Le elezioni locali in Turchia
Le prime dalle proteste della scorsa estate e una prova importante per il partito di Erdogan al governo, che secondo i primi risultati è avanti
Aggiornamento, ore 20.53 – Secondo i primi risultati, riportati dalle TV turche e riprese da BBC, il partito Libertà e Giustizia del primo ministro Erdogan è in vantaggio nelle elezioni locali. Lo spoglio ha superato il 24 per cento dei voti e l’AKP sarebbe tra il 43 e il 48 per cento. L’obbiettivo del partito di governo – per cui Erdogan, che non era candidato, ha fatto molta campagna elettorale – era di eguagliare il risultato del 38,8 per cento dei voti ottenuto nel 2009.
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Domenica 30 marzo in Turchia si vota per le elezioni locali. Si tratta delle prime elezioni nel paese dopo le proteste di Gezi Park della scorsa estate e dopo gli scandali che a dicembre hanno portato all’arresto di numerosi alleati del primo ministro Recep Tayyip Erdogan. Secondo diversi media locali e internazionali queste elezioni sono una sorta di referendum sul governo.
Circa 50 milioni di turchi hanno diritto a votare. I 177 mila seggi dovrebbero chiudere alle 17 nella Turchia occidentale (in quella orientale chiuderanno alle 16). Tra le città dove si dovrà eleggere una nuova amministrazione ci sono la capitale Ankara, Izmir e Istanbul, dove l’anno scorso ci sono state le manifestazioni di Gezi Park.
Quello di Istanbul, dove per eleggere il sindaco andranno a votare circa 8 milioni di persone, è considerato un voto molto importante. Attualmente la città – che con 14 milioni di abitanti è la più grande della Turchia e una delle più popolose d’Europa – è governata da un alleato di Erdogan, Kadir Topbas. Sabato 29 marzo, il candidato dell’opposizione Mustafa Sarigul ha girato per la città a bordo di un autobus scoperto gettando ai suoi sostenitori magliette rosse – il colore simbolo delle proteste contro il governo.
Erdogan si è impegnato molto duramente nelle campagna elettorale, soprattutto ad Istanbul, tanto che i suoi medici gli hanno ordinato di non fare comizi venerdì 28 per riposare la voce. Dopo un giorno di sosta, Erdogan è tornato sabato ad appoggiare il suo candidato di Istanbul. Durante uno degli ultimi comizi, Erdogan ha definito l’opposizione “traditori” e ha invitato i suoi sostenitori ad andare ai seggi per dargli “uno schiaffo ottomano” (Erdogan – e non solo – ha una vera mania per tutto ciò che richiama la dinastia dei sultani ottomani che dominò la Turchia fino alla Prima Guerra Mondiale – una storia che avevamo raccontato qui).
Le accuse di tradimento all’opposizione fanno parte di una campagna elettorale che ha avuto toni durissimi. Il partito Giustizia e Sviluppo (AKP) di Erdogan è stato duramente criticato e accusato di corruzione. A dicembre diversi ministri sono stati costretti e a dimettersi, mentre numerosi membri del partito sono stati arrestati o indagati. Nel corso della campagna elettorale sono state pubblicate altre indiscrezioni che coinvolgevano membri dell’AKP.
Il governo ha reagito licenziando diversi membri delle forze dell’ordine e della magistratura che hanno avuto a che fare con le inchieste. Più recentemente, Erdogan ha ordinato di oscurare Twitter e YouTube su tutto il territorio nazionale: secondo il governo, i due siti erano stati utilizzati per pubblicare materiale riservato sulle inchieste e gli scandali di corruzioni che hanno colpito il partito di Erdogan.