Fotografie dalla Crimea occupata
Baci attraverso le sbarre, cosacchi anziani e motociclisti enormi, berretti sovietici e stelle rosse: immagini dal posto che da sei giorni è sulle prime pagine di tutti i giornali
In Crimea, penisola meridionale dell’Ucraina, la crisi è iniziata esattamente sei giorni fa. Fino a quel momento gli eventi di Kiev – le proteste dei manifestanti che chiedevano le dimissioni dell’ex presidente Viktor Yanukovych, e le successive repressioni da parte della polizia ucraina – erano rimasti molto distanti da qui, perché la Crimea è molto diversa dalla capitale e dall’Ucraina occidentale. Il 27 febbraio però “uomini armati senza segni di riconoscimento” hanno preso il controllo degli edifici del governo e del parlamento locale di Simferopoli, la capitale della Crimea, e hanno issato sul tetto una bandiera russa. Da quel momento è stato tutto un susseguirsi rapido di eventi: il controllo degli aeroporti, le manifestazioni in favore del ritorno dei russi, i militari per le strade delle città, i posti di blocco sulle autostrade che collegano la penisola al resto dell’Ucraina e le azioni per circondare le basi militari ucraine della regione, praticamente prendendo in ostaggio i soldati rimasti dentro.
Le fotografie che sono arrivate dalla Crimea negli ultimi sei giorni sono molto particolari e raccontano cose e dettagli che a molti giornalisti sono sfuggiti. Anzitutto, la “normalità” con cui la popolazione locale sembra accogliere la presenza di soldati armati e blindati in giro per le strade delle città della Crimea. Poi tante facce: alcune minacciose di uomini armati che non si capisce di che esercito facciano parte, altre bizzarre che sembrano arrivare da un altro tempo. Negli ultimi sei giorni in Crimea si sono visti i cosacchi, tutti in fila a farsi fotografie; i poliziotti Berkut responsabili della repressione dei manifestanti anti Yanukovych, che mentre a Kiev si inginocchiavano per farsi perdonare in Crimea venivano accolti come degli eroi; i motociclisti “Lupi della notte”, gli amici del presidente Putin che rifiutano “qualunque legge scritta e non scritta”, e che vogliono ricostruire “la grandezza della Russia”; milizie locali di autodifesa, confuse per militari russi ma con equipaggiamento che arriva chissà da dove; e poi qualche militare ucraino, come quelli che sono bloccati da giorni nelle basi della Crimea senza volersi arrendere e che baciano le fidanzate attraverso le sbarre dei cancelli d’ingresso.