Il bizzarro annuncio dell’esercito egiziano su HIV ed epatite C
Un medico militare ha annunciato la scoperta di una cura miracolosa davanti al presidente Mansur, ma anche in Egitto l'hanno definita "un insulto"
Durante una conferenza stampa tenuta domenica 23 febbraio al Cairo, in Egitto, in presenza del presidente del paese ad interim Adli Mansur, l’ufficiale medico egiziano Ibrahim Abdul-Atti ha dato l’annuncio della scoperta da parte dell’esercito di una cura contro il virus HIV e contro quello dell’epatite C, una delle malattie più gravi e diffuse in Egitto. Il generale Abdul-Atti ha detto che la cura è efficace al cento per cento nel trattamento dei casi di AIDS ed efficace in più del 90 per cento dei casi di epatite C, e ha aggiunto che la scoperta è il risultato di 22 anni di ricerca segreta coordinata dall’intelligence militare egiziana.
Oltre che il presidente Adli Mansur, alla conferenza era presente anche il ministro della Difesa Abdul Fattah al-Sisi, una delle figure più potenti e più popolari dell’Egitto (guidò la deposizione dell’ex presidente egiziano Mohamed Morsi) e secondo molti osservatori il probabile vincitore delle prossime elezioni presidenziali, in programma il prossimo aprile.
Il video del generale Ibrahim Abdul-Atti è stato caricato su YouTube martedì 25 e ha accumulato circa 30 mila visualizzazioni in due giorni. Il blog The Lede del New York Times riporta che un altro filmato è stato trasmesso dalla TV di stato egiziana: mostra alcuni strumenti che servirebbero nel processo “molto semplice” – senza alcun test del sangue – di diagnosi e cura dell’epatite C, una malattia infettiva causata da un virus che attacca soprattutto le cellule del fegato. Nel video si vedono pazienti collegati ad alcuni macchinari, mentre in altre immagini compare uno strumento simile a una pistola sparachiodi con una antenna mobile, che sarebbe in grado di rilevare la presenza del virus dell’epatite C in una stanza.
Secondo diversi rapporti, l’Egitto è il paese che registra il più alto numero di malati di epatite C: l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che circa il 20 per cento dei donatori di sangue risultino positivi al test. Quanto all’AIDS, stando ai rapporti della UNAIDS – l’agenzia dell’ONU che si occupa di combattere la malattia – il tasso di infezione da HIV in Egitto è inferiore all’1 per cento.
In un’intervista con un quotidiano egiziano Essam Heggy, consulente scientifico del presidente Mansur, ha definito “un insulto all’Egitto” e “irrealistici” i proclami dell’esercito e ha detto che gli studi sono “privi di evidenti basi scientifiche”. La comunità scientifica mondiale ha espresso molte perplessità sulle reali possibilità che l’esercito egiziano possa aver scoperto – lavorando in segreto per tutti questi anni – cure efficaci per due malattie che la ricerca tratta ampiamente da moltissimo tempo. A corredo e supporto della scoperta dell’esercito non sono finora stati pubblicati studi su nessuna affidabile rivista scientifica.