Le proteste degli studenti in Spagna
Contro i tagli del governo all'istruzione: proseguono da giorni con violenti scontri con la polizia
Giovedì 27 marzo a Madrid e in altre cinquanta città della Spagna associazioni e movimenti studenteschi hanno organizzato diverse manifestazioni di protesta contro il piano di riforme del governo Rajoy, che prevede una serie di tagli all’istruzione, l’aumento delle tasse universitarie, l’abbassamento degli stipendi dei dipendenti e una riduzione delle borse di studio.
Da mercoledì 26 marzo i sindacati studenteschi avevano proclamato due giorni di sciopero nei licei e nelle università: a Madrid alcuni edifici scolastici sono stati occupati e ci sono stati diversi scontri con la polizia. Per le strade sono stati incendiati cassonetti, formate delle barricate, vandalizzati alcuni negozi e la polizia ha arrestato 53 persone che, nel frattempo, sono state rilasciate ma che restano accusate di furto e atti di vandalismo. Secondo alcune fonti della polizia, solo 8 delle 53 persone che sono state fermate sono iscritte all’università, mentre gli altri appartengono a movimenti di estrema sinistra.
Le proteste contro il governo spagnolo proseguono da diversi giorni. Sabato scorso a Madrid al corteo degli studenti si sono unite più di 300 organizzazioni, sindacati, partiti di sinistra, collettivi e comitati per il diritto all’aborto in una mobilitazione ribattezzata “marcia per la dignità”. In generale chiedevano le dimissioni del governo e “pane, lavoro e casa per tutti”, come si poteva leggere sugli striscioni mostrati durante la manifestazione. Dopo un inizio pacifico, ci sono stati violenti scontri con la polizia: circa cento persone sono rimaste ferite a causa delle cariche degli agenti antisommossa e altre 29 sono state arrestate. Si è trattato della più grande manifestazione nel paese dopo gli scioperi generali del 2012.