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  • Sabato 22 marzo 2014

Una nuova traccia del volo MH370?

Le autorità cinesi hanno diffuso nuove immagini satellitari di un oggetto lungo oltre venti metri, che potrebbe essere un detrito dell'aereo scomparso

Flight officer Rayan Gharazeddine, on board a Royal Australian Air Force AP-3C Orion, scans for missing Malaysia Airlines flight MH370 in the southern Indian Ocean on March 22, 2014. The Orion under took a four-hour journey to search an area approximately 2,500 kms southwest of Perth, two hours on station searching at about 400 feet above the ocean, and then a four-hour return. China released on March 22 a new satellite image of a large floating object possibly linked to missing Malaysia Airlines flight MH370, boosting search efforts as anger with the pace of the operation boiled over among Chinese relatives in Beijing. AFP PHOTO / POOL / Rob Griffith (Photo credit should read ROB GRIFFITH/AFP/Getty Images)
Flight officer Rayan Gharazeddine, on board a Royal Australian Air Force AP-3C Orion, scans for missing Malaysia Airlines flight MH370 in the southern Indian Ocean on March 22, 2014. The Orion under took a four-hour journey to search an area approximately 2,500 kms southwest of Perth, two hours on station searching at about 400 feet above the ocean, and then a four-hour return. China released on March 22 a new satellite image of a large floating object possibly linked to missing Malaysia Airlines flight MH370, boosting search efforts as anger with the pace of the operation boiled over among Chinese relatives in Beijing. AFP PHOTO / POOL / Rob Griffith (Photo credit should read ROB GRIFFITH/AFP/Getty Images)

Sabato 22 marzo il ministro dei trasporti malese Hishammuddin Hussein ha annunciato di aver ricevuto dalle autorità cinesi – che, insieme a quelle di altri 26 paesi, stanno investigando sulla scomparsa del volo MH370 di Malaysia Airlines, avvenuta l’8 marzo scorso – la notizia di un nuovo avvistamento di un grosso oggetto nel sud dell’Oceano Indiano, che potrebbe essere un rottame dell’aereo scomparso.

Come in altre occasioni recenti, l’identificazione e la stima delle dimensioni del possibile rottame dell’aereo sono state fatte tramite alcune fotografie satellitari, risalenti a martedì 18 marzo: l’oggetto misura 22 metri di lunghezza e 13 di larghezza. L’agenzia di stampa cinese Xinhua ha confermato che è stato localizzato in un punto nel “corridoio” sud, cioè una delle due possibili rotte dell’aereo dopo la perdita dei contatti radio. L’aereo è scomparso l’8 marzo scorso, mentre era in volo sul Golfo di Thailandia, in viaggio da Kuala Lumpur (Malesia) a Pechino (Cina).

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C’è stata un’iniziale confusione sulle misure del rottame: sul foglio scritto a mano che Hussein ha mostrato durante la conferenza stampa era riportata una larghezza di 30 metri, poi subito rettificata nelle comunicazioni delle autorità cinesi.

 

L’oggetto si trova a circa 120 chilometri da dove, giovedì 20 marzo, l’Australian Maritime Safety Authority aveva annunciato di aver avvistato – anche in quel caso, tramite immagini satellitari – due grandi rottami, a 2.500 chilometri a sud-ovest delle coste dell’Australia. Ed è lì che le ricerche si sono concentrate nei giorni scorsi e anche ieri, sebbene il brutto tempo e la scarsa visibilità stiano rendendo più difficoltose le operazioni. Finora non è stata avvistata alcuna traccia dell’aereo, e un ministro malese ha sostenuto che l’avvistamento delle autorità australiane potrebbe essere un falso allarme.

Il ministro dei trasporti malese Hishammuddin Hussein ha detto che sei aerei da ricognizione sono stati impegnati nelle operazioni di sabato, e che le ricerche – nonostante i venti molto forti e il possibile arrivo di un ciclone – sono state estese. Ora comprendono un’area di circa 10.500 miglia nautiche quadrate. Nel corso della giornata, il primo ministro australiano Tony Abbott – che giovedì scorso aveva annunciato i risultati delle analisi delle immagini satellitari australiane – ha ipotizzato che l’oggetto rilevato dalle foto satellitari cinesi potrebbe essere un container (secondo il World Shipping Council circa 675 container vengono persi in mare ogni anno).

Ieri il Telegraph ha pubblicato la trascrizione dell’ultima conversazione tra il pilota e la torre di controllo, da cui – come già ribadito dagli investigatori – non emergono anomalie (qualcuno, tutt’al più, ha trovato insolito che il capitano abbia ripetuto due volte la comunicazione dell’altitudine).

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Foto: ROB GRIFFITH/AFP/Getty Images