Fare soldi con il silenzio su Spotify

Una band americana ha chiesto ai suoi fan di ascoltare il suo ultimo disco – dieci tracce senza un solo suono – mentre dormono, per finanziare il prossimo tour

Da qualche giorno il sito ufficiale dei Vulfpeck, un gruppo musicale di Los Angeles, annuncia lo Sleepify Tour e invita ad ascoltare l’ultimo album, Sleepify, sul servizio di musica in streaming Spotify. Fin qui niente di strano: se non fosse che il nuovo album è composto da dieci tracce di una trentina di secondi di silenzio assoluto, intitolate un numero crescente di Z – da “Z” a “Zzzzzzzzzz”.

Si capisce di più guardando il video linkato dal sito: il leader del gruppo Jack Stratton riconosce che il nuovo album è «molto più tranquillo» dei precedenti, «il più silenzioso mai registrato». Aggiunge che il gruppo intende andare in tour questo autunno, ma ha deciso che tutte le date dovranno essere gratuite. Per finanziarsi, quindi, chiede ai suoi fan di riprodurre il loro disco Sleepify mentre dormono, durante la notte: per ogni ascolto di una loro canzone, dice Stratton nel video, Spotify paga il gruppo circa mezzo centesimo di dollaro – il meccanismo con cui vengono pagati gli artisti è in realtà un po’ più complicato e il pagamento per canzone è variabile – per cui ci vogliono davvero molti ascolti per finanziare il tour.

Il gruppo ha promesso anche che sceglierà le città dove suonare in base al luogo dove sono avvenuti più ascolti: sul sito è presente una mappa che mostra gli ascolti in tempo reale. Le tracce di Sleepify durano trentuno o trentadue secondi, perché Spotify considera come “ascoltata” una canzone solo dopo 30 secondi. Facendo qualche conto, per ogni ascolto dell’intero album Sleepify la band guadagna circa 5 centesimi di dollaro, ma con gli ascolti a ripetizione le cose si fanno più interessanti: se un sostenitore dorme sette ore e lascia l’album di sottofondo – per modo di dire – la mattina successiva avrà suonato circa 850 canzoni silenziose, con ricavi per il gruppo di 4,25 dollari. Se cento persone fanno lo stesso, il risultato dopo una sola notte sarà di 425 dollari (circa 300 euro).

Sui grandi numeri, insomma, l’impresa di finanziare un tour sembra possibile: BusinessWeek scrive che l’album è già quello più ascoltato del gruppo su Spotify, con oltre 1.100.000 riproduzioni e ricavi per il gruppo stimati intorno ai settemila dollari. Stratton ha detto di non sapere ancora quanti soldi ha fruttato la trovata del gruppo e ha aggiunto che non sa neppure quanto servirà loro per il tour: «abbiamo suonato in giro solo due volte negli ultimi tre anni».

Da parte sua, il responsabile della comunicazione di Spotify negli Stati Uniti Graham James sembra prenderla con umorismo: ha detto a Billboard che «è una trovata intelligente, ma preferiamo gli album precedenti dei Vulpeck: Sleepify sembra troppo dipendente dall’opera di John Cage». Il riferimento è al celebre brano del compositore americano 4’33” del 1952, in cui agli strumentisti era prescritto di non suonare per la durata indicata dal titolo.

I Vulfpeck si presentano come «una sezione ritmica mezzo ebrea tedesco-americana di Los Angeles» e hanno pubblicato tre album – sonori – tra il 2011 e il 2013. Tutte le tracce sono disponibili su YouTube e possono essere ascoltate a questo indirizzo, oppure su Bandcamp.