Confermata l’interdizione per Berlusconi
La Cassazione ha confermato i due anni di interdizione dai pubblici uffici per l'ex PresdelCons nel processo Mediaset
La Corte di Cassazione ha confermato la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per due anni per Silvio Berlusconi nel processo Mediaset. La Cassazione aveva già confermato la condanna per evasione fiscale a quattro anni di prigione (tre dei quali sono stati “scontati” grazie all’indulto del 2006). Nel processo d’appello Berlusconi era stato anche condannato a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, una sanzione che la Corte di Cassazione aveva chiesto di ricalcolare con un processo definito “di appello bis”: quest’ultimo processo si era concluso il 19 ottobre 2013 con la decisione dei due anni di interdizione dai pubblici uffici, decisione confermata oggi dalla Cassazione.
La Corte di Cassazione ha definitivamente confermato la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per due anni nei confronti di Silvio Berlusconi nel processo Mediaset. L’ex premier era già stato condannato con sentenza irrevocabile per frode fiscale alla pena principale di 4 anni di reclusione (tre coperti da indulto).
Giudici in camera di consiglio in serata
I giudici della III sezione penale della Cassazione si erano riuniti in serata camera di consiglio per decidere se confermare o meno la sentenza della Corte d’Appello di Milano che a Silvio Berlusconi ha applicato una pena accessoria di due anni di interdizione dai pubblici uffici nell’ambito della vicenda Mediaset sui diritti tv per la quale ha una condanna definitiva a 4 anni di reclusione. In particolare, la III sezione presieduta da Claudia Squassoni dovrà decidere se confermare il verdetto del 19 ottobre 2013 che aveva ridotto l’interdizione di tre anni passando dagli originari cinque a due. La difesa dell’ex premier ha sollecitato alla Cassazione il rinvio degli atti a Strasburgo – il che sospenderebbe il giudizio – sollevando la sentenza relativa a Gabetti e Grande Stevens. La questione è stata sollevata con una nota di udienza depositata oggi cosa che ha fatto dire al sostituto procuratore generale Aldo Policastro «si tratta di una nuova questione. Avrei preferito averla prima per consentirmi una piena interlocuzione». Il verdetto è atteso in serata. Ecco il racconto della giornata.
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