbe ucciso.
La mattina del primo di aprile del 1984 tra Marvin Gaye e suo padre ci fu un nuovo litigio. Marvin Gay senior stava urlando alla moglie Alberta, che si trovava in camera del figlio, accusandola di aver perso dei documenti importanti. Marvin Gaye si mise in mezzo ai due e spinse il padre settantenne fuori dalla stanza e fino alla camera dei genitori, dove il litigio continuò e dove Marvin Gaye picchiò il padre, prima che la madre li dividesse e lo riportasse in camera sua. Marvin Gay senior, allora, prese una Smith & Wesson calibro .38 che aveva ricevuto in regalo pochi mesi prima dal figlio, per Natale. Tornò in camera di suo figlio e gli sparò al petto da pochi metri di distanza. Poi si avvicinò e gli sparò di nuovo, a bruciapelo. Marvin Gaye fu portato in ospedale: i tentativi di rianimazione, tuttavia, furono inutili. Un minuto dopo la una di pomeriggio, due ore dopo che il padre gli aveva sparato, fu dichiarato morto. Come mostrò l’autopsia, il primo colpo, quello che uccise, gli aveva perforato cuore e polmoni.
Steve Turner, biografo di Marvin Gaye, a proposito dei fatti che portarono all’omicidio ha detto: «La sua vita era in uno stato terribile. Aveva perso tutte le donne che contavano per lui. Tutte le prove che ho trovato mi fanno pensare che Marvin provocò l’incidente perchè sapeva quale sarebbe stato il risultato».
Marvin Gay senior fu arrestato e accusato di omicidio preterintenzionale. Durante il processo si difese spiegando di aver agito per autodifesa: alla fine fu condannato a 6 anni di carcere con pena sospesa. Morì il 18 ottobre del 1998, 14 anni dopo suo figlio, in una casa di riposo in California, per le complicazioni di una polmonite.