Il volo scomparso e gli “oggetti sospetti”
Un aereo cinese ne ha individuati due nel tratto dell'Oceano Indiano dove si stanno concentrando le ricerche; gli australiani altri due, uno tondo e uno squadrato
Aggiornamento delle 10:50
Durante la giornaliera conferenza stampa di aggiornamento sulla scomparsa del volo MH370 a Kuala Lumpur, le autorità malesi hanno annunciato che gli aerei australiani hanno avvistato due oggetti, uno circolare e uno più squadrato, nella zona in cui stanno concentrando le ricerche nell’Oceano Indiano, a circa 2.500 chilometri dalla costa dell’Australia Occidentale. Entro martedì, hanno spiegato, una nave potrebbe procedere al recupero dei due oggetti.
L’australiana AMSA ha aggiunto qualche dettaglio, spiegando che l’oggetto circolare è di colore grigio-verde e che il secondo è di colore arancione. Si tratta di due oggetti diversi da quelli avvistati nelle ultime ore da un ricognitore cinese, e che non è stato possibile ritrovare effettuando nuove ricerche.
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Un aereo cinese alla ricerca del volo MH370 scomparso di Malaysia Airlines ha rilevato la presenza di alcuni “oggetti sospetti” nell’area dell’Oceano Indiano dove negli ultimi giorni si sono concentrate le ricerche. Stando alle informazioni fornite dai media cinesi, l’aeroplano avrebbe identificato due oggetti di grandi dimensioni in acqua, circondati da “molti altri piccoli oggetti di colore chiaro” in un raggio di diversi chilometri. Il governo australiano, che sta coordinando le ricerche, ha confermato di avere ricevuto diversi dati dalla Cina e che nelle prossime ore effettuerà controlli nel tratto di mare indicato.
Il volo MH370 era in viaggio da Kuala Lumpur (Malesia) a Pechino (Cina) lo scorso 8 marzo (il 7 in Italia) quando smise di comunicare a terra mentre stava sorvolando il Golfo di Thailandia con 239 persone a bordo. Da allora è stata avviata una ricerca che ha coinvolto decine di nazioni e che fino a ora non ha portato a molti risultati. Grazie alle rilevazioni di alcuni radar militari è stato possibile identificare lo spostamento del volo MH370 in direzione ovest, verso lo Stretto di Malacca, una posizione anomala considerato che l’aeroplano si sarebbe dovuto dirigere verso est, superando il Golfo di Thailandia e raggiungendo le coste del Vietnam. Grazie all’analisi dei dati satellitari, è stato possibile identificare due ampi archi, uno verso nord fino al Kazakistan e uno verso sud nell’Oceano Indiano, che indicano il possibile spostamento dell’aereo dopo la sua scomparsa dai radar.
Negli ultimi giorni le ricerche si sono concentrate lungo l’arco a sud, dove appare più probabile si sia spostato il volo MH370 (l’arco a nord copre diversi paesi, che non hanno rilevato il passaggio di oggetti in volo di simili dimensioni non identificati). La scorsa settimana le fotografie satellitari di due grandi rottami a circa 2.500 chilometri dalle coste dell’Australia sud-occidentale avevano fatto sperare in un possibile ritrovamento del Boeing 777, ma le ricerche sul campo con aeroplani non hanno permesso di ritrovare i due oggetti.
Almeno dieci aerei da ricognizione stanno sorvolando nelle ultime ore la zona dove ci sono stati più avvistamenti. Alle operazioni partecipano diversi paesi tra cui la Cina, il Giappone, gli Stati Uniti e l’Australia, che sta coordinando i lavori di ricerca. L’area che viene sorvolata è molto estesa e copre circa 68.500 chilometri quadrati. Molti aerei partono da Perth, nell’Australia Occidentale, volano per circa quattro ore, eseguono non più di un paio d’ore di ricognizioni e poi sono costretti a tornare indietro, altrimenti non avrebbero autonomia sufficiente per il volo di ritorno. Questa condizione ha complicato le operazioni di ricerca e reso necessaria la presenza di navi sul posto. Un’imbarcazione della marina militare australiana ha raggiunto la zona e altre navi cinesi sono in viaggio per raggiungerla.
L’avvistamento più recente realizzato da un aereo della Cina è stato comunicato all’Australian Maritime Safety Authority (AMSA), che sta coordinando i lavori di ricerca. L’AMSA ha confermato che già oggi, lunedì 24 marzo, saranno eseguite ricognizioni nei punti indicati dall’aereo cinese e che questi si trovano all’interno della grande zona in cui si sono concentrati i lavori degli ultimi giorni. Il problema è che gli aerei in zona devono fare i conti con le condizioni atmosferiche, che cambiano spesso e rapidamente, specialmente a bassa quota. Per le prossime ore è previsto un peggioramento, che porterà minore visibilità e forti venti.
Domenica 23 marzo le autorità francesi, che stanno partecipando alle ricerche, hanno annunciato di avere rilevato alcuni possibili detriti osservando immagini satellitari nella zona dell’Oceano Indiano. L’area indicata dai francesi si trova a circa 850 chilometri a nord rispetto all’ampia zona in cui si stanno concentrando le ricerche degli ultimi giorni. Nonostante questo, il governo australiano ha confermato che saranno verificate tutte le possibilità.
Il forte impegno della Cina nel risolvere il caso dell’aereo scomparso è dovuto al fatto che a bordo del volo MH370 circa due terzi dei passeggeri erano di origini cinesi. Da oltre due settimane ci sono parenti e amici di chi stava viaggiando sul volo Malaysia Airlines in attesa di notizie. Molti trascorrono le loro giornate all’aeroporto di Pechino aspettando qualche aggiornamento, altri hanno raggiunto Kuala Lumpur in Malesia, dove il governo tiene quotidianamente una conferenza stampa per dare gli ultimi aggiornamenti. I familiari hanno più volte protestato contro le autorità malesi per avere dato informazioni parziali o in contrasto tra loro, accusando il governo di avere perso tempo prezioso per ritrovare il volo MH370 nei primi giorni dopo la sua scomparsa.
Un aereo P-3C Orion del Giappone in attesa di partire da Perth per effettuare
le ricerche del volo scomparso (AP Photo/Rob Griffith, Pool)