Crimea, tredicesimo giorno
Truppe filo-russe hanno preso il controllo di un ospedale militare a Simferopoli, la Nato dispiegherà aerei di ricognizione in Polonia e Romania: tutte le notizie
Sintesi della giornata -La Nato ha annunciato che dispiegherà degli aerei di ricognizione in Polonia e Romania per monitorare la crisi ucraina, e per verificare l’andamento del referendum sul futuro della Crimea che si terrà il 16 marzo. La decisione della Nato è stata presa poche ore dopo l’ennesima aggressione di forze filo-russe a Simferopoli: diversi uomini armati senza segni visibili di riconoscimento – dovrebbero essere soldati russi e milizie locali – sono entrati in un ospedale militare che ospita soldati e veterani ucraini e hanno minacciato lo staff e circa 30 pazienti. Il direttore dell’ospedale ha raccontato di essere stato costretto a salire su un autobus e di essere rimasto bloccato lì dentro per circa mezz’ora. Oggi inoltre Mykhailo Dobkin, ex governatore della regione di Kharkiv (Ucraina orientale) è stato arrestato con l’accusa di incitamento al separatismo, al fine di colpire l’integrità territoriale dell’Ucraina. Dobkin aveva detto in precedenza di volersi candidare alle elezioni presidenziali del 25 maggio.
A Bahkchysarai, città della Crimea tra Simferopoli e Sebastopoli, altri gruppi armati filo-russi hanno cercato di prendere il controllo di una base militare dedita a servizi di trasporto: un uomo ha sparato in aria dei colpi di avvertimento, ma i soldati ucraini hanno respinto l’attacco. Christian Fraser, inviato di BBC in Crimea, ha scritto che poco a poco gli uomini armati filo-russi stanno raggiungendo il loro obiettivo: smantellare progressivamente la capacità delle truppe ucraine di resistere agli attacchi. Durante la giornata si sono visti di nuovo dei convogli di mezzi militari (senza targhe identificative) muoversi tra Simferopoli e Sebastopoli.
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Domenica 9 marzo ci sono state manifestazioni in diverse parti della Crimea a cui hanno partecipato decine di migliaia di persone, sia filo-russe che filo-ucraine. A Sebastopoli, città portuale sede della flotta russa sul Mar Nero, ci sono state diverse tensioni tra le due fazioni: l’inviato di BBC in Crimea, Ben Brown, ha scritto che alcuni manifestanti filo-ucraini sono stati attaccati e colpiti con delle fruste da filo-russi, in particolare da cosacchi russi, responsabili tra l’altro dell’assalto alla base militare di venerdì sera a Sebastopoli. Brown ha descritto la scena come “molto spiacevole” e ha raccontato la sempre maggiore difficoltà per i giornalisti nel fare il loro lavoro in Crimea: «Siamo stati vicinissimi a essere picchiati… non correvo così veloce da anni! Ora sono tornato in hotel ma la situazione è sempre più pericolosa per i giornalisti».
We were seconds away from being beaten up….haven’t run so fast for ages! Now safely back in hotel but increasingly scary for journalists
— Ben Brown (@BenBrownBBC) 9 Marzo 2014
A Yevpatoriya, nella Crimea occidentale, alcune forze filo-russe senza segni evidenti di riconoscimento hanno minacciato di fare irruzione in un posto di comando di un’unità della contraerea ucraina: la tensione si è poi risolta senza scontri anche se i militari ucraini all’interno non si sono arresi. Anche a Luhans’k, città sudorientale dell’Ucraina, domenica è stata una giornata piuttosto tesa e complicata: attivisti filo-russi hanno preso il controllo degli uffici dell’amministrazione regionale e hanno costretto il governatore locale a dimettersi. A Donetsk, nell’Ucraina orientale, manifestanti filo-russi hanno tolto la bandiera dell’Ucraina che era stata issata vicino alla sede del governo regionale, e l’hanno sostituita con una bandiera russa. A Kharkiv, nel nordest dell’Ucraina, domenica c’è stata invece una grande manifestazione anti-russa a cui hanno partecipato circa 10mila persone.
