L’epidemia di Ebola in Guinea
È la prima volta che il virus arriva in Africa occidentale: 59 persone sono morte e si teme un contagio anche nei paesi vicini
Sabato 21 marzo il governo della Guinea, un paese di 11 milioni di abitanti nell’Africa occidentale, ha annunciato che nel paese è in corso un’epidemia di Ebola che ha già ucciso 59 persone e ne ha infettate almeno 80. Non ci sono cure o vaccini contro l’Ebola, una malattia che si trasmette tramite la vicinanza e il contatto con i fluidi corporei. Esistono vari tipi di Ebola e il più mortale, l’Ebola-Zaire, può uccidere fino al 90 per cento delle persone contagiate.
Si tratta della prima epidemia di Ebola nella storia della Guinea e dei primi casi di decessi a causa del virus in tutta l’Africa occidentale. Diversi casi che presentano sintomi simili all’Ebola sono stati riportati anche in Sierra Leone, un paese che confina a nord con la Guinea. Sono in corso analisi per scoprire se le due epidemie siano collegate. Il ministro della Salute del Ghana ha dichiarato che non tutti gli ottanta casi di infezione sono confermati e che alcuni potrebbero essere dovuti ad altre malattie.
L’organizzazione non governativa Medici Senza Frontiere ha annunciato che sta rafforzando il suo personale in Guinea e che spedirà nel paese 33 tonnellate di medicine e altro materiale dal Belgio e dalla Francia. L’organizzazione ha spiegato che isolando immediatamente l’area l’epidemia sarà più semplice da contenere e che quindi intende intervenire immediatamente con tutte le sue forze.
Il virus Ebola, insieme al virus Marburg – un altro virus per cui non esiste una cura – fa parte della famiglia dei filoviridae, virus dalla forma allungata che ricordano dei fili o degli spaghetti. Ebola e Marburg causano entrambi febbri emorragiche che sono molto spesso letali. I primi sintomi sono in genere un forte mal di testa, febbre e dolori al petto. Il virus colpisce anche il cervello, causando spesso agitazione, confusione e depressione (e nei casi più gravi il coma).
Il virus agisce anche sul sistema circolatorio, causando numerosi coaguli di sangue che possono arrivare al cervello o bloccare la circolazione in altri organi, soprattutto fegato e reni. Questo processo “consuma” tutto l’anticoagulante presente nel sangue, causando in molti casi forti emorragie interne ed esterne (alcuni pazienti arrivano sanguinare da ogni membrana del corpo, anche se più spesso le emorragie sono limitate all’intestino). La morte in genere è causata dai coaguli di sangue o dalla necrosi dei tessuti attaccati dal virus. Per contrarre l’Ebola bisogna entrare in contatto con i fluidi corporei di una persona contagiata e questo limita la possibilità del virus di diffondersi: in tutta la sua storia l’Ebola ha ucciso circa un migliaio di persone (qui potete leggere molte informazioni sul virus e la lista delle epidemie sul sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità).
L’Ebola venne scoperto per la prima volta nel 1976 quando scoppiarono quasi simultaneamente due epidemie, in Sudan e nello Zaire (l’attuale Repubblica Democratica del Congo). Quest’ultima scoppiò nell’ospedale di Yambuku e si diffuse in particolare a causa dell’utilizzo di aghi contaminati su diversi pazienti. Su 318 persone infettate, 280 morirono. Ebola-Zaire ha una percentuale di mortalità dell’88 per cento, che lo rende uno dei patogeni più pericolosi per l’uomo. Non si conosce ancora l’origine dell’Ebola, ma gli scienziati hanno scoperto che si trasmette dagli animali agli uomini. Secondo alcune ipotesi, l’Ebola potrebbe essere ospitato naturalmente in alcune specie di pipistrelli che vivono nelle aree intorno alle foreste pluviali dell’Africa centrale, dove tuttora la malattia è endemica.
Il fatto che non esistano vaccini o terapia ha reso l’Ebola una malattia particolarmente interessante per molti media, che gli hanno dato un’attenzione sproporzionata al numero di morti che ha effettivamente causato. Tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, l’Ebola è arrivato negli Stati Uniti e in Italia, tramite scimmie infette importate dalle Filippine. Si trattava di un tipo di Ebola (Ebola Reston) asintomatico per l’uomo: cioè sostanzalmente innocuo (ad ogni modo, non si verificarono casi della malattia nelle persone entrate in contatto con le scimmie). Questi episodi, insieme ad alcune gravi epidemie scoppiate in Africa nel corso degli anni Novanta, hanno tenuto viva l’attenzione sul virus, a cui sono stati dedicati diversi film e diversi libri diventati bestseller.