L’esercito russo è entrato in Crimea?
Lo dice il presidente ucraino alla fine di una giornata strana e inquietante, dove centinaia di uomini armati hanno preso il controllo degli aeroporti di Simferopoli e Sebastopoli
Venerdì mattina centinaia di uomini armati con uniformi simili a quelle dell’esercito russo – ma senza alcun altro segno distintivo – hanno preso il controllo dei due principali aeroporti della Crimea – repubblica autonoma meridionale dell’Ucraina a maggioranza russa – quello di Sebastopoli (militare) e quello di Simferopoli (civile). Il ministro degli Interni ucraino ad interim, Arsen Avakov, ha attribuito l’azione a forze militari russe, anche se rimangono molti dubbi sull’identità e appartenenza di queste milizie. Russia Today dice che gli uomini che hanno preso il controllo degli aeroporti sono vestiti e equipaggiati in modo simile alle milizie di autodifesa che ieri avevano occupato gli edifici del parlamento e del governo locale a Simferopoli, mentre la stessa Russia ha smentito qualsiasi coinvolgimento. Dopo diverse ore la situazione in Crimea è ancora molto confusa, anche se sembra che le autorità ucraine abbiano ripreso il controllo dei due aeroporti. Nuove manifestazioni pro-russe si sono tenute però a Simferopoli, di fronte alla sede del governo locale, e una colonna di blindati russi è stata fotografata mentre si muoveva in Crimea verso Sebastopoli.
In una conferenza stampa tenuta questa sera a Kiev, il presidente ucraino ad interim, Oleksandr Turchynov ha accusato direttamente la Russia di aggressione e ha chiesto al presidente russo Vladimir Putin di “fermare le provocazioni”. Turchynov ha aggiunto che la Russia sta mettendo in atto il “piano dell’Abcasia”, cioè scatenare una reazione da parte del governo ucraino di fronte alle provocazioni russe, allo scopo di annettere la Crimea. Venerdì sera AFP ha scritto che sarebbero circa 2000 i soldati russi presenti in Crimea. In una breve conferenza stampa tenuta venerdì sera, il presidente statunitense Barack Obama ha detto di essere “molto preoccupato” per le ipotesi di movimenti di truppe russe in Crimea: ha aggiunto che qualsiasi intervento straniero nella regione avrà un costo, in accordo con la comunità internazionale. Poco dopo AFP, citando un funzionario della Difesa statunitense, ha scritto che sarebbero “centinaia” i soldati russi già presenti in Crimea.
La situazione all’aeroporto militare di Sebastopoli
La situazione a Sebastopoli è rimasta molto confusa, e per certi versi inquietante. Un giornalista del Guardian ha incontrato un militare della base aerea ucraina che gli ha fornito qualche informazione in più su quello che sta succedendo. Il militare ha detto che dentro all’aeroporto ci sono circa 300 persone la cui identità e appartenenza sono ancora sconosciute, ma ha aggiunto che gli occupanti non vengono considerati una minaccia. In mattinata è stato diffuso un video amatoriale che mostra alcuni elicotteri militari non ancora identificati dirigersi verso l’aeroporto. Dopo qualche ora la guardia di confine ucraina ha detto che più di 10 elicotteri militari russi sono entrati nello spazio aereo ucraino: qualcuno ha ipotizzato che si riferisse agli elicotteri visibili nei video, ma non è arrivata alcuna conferma ufficiale. AP ha scritto inoltre anche che circa 30 marines russi hanno preso posizione fuori dalla base della Guardia costiera, sempre a Sebastopoli.
Russian soldiers ‘surround Ukraine border guard base’ in Crimea http://t.co/TBLDZ8uXWR #Ukraine – @itvnews pic.twitter.com/LO8nch6NR4
— NewsBreaker (@NewsBreaker) 28 Febbraio 2014
Le forze navali russe di stanza a Sebastopoli hanno negato qualsiasi coinvolgimento nelle occupazioni. Il comunicato del servizio stampa della flotta dice: «Nessuna unità della flotta sul Mar Nero è stata dispiegata nell’area di Belbek [l’aeroporto militare di Sebastopoli] né è stata usata per bloccarne le attività». Lo stesso comunicato aggiunge però che le forze russe hanno intensificato le misure delle sue “unità anti-terrorismo” per proteggere le aree dove è dispiegata la flotta della Crimea. Una smentita indiretta del presunto ruolo russo nella crisi di oggi è arrivata anche dal ministero degli Esteri russo, che ha rifiutato la richiesta ucraina di avviare consultazioni bilaterali per risolvere la crisi in Crimea. Secondo quanto riporta l’agenzia russa Itar-Tass, il ministro ha detto: «La Russia considera gli eventi nella repubblica autonoma di Crimea un risultato del processo politico interno in Ucraina».
