L’inchiesta su Infrastrutture Lombardia
Due persone sono arrestate e altre 8 sono ai domiciliari in un'inchiesta che riguarda anche i lavori per Expo 2015
Giovedì 20 marzo la procura di Milano ha arrestato due persone e ha deciso i domiciliari per altre otto nel corso di un’inchiesta su presunte irregolarità nella gestione degli appalti da parte di Infrastrutture Lombardia, una società della Regione Lombardia che si occupa di fare consulenze alla regione e di realizzare infrastrutture, tra cui anche quelle che riguardano EXPO 2015. Sono indagate complessivamente trenta persone.
Tra i due arrestati, che al momento si trovano in carcere, c’è Antonio Giulio Rognoni, direttore generale di Infrastrutture Lombardia. Gli altri sono in gran parte professionisti che hanno ricevuto consulenze o altri incarichi dalla società. Gli indagati sono accusati di un totale di 68 capi d’accusa, tra cui associazione a delinquere, truffa aggravata, falso e turbativa d’asta. Tra gli appalti che sono stati assegnati irregolarmente, secondo i magistrati, c’è ad esempio una gara per assegnare una serie di consulenze legali dal valore complessivo di 1,2 milioni di euro.
Nella versione dell’accusa, gli indagati avrebbero messo in atto numerosi metodi per cercare di indirizzare appalti verso amici o persone compiacenti. Alcuni lavori, ad esempio, sarebbero stati divisi in contratti più piccoli, in modo da farli rientrare tra quei contratti che possono essere affidati senza fare una regolare gara d’appalto. Altri contratti sono stati retrodatati, dicono i magistrati, mentre le comunicazioni alle autorità di vigilanza sono state falsificate. I magistrati hanno scritto nell’ordinanza che i «vertici della regione» erano a conoscenza delle irregolarità. I fatti si riferiscono a un periodo tra il 2008 e il 2012, quando alla presidenza della Lombardia c’era Roberto Formigoni. In un’intervista alla Stampa di sabato 22 marzo, Formigoni ha difeso Infrastrutture Lombardia e ha dichiarato di essere perseguitato dai magistrati.
La questione dei rapporti tra Infrastrutture Lombardia ed Expo 2015 è molto complessa. Il commissario unico incaricato dal governo per Expo, il milanese Giuseppe Sala – nominato nel maggio 2013 durante il governo Letta, ma amministratore delegato della società Expo 2015 S.p.A. già dal 2010 – ha dichiarato che la sua società è esterna a questa vicenda. Expo 2015, infatti, ha rapporti direttamente con il comune e la regione, e non con Infrastrutture Lombardia. Una relazione c’è comunque: Infrastrutture Lombardia si è occupata di fornire consulenze alla regione Lombardia proprio in relazione a Expo 2015 – tra cui la stesura dei bandi di gara – e gestisce direttamente parte dei cantieri. Sala ha però specificato che, negli appalti per i cantieri, Infrastrutture Lombardia non ha mai fatto parte della giuria, e in effetti le accuse dei magistrati si concentrano sugli appalti per le consulenze.
Al momento il problema principale sembra essere la sostituzione del direttore dei lavori di Infrastrutture Lombardia, Alberto Porro, dal momento che Rognoni, il direttore generale, era già dimissionario da diverse settimane. Porro è tra gli indagati che non hanno subito misure cautelari. Lunedì prossimo, 24 marzo, Sala, il presidente della regione Roberto Maroni e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia dovrebbero riunirsi per nominare il successore di Porro. Un passo importante, secondo Sala, per evitare che i lavori vengano rallentati.