Domenica a Kiev c’è stata invece una grande manifestazione in occasione del 200esimo anniversario della nascita del poeta ucraino Taras Shevchenko: nel suo discorso il primo ministro ucraino ad interim Arseniy Yatsenyuk ha ribadito che il governo non accetterà che venga ceduto «nemmeno un centimetro di territorio ucraino» alla Russia. Durante le celebrazioni ha parlato anche l’oligarca russo Mikhail Khodorkovsky, ex proprietario dell’unica azienda energetica rivale della statale Gazprom ed oppositore di Vladimir Putin recentemente liberato dopo essere stato per diverso tempo in un carcere russo: Khodorkovsky ha detto, tra le altre cose: «Voglio che voi sappiate che c’è anche un’altra Russia» oltre a quella che appoggia le politiche di Putin.
Intanto il presidente statunitense Barack Obama ha invitato Yatsenyuk alla Casa Bianca, per dimostrare in maniera chiara l’appoggio del governo di Washington al nuovo governo che si è insediato a Kiev dopo l’allontanamento dell’ex presidente Yanukovych.
A seguire il liveblog del Post di questa mattina
13.34 – Un breve spezzone sottotitolato in inglese dell’intervento dell’oligarca russo Mikhail Khodorkovsky ieri a piazza Indipendenza, in occasione del 200esimo anniversario della nascita del poeta ucraino Taras Shevchenko.
12.55 – Buzzfeed ha raccontato una storia molto interessante legata alle vicende dell’edizione ucraina della rivista Forbes, che si sono sovrapposte con la presa del potere a Kiev del nuovo governo e l’allontanamento di Yanukovych.
Forbes, racconta Buzzfeed, ha revocato la licenza di pubblicare l’edizione ucraina della sua rivista all’oligarca Sergei Kurchenko, dopo che le accuse di corruzione per miliardi di dollari hanno spinto l’Unione europea a imporre delle sanzioni contro di lui. Giovedì 6 marzo il ministro degli Interni ucraino aveva annunciato 13 indagini contro Kurchenko con l’accusa di avere rubato 10 miliardi di hryvnias (circa 1 miliardo di dollari) dalle casse dello stato ucraino. Lo stesso giorno Kurchenko era apparso tra i nomi delle persone inserite dall’Ue nella lista di coloro considerati responsabili dei «crimini legati all’appropriazione indebita di fondi statali e del loro trasferimento fuori dall’Ucraina».
Kurchenko ha 28 anni, è un oligarca e uno dei membri chiave che appartenevano alla cerchia di persone vicine a Yanukovych. La sua figura era talmente oscura che nessuno sapeva nemmeno che faccia avesse, almeno fino al novembre 2012, quando due giornalisti di Forbes Ucraina (la stessa rivista di cui poi avrebbe acquisito la licenza) pubblicarono un’indagine molto importante e ampia su come Kurchenko avesse accumulato una grande quantità di denaro attraverso contratti statali molto discutibili, specialmente nel settore del gas. Alcune persone mandate da Kurchenko, scrive Buzzfeed, minacciarono i due giornalisti responsabili dell’inchiesta – Olexandr Akymenko e Sevgil Musayeva – e il direttore Vladimir Fedorin si spaventò talmente tanto che nascose gli scritti in una bottiglia e disse al web editor Leonid Bershidsky che avrebbe dovuto far saltare fuori tutto se “qualcosa di serio fosse successo”. Niente di tutto questo fermò però nel giugno 2013 l’acquisizione di UMH Group, che pubblica Forbes Ucraina, da parte di Kurchenko. Forbes disse che le accuse dei giornalisti contro Kurchenko non era valide finché a provarle non fosse stato un tribunale.
Miguel Forbes, rampollo della famiglia proprietaria della rivista e responsabile della vendita della discussa licenza a Kurchenko, aveva lasciato il suo incarico come vicepresidente della compagnia alla fine dello scorso anno: il suo annuncio di lasciare non era legato allo scandalo di Forbes Ucraina, ha detto la portavoce di Forbes Media, ma alcuni dubbi rimangono, scrive Buzzfeed. Per esempio nel novembre scorso, quando in Ucraina iniziarono le proteste contro Yanukovych, metà dello staff dell’edizione ucraina di Forbes se ne andò per quello che definì un regime di censura interno alla rivista. Non è chiaro oggi se Miguel Forbes continui ad avere rapporti con Kurchenko: sabato 8 marzo Buzzfeed ha provato a contattarlo, senza riuscirci. Kurchenko dovrebbe trovarsi a Mosca almeno da quando Yanukovych è stato allontanato dal potere.
