Sarah Vaughan, che avrebbe 90 anni
Video, foto e qualcosa da sapere su una delle più grandi cantanti jazz di sempre, che era nata oggi
Sarah Vaughan, leggendaria cantante jazz americana, nacque il 27 marzo di 90 anni fa a Newark, New Jersey. Ebbe diversi soprannomi, (“Sassy”, soprattutto), un’estensione vocale che andava dal soprano a baritono (il suo collega Billy Eckstine disse di lei che «escludendo la musica lirica» Sarah possedeva «il più bel suono che io abbia mai ascoltato da una voce umana»), e una incredibile capacità di improvvisazione. Con Billie Holiday e Ella Fitzgerald fu una delle cantanti più celebri del jazz e del bebop.
Dopo aver studiato organo e canto in una chiesa battista della sua città, nel 1942 Sarah Vaughan vinse un concorso all’Apollo Theater di Harlem, venne notata da Billy Eckstine, che era già cantante di grande fama, e si unì all’orchestra diretta da Earl Hines. Nel 1945 lasciò la band e cominciò la sua carriera da solista che fu di immediato successo e molto fortunata. Vaughan incise dischi con Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Tadd Dameron, Max Roach, Tony Scott, Miles Davis, Ernie Wilkins e Count Basie, insomma con i più grandi musicisti e compositori jazz dell’epoca e di sempre.
A partire dagli anni Cinquanta cantò in tutti i principali festival del jazz (tra cui, in Italia, Umbria Jazz), cantò in oltre sessanta nazioni e vinse due Grammy Award, il secondo nel 1989 alla carriera, un anno prima di morire per un tumore ai polmoni il 3 aprile del 1990 a 66 anni. Sarah Vaughan si sposò tre volte e adottò una bambina nel 1961.
Durante la sua lunga carriera, soprattutto a partire dagli anni Sessanta, incise dischi di genere più commerciale con orchestre d’archi o di canzoni brasiliane, interpretò canzoni dei Beatles e pezzi da musical (“My Favorite Thing”). Ma la sua produzione migliore viene considerata quella tra gli anni Quaranta e gli anni Sessanta e comprende “Interlude” (1944), “Mean to me” e “Lover man” (1945), “If You Could See Me Now” (1946), “It’s Magic” (1948), “Black coffee” (1949), “Lullaby of Birdland” (1954), “I cover the waterfront” (1957), “No Count blues” (1958) e “Sassy blues” (1963).