Aspettando notizie sul volo scomparso
Fotografie di chi cerca e di chi attende negli aeroporti di Kuala Lumpur e Pechino, nella speranza che i passeggeri siano ancora vivi o che rispondano a un cellulare
Da oltre tre giorni nel Golfo della Thailandia e in altri tratti di mare al largo delle coste della Malesia è in corso una grande operazione di ricerca, per trovare il punto in cui si suppone sia precipitato il volo MH370 di Malaysia Airlines. L’aeroplano era in viaggio da Kuala Lumpur verso Pechino, in Cina, ma dopo circa un’ora ha smesso di comunicare a terra e non ha più inviato informazioni sulla sua posizione. Poche ore dopo sono iniziate le ricerche, cui partecipano numerosi paesi, con decine di barche, elicotteri ed aerei da ricognizione.
Mentre proseguono le ricerche in mare, finora senza successo, ci sono centinaia di persone a terra in attesa di notizie su che fine abbiano fatto i loro parenti, che si erano imbarcati sul volo MH370. L’aereo trasportava in tutto 239 persone, compresi i 12 membri dell’equipaggio. Di queste, 153 erano di nazionalità cinese, 38 malese e 7 indonesiana. Altri passeggeri avevano nazionalità australiana, indiana, francese, statunitense, canadese, neozelandese, ucraina, olandese, russa e taiwanese. Due passeggeri, imbarcati con passaporti rubati, sembra fossero di origini iraniane e in viaggio verso l’Europa per cercare asilo.
Molti familiari dei parenti a bordo e finora dispersi vivono da giorni nell’aeroporto di Kuala Lumpur, da dove era partito il volo MH370, e in quello di Pechino, dove sarebbe dovuto arrivare l’aereo. Attendono informazioni dalla compagnia aerea e dalle autorità locali, che fino a ora non hanno però diffuso molte notizie sullo stato delle ricerche, ricevendo diverse critiche. I parenti chiedono che siano date tutte le informazioni in possesso di Malaysia Airlines, accusata di non avere diffuso tutti i dettagli sulla fine del volo MH370.
All’aeroporto di Pechino i parenti dicono di avere ancora qualche speranza sul fatto che i loro familiari possano essere vivi, almeno fino a quando non ci sarà la prova contraria con il ritrovamento dei rottami dell’aereo in mare. I media cinesi raccontano che alcuni amici e parenti hanno provato a chiamare i cellulari dei loro familiari e conoscenti che erano a bordo, e che in molti casi i loro telefoni hanno dato il segnale di libero per qualche squillo, prima che la comunicazione si interrompesse. Diciannove famiglie hanno sottoscritto un comunicato in cui sostengono di essere riusciti a far suonare i telefoni dei loro familiari, ma che la comunicazione si è interrotta poco dopo senza avere la possibilità di ricevere risposta.
Al momento sembra comunque improbabile che i cellulari dei passeggeri possano essere utilizzati per identificare il punto in cui potrebbe essere caduto l’aereo. È probabile che telefonando a quei numeri si ottenga per qualche istante il segnale di linea libera, anche senza che i cellulari chiamati si mettano a suonare o siano effettivamente attivi. In molti casi si tratta infatti di chiamate internazionali, da un gestore a un altro con regole e sistemi diversi per l’avvio delle telefonate.