• Libri
  • Giovedì 20 marzo 2014

Quale governo ha abbassato le tasse?

Un capitolo dal nuovo libro di Davide De Luca, che smonta bufale e luoghi comuni dal signoraggio alle tasse al debito pubblico

È uscito oggi per la casa editrice ISBN il Dizionario delle balle dei politici e degli antipolitici, scritto da Davide De Luca, che tiene anche sul Post un blog di fact checking. Il libro è pensato come un manualetto da consultazione in cui bufale, statistiche, luoghi comuni abusati ma errati vengono smontati con precisione, consultando dati e percentuali. Il libro, che è accompagnato da una prefazione di Antonio Pascale, affronta temi come il costo della corruzione in Italia, i derivati, il signoraggio e l’IMU. Di seguito, due capitoli dedicati alle tasse: quale governo degli ultimi vent’anni le ha abbassate e se Berlusconi le ha tagliate davvero.

***

dizionario-delle-balle_esecutivo.inddTASSE: Quale governo le ha abbassate davvero?
In Italia, si sa, tutti i governi hanno abbassato le tasse, o almeno dichiarano di averlo fatto: in qualunque talk show o intervista, un politico di sinistra sosterrà che i governi della sua parte hanno abbassato la pressione fiscale al contrario di quanto fatto dai loro avversari politici, e viceversa. Di norma, nessuna di queste affermazioni trova una conferma o una smentita da parte dei giornalisti, che spesso si limitano a registrare in maniera acritica tale informazione.
In effetti, a prima vista può sembrare difficile stabilire in maniera precisa chi ha realmente abbassato le tasse e chi invece le ha aumentate. Spesso, infatti, le manovre economiche più complesse sono pluriennali, e i loro effetti si estendono oltre la durata dei governi che le hanno promosse. Un esempio di ciò che si può riscontrare prendendo in esame la manovra varata dal quarto governo Berlusconi nel 2011, che faceva slittare l’aumento della pressione fiscale al 2013 e al 2014, quando quell’esecutivo, con ogni probabilità, non sarebbe più stato in carica.
D’altra parte, per un governo è possibile modificare le leggi lasciate in eredità da quelli passati, anche se spesso non è così facile. Nell’autunno del 2013 si è discusso molto intorno al tentativo di bloccare l’aumento dell’Iva previsto dalla manovra varata dal governo Berlusconi nel 2011 (quella di cui parlavamo poco fa). Il tentativo non è andato a buon fine, e l’Iva è comunque aumentata. Questo dimostra che almeno una parte della responsabilità dell’aumento delle tasse va in ogni caso ascritta al governo in carica; tuttavia, manovre come quella approvata dall’esecutivo Berlusconi nel 2011 fortunatamente non sono frequenti, e l’intera operazione fu duramente criticata per avere spostato così in avanti l’aumento della pressione fiscale.

Detto questo, è possibile stabilire quali sono – se ci sono stati – i governi che hanno effettivamente abbassato la pressione fiscale? Sì, ed è anche molto facile. L’Istat e l’Eurostat forniscono regolarmente tutta una serie di tabelle nelle quali, per ogni paese dell’Unione, viene calcolata la pressione fiscale in rapporto al pil. Chiariamo subito che nessun governo, dal 2001 a oggi, è mai riuscito ad abbassare davvero le tasse. Nel 2000 (durante il governo D’Alema) la pressione fiscale si assestava intorno al 41,5% del pil. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2013 ha raggiunto i 43,8 punti percentuale. In questi ultimi anni, perciò, ci sono state poche oscillazioni verso il basso e qualche impennata verso l’alto. Nel corso del secondo e del terzo governo Berlusconi (2001-2006) la pressione fiscale è rimasta sostanzialmente invariata, scendendo al 40,3% del pil nel 2005, per poi fare un piccolo salto in avanti nel 2006, arrivando al 42%. Nel corso del successivo governo Prodi (2006-2008) è salita ancora, raggiungendo il 42,6%, per poi stabilizzarsi. Tra il 2008 e il 2011, con il quarto governo Berlusconi, è rimasta stabile, mentre le manovre del 2011, volute dall’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti, prevedevano un’impennata della tassazione (stimata intorno al 44% del pil) nel corso del 2014. Con l’arrivo del governo Monti, una parte di questi aumenti è stata anticipata, e nel 2012 la pressione fiscale ha toccato il record del 43,8%.
In altre parole, negli ultimi dieci anni nessuno governo è mai riuscito ad abbassare le tasse. I vari tentativi fatti per contenere la pressione fiscale hanno ottenuto risultati alterni. Durante il terzo governo Berlusconi la pressione è rimasta stabile, e per qualche anno si è addirittura riusciti ad abbassarla; prima della fine della legislatura, però, è tornata a salire oltre il livello dei precedenti governi guidati dal centrosinistra. Per cui, non solo le tasse non sono mai state abbassate in maniera significativa, ma anche i tentativi di contenerle sono sempre falliti, e di governo in governo la tassazione non ha smesso di aumentare.

TASSE, sotto i governi guidati da Berlusconi
«Non abbiamo mai messo le mani nelle tasche degli italiani.»
Silvio Berlusconi

Berlusconi ha sostenuto più volte che i suoi governi non hanno mai alzato le tasse, e spesso l’ha fatto con espressioni molto efficaci a livello comunicativo, utilizzando questa argomentazione per far cadere esecutivi di cui faceva parte, come per esempio quello guidato da Monti (dichiarando: «Non saremo mai complici di un governo che alza le tasse»).

In realtà, i quattro governi Berlusconi le mani nelle tasche degli italiani le hanno messe eccome. Per cominciare, nel 2011 la finanziaria approvata dal quarto governo Berlusconi prevedeva uno dei più grossi aumenti di tasse mai verificatisi nella storia della Repubblica, con il reperimento di ben 40 miliardi di euro in tre anni. Alcune di queste tasse sono state semplicemente anticipate dal governo Monti, mentre altre (come per esempio riguardo all’aumento dell’Iva) sono scattate sotto il governo Letta: in ogni caso, erano tutte state programmate dal quarto esecutivo guidato da Berlusconi. Nel corso delle sue precedenti legislature, quest’ultimo riuscì – più o meno – a contenere l’impennata della pressione fiscale, ma le tasse – anche se di poco – aumentarono comunque. Secondo i dati Istat e quelli forniti dalla Banca d’Italia, durante il primo governo Berlusconi (1994-1996) la pressione fiscale è cresciuta dal 40,6% al 41,4% del pil, mentre con il secondo e terzo governo da lui guidato (2001-2006) è passata dal 40,5% al 41,7%.

Berlusconi ha spesso cercato di dipingersi come un liberale nemico della spesa pubblica e favorevole all’abbassamento delle tasse. Proprio per questo, ha sempre dichiarato che i suoi governi hanno ridotto la pressione fiscale o, al peggio, sono riusciti a evitare di alzarla.
Non è così. Come quasi tutti gli esecutivi degli ultimi vent’anni, anche quelli guidati da Berlusconi solo raramente sono stati in grado di contenere la pressione fiscale: in ogni caso, non sono mai riusciti ad abbassarla, e anzi a volte si sono trovati costretti ad aumentarla.

Foto: Fox Photos/Getty Images