Le ultime dalla Crimea
Decine di veicoli militari senza targa sono state viste in movimento verso la capitale Simferopoli, una delegazione dell'OSCE non è potuta entrare nella penisola per il terzo giorno di fila
Sabato 8 marzo, per la terza giornata consecutiva, la delegazione dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione europea (OSCE) incaricata di monitorare la situazione in Crimea è stata bloccata all’entrata della penisola. I miliziani filo-russi che presidiavano il posto di blocco dove è stata fermata la delegazione hanno anche sparato alcuni colpi di arma da fuoco in aria. Nel frattempo, un lungo convoglio di decine di veicoli militari senza targa è stato avvistato in movimento da Kerch (la parte più orientale della Crimea, che si trova a pochi chilometri dalla Russia) verso la capitale della regione, Simferopoli.
Venerdì sera, intorno alle 20.30 italiane, un gruppo di uomini armati filo-russi ha fatto irruzione in una base militare di Sebastopoli, in Crimea, in cui erano presenti diverse decine di soldati ucraini. Dopo circa un paio d’ore, l’assalto è terminato e i filo-russi si sono ritirati dalla base, che è tornata sotto il controllo degli ucraini, a quanto pare, senza che siano stati sparati colpi di arma da fuoco nel corso dell’assalto (di cui tuttora non si conoscono ancora i motivi e gli obiettivi).
Durante l’assalto diversi giornalisti sono stati picchiati da alcuni cosacchi e paramilitari che gli hanno impedito l’accesso alla base. Non si tratta dell’unica aggressione a giornalisti avvenuta negli ultimi giorni. Associated Press ha scritto che giovedì scorso un gruppo di uomini armati ha sequestrato le attrezzature tecniche ai giornalisti di AP presenti a Sinferopoli, accusandoli di essere delle spie, e che gli stessi giornalisti sono stati trattenuti per circa due ore in un edificio. In un altro video, che risale sempre a giovedì scorso, si vedono alcuni uomini armati e mascherati sequestrare una macchina fotografica ad un giornalista mentre gli puntano una pistola alla testa.
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17.15 – AP ha da poco diffuso alcune fotografie di un convoglio in movimento da Feodosia, in Crimea orientale, verso Sinferopoli, e fa notare che i veicoli militari – più di 60 – sono in gran parte privi di targhe (i camion sono modelli Kamaz, di costruzione russa).
17.05 – Diversi giornalisti e corrispondenti hanno segnalato che un lungo convoglio di veicoli militari è diretto da Kerch, nella Crimea orientale, verso Sinferopoli.
Military convoy along route from Kerch to Simferopol in #Crimea. pic.twitter.com/9uoNDocbX0 via @SergeyPonomarev
— Jim Roberts (@nycjim) 8 Marzo 2014
Aggiornamento 15.05
Secondo un corrispondente di Associated Press la delegazione dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione europea (OSCE) incaricata di monitorare la situazione in Crimea è stata bloccata all’entrata della penisola per il terzo giorno consecutivo, da forza filo-russe che hanno sparato in aria alcuni colpi di avvertimento. A questo punto, scrive AP, il team dell’OSCE tornerà a Kherson, nella parte meridionale dell’Ucraina, dove ha trascorso la notte in seguito al respingimento da parte delle forze filo-russe che controllano l’accesso alla Crimea.
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Intorno alle 20.30 italiane di venerdì 7 marzo, un gruppo di uomini armati filo-russi ha fatto irruzione in una base militare di Sebastopoli, in Crimea, in cui erano presenti diverse decine di soldati ucraini. La notizia – inizialmente riportata dall’agenzia russa Interfax e dal quotidiano Pravda – è stata confermata poco dopo da un portavoce del ministro della Difesa ucraino, che ha detto che nella base c’erano circa 100 militari ucraini. Un colonnello ucraino in contatto con un inviato di TIME ha detto che gli uomini armati avevano preso soltanto il controllo di una parte della base – un centro di comando tattico dell’aviazione responsabile della contraerea – e che era in corso una mediazione tra loro e gli ucraini. Dopo circa un paio d’ore l’assalto è terminato e i filo-russi si sono ritirati dalla base, che è tornata sotto il controllo degli ucraini, a quanto pare, senza che siano stati sparati colpi di arma da fuoco nel corso dell’assalto (di cui tuttora non si conoscono ancora i motivi e gli obiettivi).
Le informazioni dalla base militare ucraina di Sebastopoli sono arrivate con lentezza, confusione e sporadicità. Mentre era in corso l’assalto alla base militare, il giornalista inviato di TIME Simon Shuster ha detto che gruppi di “cosacchi e altri soldati irregolari” impedivano ai giornalisti di avvicinarsi alla base assaltata, e che per questo motivo non circolavano né video né foto di cosa stesse accadendo esattamente. Il corrispondente del Guardian Shaun Walker ha aggiunto che un paio di giornalisti erano stati picchiati da alcuni gruppi paramilitari di autodifesa. Sabato mattina Christopher Miller, giornalista del Kiev Post, ha rilanciato su Twitter due video che mostrano da prospettive diverse l’attacco ai giornalisti.
Sabato mattina il quotidiano russo Pravda ha riportato che i giornalisti picchiati se la sono cavata con qualche taglio e qualche dito rotto. Miller ha rilanciato anche un altro video risalente a giovedì scorso, filmato da una telecamera di sorveglianza a Sinferopoli, che mostra un’aggressione a un giornalista da parte di cosacchi russi. Associated Press ha scritto che giovedì scorso un gruppo di uomini armati ha sequestrato le attrezzature tecniche ai giornalisti di AP presenti a Sinferopoli, accusandoli di essere delle spie, e che gli stessi giornalisti sono stati trattenuti per circa due ore in un edificio.
Diversi commentatori sostengono che riportare notizie dalla Crimea stia cominciando a diventare sempre più pericoloso, per via della presenza di cosacchi e altri gruppi paramilitari non bene identificati ma piuttosto violenti. AP ha duramente condannato l’attacco ai suoi giornalisti e ha detto che protesterà energicamente per l’incidente con il governo della Crimea. Ieri gli osservatori dell’OSCE incaricati di entrare nella penisola per monitorare la situazione erano stati bloccati per il secondo giorno consecutivo da forze filo-russe.
Intanto la camera bassa del Parlamento russo (Duma) discuterà il 21 marzo la legge per l’annessione della Crimea, mentre le autorità ucraine continuano a dichiarare illegittimo e incostituzionale il referendum che si terrà in Crimea il prossimo 16 marzo per decidere la possibilità di unirsi alla Russia o restare parte dell’Ucraina. Il ministro degli esteri ucraino ha dichiarato che la Crimea “è e sarà sempre territorio ucraino”.
Nella giornata di venerdì il presidente russo Vladimir Putin e quello americano Barack Obama si erano sentiti per telefono per parlare della crisi in Crimea, ma – come confermato da tutte e due le parti – la conversazione non aveva portato ad alcun risultato.
Foto: soldati ucraini chiudono i cancelli di ingresso della base militare di Sebastopoli, sabato 8 marzo 2014 (AP Photo/Darko Vojinovic)