Putin ha chiesto l’annessione della Crimea
Il presidente russo si è rivolto al parlamento in seduta comune: ha fatto un discorso molto duro contro l'Occidente ed è stato interrotto più volte da standing ovation
Sintesi del discorso di Putin al parlamento russo – Il presidente Vladimir Putin ha tenuto questa mattina un discorso di fronte alle camere riunite del parlamento russo sulla questione dell’annessione della Crimea alla Russia. Al termine del suo intervento, interrotto diverse volte da standing ovation, Putin ha chiesto formalmente ai parlamentari di approvare l’annessione della Crimea e della città di Sebastopoli alla Federazione Russa con lo status di “entità federali”. Putin ha toccato diversi argomenti strettamente legati alla crisi in Crimea: per esempio ha detto che il governo russo garantirà in Crimea la tutela di tre lingue ufficiali – russo, ucraino e tataro della Crimea – e ha aggiunto di non sapere con chi parlare a Kiev, perché il governo ucraino formato dopo l’allontanamento di Yanukovych non ha alcun potere effettivo.
Il discorso di Putin è stato molto duro anche nei confronti dell’Occidente, e degli Stati Uniti in particolare. Putin ha accusato gli stati occidentali di invocare il rispetto del diritto internazionale a seconda dell’opportunità politica, e ha citato diversi esempi di interventi che ritiene illegittimi (Libia, Iraq, Afghanistan, tra gli altri). Molti giornalisti e osservatori hanno scritto che i toni sono sembrati quelli della Guerra Fredda, soprattutto quando Putin ha detto che “il mondo unipolare non ha portato stabilità” o quando ha paragonato l’unione della Crimea alla Russia a quella delle due Germanie.
Al termine del discorso, con sottofondo l’inno nazionale russo, Putin e i leader della delegazione della Crimea presenti hanno firmato un trattato che rende la Crimea parte della Russia. Per entrare in vigore il trattato dovrà essere approvato dalla Corte Costituzionale russa e ratificato da entrambe le camere del parlamento.
12.51 – Putin: renderemo la Crimea e Sebastopoli due nuove entità federali della Federazione Russa. Standing ovation.
12.47 – Putin: “Kiev è la madre delle città russe”. La Russia difenderà sempre i russi in Ucraina.
12.46 – Commozione tra i presenti per le parole di Putin.
A woman in the audience just wiped away tears.
— Ellen Barry (@EllenBarryNYT) 18 Marzo 2014
12.45 – Putin: non credete a quelli che vi dicono che vogliamo dividere l’Ucraina, non ne abbiamo bisogno. Ma la Crimea è Russia.
12.42 – Putin: ringrazia Cina e India per avere analizzato la situazione della Crimea in modo “oggettivo” e per adottare un certo atteggiamento negli affari politici internazionali (cioè per sganciarsi dagli Stati Uniti e dall’Europa).
Putin praises Chinese and Indian "understanding" of world affairs. He's basically rejecting the West for good here
— max seddon (@maxseddon) 18 Marzo 2014
12.40 – Putin: l’Occidente ha superato la linea rossa in Ucraina. Cerca sempre di metterci nell’angolo (poi ringrazia il popolo della Cina, e riceve un applauso).
12.36 – Putin: la politica di “containment” alla Russia non si è mai fermata (si tratta della politica adottata dagli Stati Uniti all’inizio della Guerra Fredda per evitare l’effetto domino su paesi che si potevano spostare sotto l’orbita sovietica).
Putin says containment of Russia never stopped.
— Dmitri Trenin (@DmitriTrenin) 18 Marzo 2014
12.34 – Putin: il mondo unipolare non ha portato stabilità. «Pensano [gli occidentali] di potere governare il mondo come gli pare e ignorare il diritto internazionale». Putin elenca i fallimenti dell’Occidente – Iraq, Libia, Afghanistan e la primavera araba si è trasformata in inverno arabo.
12.30 – Putin: Se le forze di autodifesa filo-russe non avessero preso il controllo della Crimea, ci sarebbero state sicuramente delle conseguenze negative.
12.27 – Il primo ministro Dmitry Medvedev è stato inquadrato dalle telecamere di Russia Today con gli occhi chiusi, come se stesse dormendo. Nelle ultime settimane c’era già stata molta ironia sulle dormite pubbliche di Medvedev, tra cui quella alle Olimpiadi invernali di Sochi.
Not so loud. You will wake up the kid. pic.twitter.com/XS4EEpKOwU
— Russian Market (@russian_market) 18 Marzo 2014
12.24 – Putin critica l’Occidente per ricordarsi del diritto internazionale solo quando ne trae opportunità politica. Negli ultimi giorni Putin ha fatto riferimento in diverse occasioni all’intervento Nato in Kosovo, paragonando quell’episodio alla Crimea.
Putin on the west: "At least they remembered that international law actually exists. Better late than never". Ouch
— Shaun Walker (@shaunwalker7) 18 Marzo 2014
12.22 – Putin: Non c’è ancora un potere effettivo ed esecutivo in Ucraina. Non c’è nessuno con cui parlare. Il governo di Kiev è stato fatto da “usurpatori” ed è controllato da radicali.
12.20 – Putin ribadisce di capire le ragioni che hanno portato migliaia di persone a manifestare contro il vecchio governo ucraino guidato da Viktor Yanukovych.
Putin: I understand people who demonstrated in #euromaidan for democracy, transparency, against dictatorship.
— Alexander Marquardt (@MarquardtA) 18 Marzo 2014
12.18 – Putin: la Crimea è stata “rubata” alla Russia.
