La Russia si prenderà anche la Transnistria?
Un territorio che si è autoproclamato indipendente dalla Moldavia nel 1990 vorrebbe unirsi alla Russia, sul modello della Crimea: oggi ne parla il parlamento russo
Da qualche giorno gli ultimi sviluppi della crisi in Ucraina hanno portato diversi esperti e giornalisti a chiedersi se il processo di annessione della Crimea alla Russia possa creare un “precedente”, e spingere altri territori dello spazio ex-sovietico a staccarsi dai rispettivi stati e chiedere di passare sotto la sovranità russa. Il processo sarebbe facilitato grazie a una legge recentemente approvata dal parlamento russo che prevede meccanismi più semplici per i casi di annessione di territori alla Russia. Martedì 18 marzo è arrivata la prima richiesta di questo tipo dal parlamento della Transnistria, territorio della Moldavia che si è autoproclamato indipendente nel settembre 1990. La richiesta verrà valutata oggi dal parlamento russo.
La Transnistria – che geograficamente è una striscia di territorio che si trova tra l’Ucraina e la Moldavia, senza sbocchi sul mar Nero – non è riconosciuta a livello internazionale, nemmeno dalla Russia: ma è di fatto sotto la tutela russa attraverso la presenza di circa 2000 soldati. Ha una storia recente piuttosto complicata e tesa. Secondo l’ultimo censimento del 2004 sul suo territorio vivono circa 550mila persone, di cui un terzo di lingua russa, un terzo di lingua rumena, il resto diviso tra ucraini, gagauzi (gruppo etnico turcofono cristiano) e altri gruppi etnici dell’ex Unione Sovietica. Molti degli abitanti della Transnistria hanno cittadinanza russa. Nel 2006, in un referendum per decidere se annettere la Transnistria alla Russia, il 97 per cento dei suoi abitanti ha risposto “sì”.
Il caso della Transnistria, oltre a essere molto dibattuto da anni per le sue implicazioni di diritto internazionale, potrebbe assumere un importante significato politico: lo stato che ne rivendica la sovranità, la Moldavia, negli ultimi vent’anni si è progressivamente avvicinato all’Occidente, entrando a far parte di organizzazioni internazionali economiche e politiche filo-occidentali. Oltre a far parte del programma Partnership for Peace della NATO (come l’Ucraina), la Moldavia fa parte dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, è firmataria dello statuto della Corte Penale Internazionale e rientra nel quadro della Politica europea di vicinato dell’Unione Europea (e aspira a diventare membro UE). Nonostante questo, le preoccupazioni per la piena sovranità della Moldavia non sono ancora sparite. In un rapporto presentato al Congresso americano nel giugno 2013 si legge:
«Alcuni esperti hanno espresso preoccupazione per gli sforzi della Russia di estendere la sua egemonia sulla Moldavia attraverso diversi metodi, inclusa la presenza di truppe, la manipolazione delle relazioni della Moldavia con la sua regione separatista, la Transnistria, la gestione delle forniture energetiche e delle relazioni commerciali.»
Nonostante la situazione della Transnistria sia diversa per molti aspetti da quella della Crimea – nel primo caso, per esempio, si tratta di un territorio che si è autoproclamato indipendente 14 anni fa, e in cui le tensioni etniche sono state un motivo sostanziale dello scontro, tutti elementi che non sono presenti nella storia della Crimea – la Russia potrebbe valutare positivamente la richiesta del Parlamento della Transnistria per gli stessi motivi per cui l’ha fatto riguardo alla Crimea: mettere dello spazio tra sé e l’Occidente, e riaffermare la propria sovranità nei territori ex sovietici a forte componente russofona. Il viceprimo ministro russo, Dmitri Rogozine, ha detto che la situazione potrebbe peggiorare ancora di più se la Moldavia deciderà di firmare un accordo di libero scambio già negoziato con l’Unione Europea.
Dopo l’annuncio della richiesta del parlamento della Transnistria di annessione alla Russia, il presidente della Moldavia Micolae Timofti ha detto in conferenza stampa che ci sono molti elementi in comune tra i casi della Crimea e della Transnistria: «Abbiamo informazioni precise riguardo l’avvio di azioni destabilizzanti, che sono controproducenti sia per la Moldavia che per la Russia. Invito tutti alla calma». Il giorno successivo Timofti ha aggiunto che l’obiettivo della Russia è ripristinare i confini dell’Unione Sovietica, e se non riesce a farlo con mezzi pacifici allora «usa i carri armati».
Foto: Veterane dell’Armata Rossa durante la parata militare del Giorno della Vittoria a Tiraspol, in Transnistria, il 9 maggio 2005. (AP Photo / Bela Szandelszky)