12.38 – Due giorni fa l’Economist ha pubblicato questa vignetta molto divertente sugli incontri diplomatici che si stanno tenendo per risolvere la crisi in Crimea.
12.30 – Egeny Feldman è un fotografo di Novaya Gazeta (giornale russo considerato liberale e di opposizione) che sabato 8 marzo ha visitato un checkpoint messo in piedi da forze filo-russe a pochi chilometri a nord della Crimea. Feldman ha pubblicato le sue fotografie sul sito Mashable, accompagnate da brevi didascalie che spiegano molto bene le tensioni che la popolazione locale sta vivendo in queste zone. Il suo lavoro si è concentrato dentro e attorno la cittadina di Chonhar, che si trova lungo una delle uniche due strade che collegano la Crimea al resto dell’Ucraina. Qui le belle foto di Feldman, qui sotto una mappa che indica dove si trova Chonhar, per capire di cosa si sta parlando.
12.15 – Prosegue l’inquietante campagna in Crimea per il referendum del 16 marzo. In questo foglio appeso su un muro a Sebastopoli c’è scritto: «Pensaci ora, quando sarai nella camera a gas di Buchenwald sarà troppo tardi». La scritta fa riferimento alla campagna di propaganda russa secondo cui il nuovo governo di Kiev sarebbe dominato da forze filo-naziste, provenienti da alcuni partiti di estrema destra ucraina. Il campo di concentramento di Buchenwald si trovava nella Germania orientale, a circa 8 chilometri da Weimar, e è stato tra il 1937 e il 1945 uno dei più importanti e vasti campi di concentramento e di sterminio nazisti in territorio tedesco.
Spotted in #Sevastopol: “Think now, at gas chamber in Buchenwald it will be late.” #Propaganda pic.twitter.com/wuqm8Dlqyd
— MareikeAden (@MareikeAden) 10 Marzo 2014
12.10 – Altra interessante opinione sulla strategia di Putin in Crimea. Il giornalista Tikhon Dzyadko ha scritto su New Republic un articolo intitolato “Putin doesn’t know what he wants in Ukraine” (“Putin non sa cosa vuole in Ucraina”). Dzyadko scrive che la Russia non sta portando avanti una politica coerente in Ucraina, che non c’è alcuna logica in quello che fa. Secondo Dzyadko, è da anni che la Russia fa cose senza alcuna logica quando si parla di Ucraina. Oltretutto, dice Dzyadko, invadendo e annettendo la Crimea la Russia rovinerà i suoi rapporti con l’Ucraina, il suo più importante partner per il trasporto di gas verso l’Europa: è quindi una strategia perdente, oltre che confusa.
«Quello che la Russia sta cercando di ottenere in Crimea non è chiaro nemmeno al Cremlino, sembra. Negli ultimi giorni ho letto attentamente tutte le dichiarazioni fatte dalle autorità russe; ho parlato con molti di loro. Ho ascoltato decine di spiegazioni delle azioni russe in Crimea: la difesa di basi militari, la difesa di cittadini russi, la reazione a un nuovo governo di Kiev ritenuto disonesto. E non mi sono ancora dato una risposta chiara alla domanda: “perché?”. Sempre di più mi sembra che la posizione della Russia sulla Crimea sia come un pazzo che va avanti e indietro: Valentina Matvienko, la speaker del Consiglio Federale [la camera alta del parlamento russo: abbiamo scritto della Matvienko qui, aggiornamento ore 12.04, ndr], sabato si è espressa con favore a mandare soldati russi in Crimea, ma solo pochi giorni prima aveva smentito qualsiasi possibilità di un conflitto armato.»
12.00 – Geoffrey Pyatt, ambasciatore statunitense a Kiev, ha detto che l’FBI e funzionari del dipartimento del Tesoro americano sono in Ucraina per aiutare le autorità locali a indagare sui crimini finanziari di cui è accusato l’ex presidente Viktor Yanukovych.
