Chi usò il computer del volo scomparso?
Secondo il New York Times il cambio di rotta fu inserito nel computer di bordo e non eseguito manualmente; le indagini girano ancora attorno al pilota e al co-pilota
Alcune fonti statunitensi consultate dal New York Times hanno confermato che il cambio di rotta del volo MH370 di Malaysia Airlines, scomparso 11 giorni fa nel Golfo di Thailandia, fu inserito all’interno di uno dei computer di bordo e non fu eseguito manualmente intervenendo sui sistemi di pilotaggio. Si tratta della principale novità delle ultime ore riguardo le ricerche del volo scomparso mentre era in viaggio con 239 persone a bordo da Kuala Lumpur in Malesia a Pechino in Cina. Le autorità cinesi hanno avviato le ricerche sul loro territorio, dopo che lo studio dei pochi dati captati da un satellite ha consentito nei giorni scorsi di identificare due grandi archi, di migliaia di chilometri, lungo i quali si sarebbe potuto spostare l’aereo: il primo prosegue dal Golfo di Thailandia verso nord, curvando fino quasi al Kazakistan, l’altro verso sud spingendosi molto al largo sull’oceano Indiano.
Computer di bordo
Le fonti del New York Times hanno confermato quindi che il cambio di rotta che portò l’aereo a virare verso ovest sullo Stretto di Malacca, invece di proseguire a est in direzione delle coste del Vietnam, fu inserito all’interno di uno dei computer di bordo dell’aeroplano che costituiscono il Flight Management System (FMS) e non fu eseguito manualmente intervenendo sui sistemi di pilotaggio. L’operazione sarebbe stata quindi svolta da qualcuno con buone conoscenze sul funzionamento di un aeroplano di linea, ma non necessariamente formato per governare un Boeing 777.
La notizia non è stata ancora confermata dalle autorità della Malesia, che fino a ora hanno dato informazioni parziali e talvolta in contraddizione tra loro sul volo MH370. Il fatto che nell’FMS fossero state inserite coordinate diverse dal piano di volo originario fa comunque aumentare i sospetti nei confronti del pilota e del suo primo ufficiale, le due persone a bordo che per ovvi motivi sapevano come controllare l’aeroplano e come modificare la sua rotta.
ACARS
La scoperta dell’intervento sul computer di bordo sarebbe stata resa possibile osservando i dati forniti dall’ACARS, un dispositivo montato su buona parte degli aerei di linea che invia automaticamente informazioni sulle condizioni tecniche dell’aeroplano e su eventuali anomalie, da sistemare a terra durante le fasi di manutenzione. I dati sono solitamente inviati direttamente alla compagnia aerea e sono trasmessi a terra via radio dall’aeroplano, o tramite connessione satellitare quando ci si trova in volo a grandi distanze dalle coste e non è quindi possibile trasmettere con i sistemi convenzionali.
Inizialmente le autorità malesi avevano detto che l’ACARS era stato disattivato poco prima di un’ultima comunicazione tra il primo ufficiale e il centro di controllo competente. Lunedì questa versione è stata cambiata, annunciando che l’ACARS aveva smesso di funzionare dopo le ultime comunicazioni vocali a terra effettuate dal volo MH370. Stando alle fonti consultate dal New York Times, il Flight Management System avrebbe inviato all’ACARS le informazioni circa la rotta e quest’ultimo avrebbe poi regolarmente contattato una base a terra inviando, insieme al resto delle informazioni sullo stato dell’aereo, anche quelle sulle modifiche circa il tragitto programmato.
La modifica inserita tramite FMS sarebbe stata quindi realizzata mentre l’ACARS era ancora in funzione. Il dispositivo inviò un ultimo aggiornamento all’1:07 dell’8 marzo (le 18:07 in Italia del giorno precedente), mentre la successiva trasmissione prevista per mezz’ora dopo non fu ricevuta. L’ACARS non trasmette di continuo dati, ma a intervalli regolari e si pensa che nell’arco di tempo tra l’1:07 e l’1:37 sia stato deliberatamente disattivato. Più o meno nello stesso arco di tempo fu disattivato anche il transponder, un altro dispositivo che invia ai radar dei centri di controllo del traffico un identificativo dell’aereo accompagnato dai dati sulla sua posizione e l’altitudine di volo.
Cambio di rotta
Più nello specifico, le fonti del New York Times hanno spiegato che un “waypoint”, un insieme di coordinate che fanno riferimento a un punto specifico per impostare una rotta, fu aggiunto al tragitto programmato per il volo MH370. La pratica di aggiungere waypoint in fase di volo non è così insolita e viene spesso eseguita seguendo le indicazioni dei centri di controllo, che ordinano modifiche alla rotta per evitare traffico o condizioni atmosferiche sfavorevoli e pericolose. Nel caso del volo di Malaysia Airlines, il waypoint aggiunto era di molto fuori rotta rispetto al tragitto predefinito per raggiungere Pechino.
Un FMS non è difficilissimo da usare, ma richiede comunque qualche familiarità con il concetto di waypoint e nozioni di base su come funziona un aeroplano. Per inserire un nuovo punto nella rotta si devono inserire cinque caratteri attraverso una tastiera, corrispondenti al nome del waypoint. Prima di partire di solito il pilota inserisce la sequenza dei waypoint che costituiranno la rotta, con l’ultimo che di solito corrisponde a quello dell’aeroporto di destinazione. In altri casi le informazioni sono caricate in automatico attraverso altri sistemi dalla compagnia aerea.
Poiché dal corretto inserimento dei waypoint dipende la creazione di una rotta coerente, l’FMS prevede diversi sistemi di controllo per evitare errori. L’inserimento del codice avviene su uno schermo secondario e solo in un secondo momento, quando è stata controllata la correttezza del codice, si procede al suo invio al sistema principale. Di solito uno dei due piloti dice all’altro a voce alta il codice mentre lo sta inserendo, per ulteriore sicurezza. L’FMS dialoga poi con gli altri sistemi di bordo e imposta automaticamente le virate necessarie per seguire la rotta.
La notizia sul fatto che il cambiamento fosse stato programmato all’interno dell’FMS era circolata già nei giorni scorsi ed era stata ripresa tra gli altri da ABC News e da Bloomberg, ma mancavano diverse informazioni aggiuntive e più puntuali ottenute nelle ultime ore dal New York Times. Considerata la buona conoscenza dimostrata dei sistemi di bordo, i principali sospettati per il cambio di rotta continuano a essere il primo ufficiale e il pilota. Nella casa di quest’ultimo è stato trovato un simulatore di volo, costruito in modo alquanto artigianale, dal quale le autorità malesi sperano di ottenere qualche informazione sulle possibili intenzioni del suo proprietario. Per quanto se ne sa ora, non può comunque essere escluso che i piloti siano stati obbligati a cambiare rotta sotto la minaccia di uno o più dirottatori, e che poi le cose siano finite male.