Coca Cola dappertutto
Album fotografico dei posti – alcuni incredibili – in cui si è infilato il logo della bevanda più popolare al mondo, che fu venduta la prima volta in bottiglia nel 1894
Il 12 marzo del 1894 la Coca Cola fu venduta per la prima volta in bottiglia. All’epoca, infatti, la maggior parte delle bibite gassate erano vendute in apposite fontane che si trovavano nelle farmacie e nelle drogherie: luoghi in cui le persone si trovavano per bere qualcosa insieme e chiacchierare. La Coca Cola non esisteva da moltissimo tempo: la sua formula era stata inventata nel maggio del 1886 da John Pemberton, un farmacista di Atlanta, in Georgia. Il nome gli fu suggerito dal suo contabile Frank Robinson, che – avendo una bella grafia – realizzò anche la scritta del logo. La bevanda fu venduta per la prima volta nella fontana della farmacia dei fratelli Jacob, l’8 maggio del 1886. L’anno successivo Pemberton vendette la formula per 2.300 dollari – una grossa cifra per l’epoca – a Asa Candler, un altro farmacista e uomo di affari di Atlanta.
Candler trasformò in pochi anni la Coca Cola da marchio locale a nazionale. Si servì di un marketing particolarmente efficace, stampando poster, dipingendo il marchio sui muri, regalando taccuini, e assoldò venditori nei vari stati con il compito di distribuire buoni per acquistare gratuitamente della Coca Cola, così da invogliare le persone ad assaggiarla. La Coca Cola fu imbottigliata per la prima volta nella Biedenharn Candy Company a Vicksburg, Mississippi. Il proprietario della fabbrica, Joseph Biedenharn, fu molto colpito dalla crescente richiesta di Coca Cola e decise di installare una macchina per imbottigliarla vicino al suo negozio. Iniziò a venderla nelle fattorie vicine lungo il fiume Mississippi, così da non obbligare le persone a prenderla nelle fontane della città. Il logo della Coca Cola negli anni è finito in un’infinità di posti diversissimi tra loro fino a perdere progressivamente una connotazione geografica esclusiva, come mostrano le immagini di chioschi davanti alla Grande muraglia cinese e lungo la strada Panamericana in Perù, le insegne luminose nel centro di Buenos Aires e i cartelloni pubblicitari a Ramallah, in Cisgiordania.
Al contrario di Biedenharn, Candler però non era invece molto interessato a imbottigliare la Coca Cola, soprattutto perché le bottiglie dell’epoca venivano chiuse con una guarnizione in legno inserita nel collo della bottiglia, che veniva levata con un filo. Secondo Candler, insomma, le bottiglie non avrebbero conservato la bevanda a dovere e non avrebbero quindi avuto successo. Per questo quando nel 1899 due imprenditori, Ben Franklin Thomas e Joseph Whitehead, gli proposero di imbottigliare la Coca Cola, Candler gli vendette per un dollaro il diritto di farlo e di vendere lo stesso diritto a tutte le fabbriche di imbottigliamento. I due iniziarono a utilizzare ben presto bottiglie con un tappo metallico, che permettevano di conservare la Coca Cola (povero Candler).
All’epoca le diverse bevande venivano conservate in bottiglie praticamente identiche tra loro e tenute al fresco in blocchi di ghiaccio: era quindi piuttosto difficile distinguerle soltanto dalla bottiglia, tanto più che spesso l’etichetta si staccava per il gelo. Per questo i dirigenti dell’epoca della Coca Cola decisero di realizzare una bottiglia facilmente identificabile. Il modello vincente fu progettato in una fabbrica di vetro a Terre Haute, in Indiana: aveva collo e fondo stretti ed era molto panciuta al centro, a richiamare la forma delle fave di cacao (che gli ideatori ritenevano un ingrediente della formula). In diverse varianti e modifiche, è ancora la forma delle bottigliette e bottiglie di Coca Cola – in plastica e vetro – che beviamo tuttora in tutto il mondo.