FBI and Treasury officials are in Ukraine helping local authorities investigate Yanukovych financial crimes, says @GeoffPyatt
— max seddon (@maxseddon) 10 Marzo 2014
11.55 – Ripasso molto utile sul governo locale della Crimea. Il primo ministro è oggi Sergei Akysyonov, che alle ultime elezioni parlamentari ottenne solo il 4 per cento dei voti. Si è autodichiarato leader provinciale alla fine di febbraio, dopo che i russi avevano preso il controllo dell’edificio del parlamento della Crimea a Simferopoli. I parlamentari dell’opposizione hanno detto che alla maggior parte di loro è stato impedito di entrare in aula, sia durante il voto che ha nominato Akysyonov sia, una settimana dopo, durante quello che ha dichiarato la Crimea parte della Russia. Quindi, sostengono, il risultato è stato falsificato (entrambe le votazioni si sono tenute a porte chiuse). Secondo Reuters, inoltre, la televisione ucraina e la sola stazione indipendente della Crimea non vengono più trasmesse.
11.52 – Il primo ministro filo-russo della Crimea, Sergei Akysyonov, ha annunciato la possibilità per gli abitanti della repubblica autonoma ucraina di scegliere tra passaporto russo e passaporto ucraino nel caso in cui si completi l’annessione alla Russia con il referendum del 16 marzo.
11.38 – Vista la mattinata per ora tranquilla in Crimea e dintorni, vale la pena spendere cinque minuti a leggere degli interessanti e diversi punti di vista di esperti e giornalisti riguardo l’efficacia e la sostanza della strategia del presidente Vladimir Putin in Crimea. La prima opinione che riportiamo è della scrittrice, giornalista e politica canadese Chrystia Freeland, che ha scritto sul New York Times un articolo intitolato “Russia has already lost the war” (“La Russia ha già perso la guerra”). Dice Freeland:
«Questo conflitto potrebbe diventare per l’Europa la prima grande guerra del 21esimo secolo, e la Crimea potrebbe non tornare mai più a essere parte dell’Ucraina. Ma non importa quello che succederà nei prossimi mesi, o anche anni, Putin e la sua visione di una Russia dominante e autoritaria nello spazio ex-sovietico hanno già perso. L’Ucraina democratica, indipendente, e l’idea un po’ confusa (ma anche libera e rispettosa della legge) hanno vinto.»
Secondo Freeland, Putin ha perso perché il nuovo governo di Kiev non accetta più, come aveva invece fatto al tempo di Yanukovych, di partecipare e contribuire al suo progetto neo-sovietico e neo-imperialista. Secondo Freeland, Putin ha fatto diversi errori importanti in Ucraina:
«Per prima cosa, Putin non ha compreso la complessità linguistiche ed etniche in Ucraina. Certamente, l’Ucraina è diversa, e il linguaggio, la storia e la cultura giocano un ruolo nel definire le sue differenze interne – come lo fanno negli stati rossi e blu degli Stati Uniti, nel nord e sud Italia, o nel nord e sud dell’Inghilterra.
L’errore è credere che ci sia una separazione fratricida tra chi parla russo e chi parla ucraino e pensare che tutti quelli che parlano russo a casa loro o che hanno votato per Yanukovych ora preferiscano essere cittadini della Russia di Puitn. La realtà dell’Ucraina è che ciascuno nel paese parla e capisce il russo e che tutti almeno capiscono l’ucraino. Alla televisione, in parlamento e nelle strade le discussioni bilingui sono comuni.
Putin sembra credere genuinamente che l’Ucraina sia la Jugoslavia, e che le sue forze dovrebbero essere accolte con calore da almeno la metà del paese.»
11.26 – Il referendum sullo status della Crimea, che si terrà il 16 marzo, viene presentato così: andare con i russi o con i nazisti?
Referendum advertisements are popping up in the Crimea. “March 16, we decide!” Go Russian or go Nazi? pic.twitter.com/FQ7dplCP9n
— Kevin Rothrock (@KevinRothrock) 9 Marzo 2014
11.13 – Da diversi giorni molti attivisti ucraini stanno denunciando la sparizione di centinaia di persone che hanno partecipato alle manifestazioni anti-Yanukovych nei mesi scorsi. Come scrive oggi il New York Times, di molti di loro non si sa più nulla da settimane. Secondo Euromaidan S O S, un gruppo di volontari che si sta occupando di recuperare informazioni sulle sparizioni, le persone segnalate come “scomparse” dall’inizio delle proteste sono state 661: molte di loro sono state trovate poi in prigione, o negli ospedali, mentre altre erano state semplicemente impossibilitate a mettersi in contatto con la famiglia. Di altri ancora, invece, non si hanno più avuto notizie.
11.10 – L’ex presidente russo Viktor Yanukovych parlerà domani da Rostov sul Don, città della Russia meridionale.