I graffiti di Atene
Guerrieri spartani in giacca e cravatta, leader della resistenza antifascista greca e tante cose sulla crisi, tra i disegni fotografati da Dimitri Messinis
Tra febbraio e marzo 2014 Dimitri Messinis, fotografo greco dell’agenzia Associated Press, ha girato alcuni quartieri del centro di Atene e ha fatto diverse fotografie ai molti graffiti disegnati sui muri della città. Nonostante negli ultimi mesi la polizia locale e diversi gruppi organizzati abbiano dedicato diverse giornate a “ripulire” gli edifici – tra le altre cose hanno istituito una squadra apposita, chiamata T.A.G. (“Targeting Area Graffiti”) – Atene è rimasta una tra le mete più popolari gli artisti di strada di tutto il mondo, soprattutto per la legislazione piuttosto permissiva nei confronti di chi realizza i graffiti.
L’aumento dei graffiti sui muri di Atene è stato significativo dopo la grave crisi che ha colpito molto duramente tutto il sistema economico e finanziario greco. Come ha scritto il New York Times nel giugno 2012, Atene è sempre stata una città con una forte inclinazione per il dibattito politico espresso, tra le altre forme, anche attraverso l’arte di strada. Durante i peggiori momenti della crisi finanziaria, le scritte nei graffiti sui muri della città sono diventate anche molto dure e dirette (“Il Parlamento brucia”, “Benvenuti alla civilizzazione della paura”, per esempio) e sono stati imbrattati anche alcuni importanti edifici storici della città. Per diverso tempo la polizia locale non si è occupata dei graffitari, sostenendo di avere altri e più gravi problemi con cui fare i conti, come l’aumento della criminalità.
Molti dei graffiti di Atene sono scritte, insulti, simboli politici, slogan o semplicemente firme. Ma in diversi quartieri del centro sono rimasti intatti disegni bellissimi, realizzati da artisti di strada provenienti da tutto il mondo, oltre che da diverse parti della Grecia. Molti di questi rappresentano in qualche modo le difficoltà provocate dalla crisi finanziaria, altri sono simboli di pace, altri ancora sono legati alla più recente crisi Ucraina: e poi ci sono guerrieri spartani vestiti in giacca e cravatta, ritratti di leader della resistenza antifascista greca nella Seconda Guerra Mondiale e graffiti che ricordano il rapper di sinistra Pavlos Fyssas ucciso da militanti di Alba Dorata il settembre scorso.