12.17 – Putin: Khruschov diede la Crimea all’Ucraina con “evidenti violazioni delle norme costituzionali allora esistenti”, senza consultare gli abitanti locali. Le buone relazioni con l’Ucraina rimangono la nostra priorità.
12.15 – Putin: ai tatari saranno garantiti tutti i diritti sotto la sovranità russa: appoggeremo tre lingue ufficiali, russo, ucraino e tataro della Crimea.
12.12 – Putin: il referendum del 16 marzo ha mostrato quanti tatari della Crimea (la minoranza etnica di religione musulmana che fu deportata da Stalin durante la Seconda Guerra Mondiale) hanno votato per unirsi alla Russia.
12.10 – Putin: siamo qui oggi a discutere una questione storica. La Crimea e la Russia sono legate dalla comune tradizione ortodossa e dalle vicende della Seconda Guerra Mondiale.
12.08 – Putin ha salutato gli abitanti della Crimea e di Sebastopoli – che lo stanno seguendo dalla piazza principale – ed è stato accolto da un grande applauso.
12.05 – Inizia a parlare Putin.
12.03 – L’attesa del parlamento russo per il discorso di Putin.
12.00 – Intanto Human Rights Watch ha chiesto alle autorità della Crimea di indagare sull’uccisione del tataro Reshat Ametov durante una protesta anti-russa del 3 marzo scorso a piazza Lenin, a Simferopoli. Il 16 marzo il corpo di Reshat è stato ritrovato fuori dalla città di Belogorsk con segni evidenti di violenze: l’ultima volta che era stato visto, hanno detto i famigliari, era circondato da uomini armati non identificati.
11.54 – Anche a Sebastopoli, in Crimea, si aspetta il discorso di Putin al parlamento.
Waiting for Putin's speech in Sevastopol. Cheers for Crimean PM Aksyonov, hobnobbing in the Kremlin pic.twitter.com/wfONlFZNEa
— max seddon (@maxseddon) 18 Marzo 2014
11.50 – Altre ipotesi dei tempi necessari per completare l’annessione. Il giornalista di BBC, Kevin Bishop, riferisce che un inviato al Cremlino di una televisione russa dice che la ratifica del documento di oggi sull’annessione potrebbe avvenire alla fine di questa settimana.
Russian TV correspondent at Kremlin saying document signed today on Crimean accession to Russia likley to be ratified by end of the week
— Kevin Bishop (@bishopk) 18 Marzo 2014
11.47 – Secondo il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, la Russia è stata sospesa dal G-8. Gli altri sette membri del gruppo avevano già sospeso la preparazione per il summit fissato a Sochi per il prossimo giugno.
11.43 – Il sito della presidenza russa ha pubblicato una nota che dice che il presidente Vladimir Putin ha firmato un ordine esecutivo dell’accordo sull’ammissione della Repubblica di Crimea nella Federazione Russa.
Executive Order on executing Agreement on Admission of Rep.Crimea into the Russian Federation http://t.co/fJH4foEJbQ pic.twitter.com/mQwfScESIx
— MFA Russia (@mfa_russia) 18 Marzo 2014
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Il presidente russo Vladimir Putin ha approvato la bozza di una legge che prevede la possibilità per la Crimea di annettersi alla Russia. Si tratta di un passo richiesto dal processo legislativo russo per completare l’annessione, e iniziato ieri con la firma da parte di Putin di un ordine esecutivo che ha riconosciuto la Crimea come uno “stato sovrano e indipendente”. Oggi alle 15 ora di Mosca – le 12 in Italia – Putin terrà un discorso al parlamento russo a camere riunite, alla presenza anche di una delegazione dei nuovi leader della Crimea. Secondo diverse indiscrezioni circolate ieri, durante o dopo la seduta potrebbe essere annunciata formalmente l’annessione della Crimea alla Russia.
Martedì il primo ministro ucraino Arsenly Yatsenyuk si è rivolto con un discorso televisivo agli abitanti delle regioni orientali e meridionali dell’Ucraina, quelle a maggioranza filo-russa: Yatsenyuk ha parlato in russo, la prima lingua in queste zone, e ha cercato di rassicurare la popolazione su alcune questioni. Tra le altre cose, Yatsenyuk ha detto che il nuovo governo di Kiev non ha in agenda l’entrata nella NATO (negli ultimi anni ci sono state diverse forme di collaborazione, ma piuttosto limitate) e ha aggiunto di non volere la messa al bando del Partito delle Regioni, cioè il partito filo-russo dell’ex presidente ucraino Viktor Yanukovych. Yatsenyuk ha anche detto di volere sostenere una proposta per aumentare l’autonomia delle regioni dell’Ucraina, probabilmente sul modello della repubblica autonoma di Crimea.
Intanto ieri i ministri degli Esteri dei paesi dell’Unione Europea hanno trovato un accordo sull’adozione di sanzioni – restrizioni sulla concessione dei visti e congelamento di beni e conti all’estero – contro 21 persone, 13 russe e 8 crimeane, considerate responsabili per l’organizzazione del referendum sull’annessione della Crimea alla Russia, che l’UE considera irregolare e illegale. Tra le persone colpite dalle sanzioni ci sono diversi funzionari del governo della Crimea e della Russia, ma non persone della strettissima cerchia di Vladimir Putin. Sanzioni più dure sono state adottate invece dagli Stati Uniti. Il presidente Barack Obama ha approvato restrizioni di movimento e congelamento dei beni contro 7 persone, russi e ucraini: tra questi ci sono l’ex presidente ucraino e filo-russo Viktor Yanukovych, il leader separatista crimeano Vladimir Konstantinov e alcuni funzionari del governo molto vicini a Putin, come il viceprimo ministro russo Dmitry Rogozin, e il potente consigliere di Putin Vladislav Surkov.