RCS ha sospeso i bonus ai manager
Le proteste e le minacce di sciopero dei giornalisti del Corriere e della Gazzetta dello Sport hanno avuto successo, sembra
Il piano che prevedeva l’assegnazione di una serie di bonus all’amministratore delegato di RCS Pietro Scott Jovane e ad altri venti dirigenti – e che avrebbe dovuto essere discusso domani, venerdì 28 marzo, durante il consiglio di amministrazione del gruppo – è stato sospeso. La notizia è stata comunicata in una nota ai comitati di redazione di Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport ieri, mercoledì 26 marzo, in tarda serata:
«L’amministratore delegato e la squadra di management hanno deciso di proporre al prossimo Consiglio di Amministrazione di sospendere tale sistema di incentivazione fino al pieno ripristino della profittabilità del Gruppo».
Di conseguenza, i sette giorni di sciopero programmati da giornalisti e poligrafici di Corriere e Gazzetta e che avrebbero dovuto iniziare oggi sono stati sospesi a loro volta, ma i comitati hanno fatto sapere di rimanere in attesa della delibera della decisione e della ratifica della proposta di sospensione dei bonus da parte del Cda. La sospensione è arrivata dopo una riunione molto agitata dell’assemblea di redazione, durante la quale il direttore Ferruccio De Bortoli sarebbe arrivato a minacciare le proprie dimissioni se i bonus per i manager non fossero stati sospesi. I bonus sono contestati soprattutto perché motivati dai risparmi provocati dai tagli al personale.
Nel febbraio del 2013 Pietro Scott Jovane, amministratore delegato di RCS, aveva avviato un piano triennale per salvare il gruppo in grave crisi economica che prevedeva esuberi, vendita o chiusura di alcune testate periodiche, un aumento di capitale, il rilancio delle attività digitali e la vendita delle sedi del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport di via Solferino, a Milano. A un anno dall’avvio del piano, la situazione del gruppo non è però migliorata: i ricavi hanno continuato a scendere, l’investimento nelle attività digitali ha portato a modesti aumenti del fatturato e il programma di rilancio è stato rispettato – e anzi superato di 10 milioni di euro – solo nell’entità dei tagli.
Secondo i Comitati di redazione di Corriere e Gazzetta, dunque, sostenere i costi dei premi ai dirigenti con la riduzione dei costi dei dipendenti non solo sarebbe stato in contraddizione con l’andamento generale del gruppo, ma avrebbe rappresentato «una beffa vergognosa ed eticamente inaccettabile» per i dipendenti.