L’esclusione della Russia dal G8
I paesi del G7 hanno annullato la partecipazione del governo russo ai prossimi incontri del gruppo, fino a che non ci sarà un cambio di atteggiamento sull'Ucraina
Lunedì i leader del G7, il gruppo dei sette paesi con le economie più sviluppate del mondo, hanno deciso di sospendere la partecipazione del governo russo al G8, in seguito alla grave crisi internazionale che si è sviluppata attorno all’annessione della Crimea al territorio russo. La Russia era entrata a far parte del gruppo – che per questo da G7 era diventato G8 – nel 1997, principalmente per ragioni politiche. Inoltre, in un comunicato congiunto diffuso al termine di un incontro a porte chiuse di due ore, i capi di governo di Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Giappone e Canada hanno annunciato la sospensione dell’incontro del G8 programmato a Sochi, in Russia, per il prossimo giugno, e hanno aggiunto che terranno un incontro a Bruxelles nello stesso periodo (ma senza la Russia).
Nel comunicato congiunto, pubblicato anche in italiano sul sito del governo, si specifica che la sospensione della Russia dal G8 durerà fino a che il governo russo non modificherà il suo atteggiamento all’interno del gruppo. Le ragioni della decisione del G7, già ampiamente discusse negli ultimi giorni, sono ribadite nel comunicato:
«Il diritto internazionale proibisce l’acquisizione di una parte o di un intero territorio attraverso la coercizione o la forza. Tali comportamenti violano i principi base che costituiscono il sistema internazionale. Condanniamo il referendum illegale tenuto in Crimea, in violazione della Costituzione dell’Ucraina. Condanniamo inoltre con forza il tentativo illegale, da parte russa, di annettere la Crimea in violazione del diritto internazionale consuetudinario e pattizio. Non riconosciamo né l’uno né l’altro.»
I paesi del G7 stanno valutando la possibilità di adottare nuove sanzioni contro la Russia, dopo il completamento del processo di annessione della Crimea. Stati Uniti e Unione Europea hanno già applicato due round di “sanzioni mirate” contro cittadini russi e ucraini – il primo pacchetto di sanzioni risale al 17 marzo, il secondo al 21 marzo, quattro giorni dopo – a cui si sono aggiunte anche le sanzioni del Canada e del Giappone. Le nuove sanzioni che potrebbero essere esaminate, scrive il New York Times, potrebbero colpire settori più ampi dell’economia russa (non sarebbero quindi più solo “individuali”), e potenzialmente danneggiare in misura maggiore anche le economie europee che hanno forti legami con la Russia.
Lunedì per la prima volta dall’inizio della crisi in Crimea il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, si è incontrato con la sia controparte ucraina, Andriy Deshchytsia, a margine di un incontro sulla sicurezza a L’Aia, nei Paesi Bassi. Lavrov ha detto che “non è una grande tragedia” per la Russia essere espulsa dal gruppo del G8: «Se i nostri partner occidentali credono che questo format sia esaurito, allora che sia così», ha detto Lavrov. Lunedì, intanto, il presidente ucraino ad interim, Olexander Turchynov, ha ordinato il ritiro delle forze militari ucraine dalla Crimea, a seguito delle minacce subìte dai soldati e dalle loro famiglie da parte delle forze filo-russe.