La petroliera sequestrata dai ribelli libici
Si trova in un porto controllato da una milizia, il governo ha minacciato di bombardarla se non prenderà il largo
Sabato 8 marzo il primo ministro libico Ali Zeidan ha minacciato di bombardare una petroliera che si trova in un porto nell’est del paese, controllato da una milizia locale che si è ribellata al governo. Non è ancora chiaro come si siano svolti gli eventi, ma a quanto pare la nave è ora carica di petrolio, dopo aver attraccato venerdì notte nel porto di As-Sidra. Secondo alcuni giornali locali, citati da Reuters, i miliziani che controllano il porto avrebbero imbarcato 36 milioni di dollari di petrolio sulla Morning Star, una petroliera da 37 mila tonnellate, registrata in Corea del Nord e, secondo il governo libico, “affittata” da un ancora imprecisato paese del Golfo Persico.
La città di As-Sidra è controllata da Ibrahim Jadran, 32 anni. Jadran e la sua milizia erano stati incaricati dal governo di sorvegliare alcuni porti nella parte orientale del paese dove transita la maggior parte delle esportazioni di petrolio libico. Lo scorso luglio, Jadran si è rivoltato al governo e ha bloccato il traffico nei porti sottoposti al suo controllo. Jadran, che è stato intervistato da CNN, accusa il governo di incompetenza e corruzione e chiede maggiore autonomia per la parte orientale del paese, nonché una percentuale più alta sui proventi delle esportazioni.
Nella notte tra venerdì e sabato, il governo libico si è messo in comunicazione con il capitano della nave e gli ha ordinato di abbandonare il porto. Il capitano ha risposto che a bordo della nave ci sono uomini armati e che al momento è impossibile ripartire. Sabato il governo ha autorizzato l’arresto del capitano e l’uso della forza per riprendere la nave.
Non è la prima volta che accade un episodio simile. Nelle scorse settimane le navi militari della marina libica sono dovute intervenire diverse volte per impedire ad alcune petroliere di attraccare nei porti controllati dai ribelli. Queste operazioni non sempre hanno avuto successo e in passato diverse navi sono state sequestrate dalle milizie ribelli. Gli ultimatum del governo sono trascorsi senza che le navi venissero riconsegnate e senza che venisse presa alcuna misura.
Questi avvenimenti mostrano la debolezza dell’attuale governo libico che, a due anni dalla fine della rivolta che ha portato alla caduta di Muammar Gheddafi, ha ancora diverse difficoltà a controllare il paese. Diverse zone della Libia, oltre ai porti delle zone orientali, sono fuori dal controllo del governo di Tripoli, mentre in tutto il paese imperversano diverse milizie più o meno indipendenti.
Foto: la nave della marina libica Ibn Auf, utilizzata dal governo per bloccare l’arrivo delle petroliere nei porti controllati dai ribelli (AFP/Getty Images)