La sentenza contro i deputati delle risse di gennaio alla Camera
Chi per l'assalto alla presidenza, chi per aver fermato i lavori delle commissioni, chi addirittura per un morso: le sanzioni più dure nella storia della Repubblica
Sull’Unità di oggi c’è un’intervista a Paolo Fontanelli, deputato del PD e questore della Camera, riguardo la lunga riunione dell’Ufficio di Presidenza della Camera che ha deciso la sospensione di diversi deputati a causa di due episodi accaduti il 29 e il 30 gennaio scorso: il primo riguarda il tentativo di occupare il banco della Presidenza nell’aula del Parlamento dopo che Laura Boldrini aveva deciso di applicare la cosiddetta “tagliola”; il secondo ha a che fare con il tentativo, da parte di alcuni parlamentari del M5S, di impedire in quegli stessi giorni le sedute di due Commissioni. Una decisione così dura ed estesa non era mai stata presa prima dall’Ufficio di Presidenza nella storia della Repubblica perché, spiega Fontanelli, «mai prima d’ora si erano verificati fatti così gravi».
Ventisei deputati Cinquestelle allontanati dall’aula da dieci a venticinque giorni. Un questore, Stefano Dambruoso, anche lui punito con quindici giorni di sospensione. Venticinque giorni per il popolare Alessandro Di Battista, il deputato che impedì al capogruppo del Pd Roberto Speranza di fare dichiarazioni alla stampa. Mai nella storia della Repubblica, l’Ufficio di Presidenza della Camera aveva emesso una sentenza così dura ed estesa nei confronti dei propri parlamentari. «Perché mai prima d’ora – osserva il questore Paolo Fontanelli – si erano verificati fatti così gravi, scientificamente tesi a bloccare il lavoro del Parlamento e, in prospettiva a mettere in discussione e a snaturare il democratico confronto parlamentare».
È stata una camera di consiglio molto lunga quella di ieri pomeriggio, dalle 14 e 30 alle 18. Il verbale della decisione occupa quasi una pagina Quindici giorni, il massimo previsto dal Regolamento, è la sanzione per i nove deputati M5S che il 29 e il 30 gennaio hanno impedito le sedute della Commissione Affari Costituzionali e della Commissione Giustizia (Ferdinando Alberti, Laura Castelli, Diego De Lorenzis, Ivan Della Valle, Alessandro Di Battista, Vittorio Ferraresi, Matteo Mantero, Giorgio Sorial e Simone Valente). Dieci giorni per i 21 deputati che il 29 gennaio cercarono di occupare il banco della Presidenza (Ferdinando Alberti, Massimo Artini, Massimo Baroni, Sergio Battelli, Paola Carinelli, Andrea Cecconi, Claudio Cominardi, Davide Crippa, Ivan Della Valle, Massimo De Rosa, Vittorio Ferraresi, Luigi Gallo, Mirella Liuzzi, Loredana Lupo, Matteo Mantero, Paolo Parentela, Daniele Pesco, Nicolò Romano, Simone Valente, Stefano Vignaroli e Mattia Villarosa). Dodici giorni alla deputata Silvia Benedetti che nella stessa seduta strappò un morso alla mano di un assistente parlamentare che cercava di fermarla.