La reazione ucraina e il congelamento dei fondi di Yanukovych
A Kiev, la capitale ucraina, le reazioni di fronte all’operazione negli aeroporti di Crimea sono state piuttosto forti. Avakov ha detto di considerare gli eventi come un intervento armato e un’occupazione militare da parte della Russia, in violazione di tutte le norme e i trattati internazionali: in particolare sarebbe una violazione del memorandum di Budapest del 1994, secondo cui la Russia e gli Stati Uniti sono garanti della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina e si impegnano a ricorrere all’intervento del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel caso in cui emergano situazioni di conflitto. Lo stesso parlamento ucraino ha approvato oggi una mozione che richiede l’intervento del CdS per la situazione in Crimea, sulla base di quello che prevede il memorandum di Budapest.
In Svizzera intanto è stata aperta un’inchiesta per riciclaggio di denaro contro l’ex presidente ucraino Yanukovych e suo figlio: la decisione è stata presa sulla base dei documenti ritrovati alla Mezhyhirya, la residenza privata di Yanukovych. Inoltre il governo svizzero e quello austriaco hanno annunciato entrambi di voler congelare i conti nei rispettivi paesi di una ventina di cittadini ucraini coinvolti nel precedente governo guidato da Viktor Yanukovych. Nel tardo pomeriggio, inoltre, quattro ministri degli Esteri dell’Europa Centrale (Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia) sono arrivati a Kiev per discutere con il governo ucraino della situazione politica del paese e le Nazioni Unite hanno convocato una riunione d’emergenza sull’Ucraina.
La conferenza stampa di Yanukovych
Venerdì Yanukovych è apparso in pubblico per la prima volta dal suo allontanamento dal potere: ha tenuto una conferenza stampa a Rostov, nella Russia meridionale, nella quale ha sostenuto, tra le altre cose, di essere ancora il presidente legittimo ucraino, di essere stato costretto a lasciare il paese e che tornerà appena la sua sicurezza sarà garantita. Ha aggiunto che la rivoluzione rappresenta solo una piccola parte della popolazione e che continuerà a combattere per il futuro dell’Ucraina contro quelli che ha definito come fascisti e responsabili di atti di terrorismo (ma non si candiderà alle elezioni presidenziali del 25 maggio). Riguardo la situazione in Crimea ha detto che la repubblica autonoma dovrebbe rimanere territorio ucraino e che non chiederà alcun intervento militare della Russia, anche se poi ha aggiunto: «Penso che la Russia debba fare qualcosa, e conoscendo Vladimir Putin sono sorpreso che sia rimasto in silenzio di fronte a quello che è successo». Yanukovych ha ripetuto più di una volta di non avere ordinato alla polizia di sparare sui manifestanti.
La crisi in Crimea
Il Wall Street Journal ha scritto che le milizie armate hanno preso il controllo delle due uniche autostrade che collegano la penisola della Crimea con il resto dell’Ucraina, allo scopo di fermare l’entrata di eventuale forze governative da Kiev. Il primo checkpoint si trova a Chongar ed è controllato dalle forze Berkut, le stesse che il governo ucraino ad interim ha ufficialmente sciolto dopo le dure repressioni contro gli attivisti anti-Yanukovych della scorsa settimana. Il secondo checkpoint si trova a Armyansk, e sarebbe invece controllato da militari pro-russi.
Al momento circolano diverse ipotesi sui motivi alla base dell’operazione: secondo alcuni gli uomini armati si aspettavano che arrivasse in Crimea un aereo con a bordo alcuni attivisti anti-Yanukovych, secondo altri si voleva fermare l’arrivo nella repubblica autonoma del ministro degli Interni Arsen Avakov e del capo del Consiglio della Sicurezza ucraina Valentyn Nalyvaichenko. Una delle ipotesi più interessanti è stata fatta dal giornalista Josh Rogin del Daily Beast, che citando fonti anonime nella regione della Crimea ha sostenuto che i gruppi di uomini armati non identificati potrebbero essere dei contractors privati assunti dal governo russo per provocare le autorità ucraine, e servirsene come pretesto per l’annessione della Crimea. Per ora nessuna di queste ipotesi è confermata.
La situazione in Crimea è tesa da diversi giorni. La parte della popolazione locale, di etnia russa, si oppone al nuovo governo di Kiev formato dopo l’allontanamento dal potere dell’ex presidente Viktor Yanukovych, mentre è favorevole all’ipotesi di annessione alla Russia. Ieri il parlamento locale ha fissato per il prossimo 25 maggio, giorno in cui si terranno le elezioni presidenziali in tutta l’Ucraina, la data del referendum per stabilire se la repubblica autonoma continuerà a far parte del territorio ucraino o passerà alla Russia. Intanto l’agenzia di news russa filo-governativa, Itar-Tass, ha scritto che il partito di centro-sinistra Russia Giusta ha presentato oggi alla Duma, il parlamento russo, un documento per semplificare la procedura di unione di nuovi territori alla Federazione Russa. Il ministero degli Esteri russo ha inoltre annunciato che il consolato generale russo a Simferopoli ha richiesto che vengano fatti tutti i passi necessari per iniziare a rilasciare i passaporti russi ai membri di Berkut.