L’assoluzione di Christian Wulff
L'ex presidente tedesco è stato assolto dall'accusa di corruzione per cui si era dimesso: ma l'Economist scrive che «oggi è solo l'ombra della persona che era un tempo»
Giovedì 27 febbraio, Christian Wulff, presidente della Germania tra il 2010 e il 2012, è stato assolto dall’accusa di corruzione che lo aveva portato a dimettersi da presidente. Il tribunale di Hannover ha infatti scagionato Wulff da tutte le accuse poiché, ha dichiarato il giudice Frank Rosenow, «non sussistono prove sufficienti» per dimostrare i fatti. Il tribunale ha anche deciso che l’ex presidente potrà ricevere un indennizzo per le perquisizioni compiute dalla polizia nel corso degli accertamenti. Il processo era iniziato nel novembre del 2013 dopo un anno di indagini, oltre mille pagine di documenti raccolte dalla pubblica accusa, decine di testimoni, perquisizioni e controlli su 45 conti bancari, otto uffici, case e appartamenti. «Sono sollevato, ora comprenderete che io voglia solo andare a prendere i miei figli all’asilo. Potranno vivere con un padre più sereno rispetto gli ultimi due anni», ha commentato Wulff dopo la sentenza.
Sotto la pressione delle accuse di aver accettato favori e prestiti da imprenditori suoi amici e di aver minacciato la stampa che si occupava di lui, Wulff si dimise il 12 febbraio del 2012. Le vicende per cui venne accusato sono principalmente due: il primo episodio risale al 2009, quando Wulff era governatore della Bassa Sassonia per conto del partito dell’attuale cancelliere Angela Merkel, la CDU. Wulff, scrissero i giornali, aveva ricevuto un prestito “privato” di 500 mila euro a tasso agevolato dall’imprenditore tedesco Egon Geerkens, suo amico e testimone di nozze. Poi emersero anche le accuse di aver soggiornato in un albergo a spese di un suo amico imprenditore e produttore cinematografico, David Groenewald, sempre durante il periodo in cui era presidente del Land della Bassa Sassonia: il conto ammontava a 753,90 euro per la camera d’albergo e per una serata di festeggiamenti all’OktoberFest. Il processo si è concentrato su questa somma per cercare di capire se Groenewald avesse ottenuto in cambio dei favori.
Un paio di settimane dopo l’inizio del caso, Wulff minacciò il direttore del quotidiano Bild con una serie di messaggi sulla segreteria telefonica, cercando di impedire la pubblicazione di un articolo sul suo conto. All’inizio del 2012 Wulff venne contestato pubblicamente e i suoi tentativi di difendersi in tv apparirono evasivi e peggiorarono le cose. In quanto presidente, Wulff era protetto dall’immunità e non poteva essere indagato e processato, ma a metà febbraio i procuratori di Hannover annunciarono l’intenzione di chiedere l’autorizzazione a procedere al Parlamento tedesco, causando le dimissioni del presidente.
Nel suo percorso «dall’arroganza alla rovina fino alla redenzione», Wulff sembra essere il personaggio di una tragedia di Sofocle, ha commentato l’Economist dopo la sentenza di assoluzione: «Un ex premier della Bassa Sassonia è diventato presidente della Germania nell’estate del 2010. (…) Poi Bild ha cominciato a perseguitarlo e lui ha reagito come un animale braccato, perdendo la dignità del suo incarico». Infine, «ha vinto», ma nel frattempo ha divorziato dalla sua seconda moglie, Bettina, «tanti amici lo hanno abbandonato e lui è oggi solo l’ombra della persona che era una tempo»: può però finalmente «ricostruire la sua vita», ma sarà una vita molto diversa da quella di prima. Wulff riceverà comunque una pensione da 199mila euro all’anno, come gli altri ex presidenti della Repubblica tedesca.