Branduardi: «Essere in hit parade oggi significa aver venduto quattro dischi»
E ha aggiunto che lui, di suoi dischi, in casa non ne tiene
In una intervista con Angelo Carotenuto pubblicata domenica 9 marzo su Repubblica, Angelo Branduardi ha parlato a lungo della sua musica e della sua storia personale. A proposito delle vendite dei dischi oggi – e del rapporto con i suoi, di dischi – ha detto:
Nessuna nostalgia per le hit parade. «È tutto così cambiato. Non voglio fare il reduce, ma ho avuto la fortuna di vivere l’epoca d’oro. Dagli anni ’70 agli anni ’90. Il ventennio più proficuo della musica nel mondo. Quando il Disco d’oro arrivava per 500mila copie vendute. Adesso te lo danno a 12.500, una volta su 12.500 copie ci sputavi sopra. Essere in hit parade oggi significa aver venduto quattro dischi». In casa Branduardi non ce ne sono di suoi. «Ho i nastri incisi, sono di mia proprietà. Ma dischi no, forse mia moglie li terrà da qualche parte, io non li ho mai visti. Ogni tanto ne chiedo qualcuno, la casa discografica mi spedisce delle copie perché io ne regali. Devo averne fatti tanti, forse, non lo so. Ho riascoltato quello su Yeats poco prima di partire per questa tournée, per capire come all’epoca avevamo ricostruito quella polifonia. In genere quando ne pubblico uno, lo sento una volta al giorno per dieci giorni, poi mai più. Lo troverei insopportabile.»