L’impressionante foto dei profughi palestinesi in fila per il cibo in Siria
È una scena di «inimmaginabile desolazione» in uno dei quartieri di Damasco più colpiti dall'emergenza umanitaria
Mercoledì l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di rifugiati palestinesi, UNRWA, ha diffuso una fotografia molto impressionante di migliaia di palestinesi intrappolati nel campo profughi di Yarmouk (sud di Damasco, Siria) mentre fanno la fila per ricevere le razioni alimentari dagli operatori umanitari internazionali. La foto, che è stata scattata il 31 gennaio 2014, è stata ripresa rapidamente dai siti di news di mezzo mondo: mostra una scena di «inimmaginabile desolazione», come ha scritto il Guardian, di fronte alla quale le Nazioni Unite sono riuscite a fare ben poco. Il campo profughi di Yarmouk è stato distrutto nei mesi scorsi dai bombardamenti delle forze governative siriane fedeli al presidente Bashar al Assad e dagli scontri tra le diverse fazioni di combattenti presenti in Siria.
(la foto si ingrandisce con un clic)
Yarmouk si trova a circa 8 chilometri dal centro di Damasco. Prima della guerra il campo ospitava oltre 100mila profughi regolarmente registrati, ma da oltre un anno moltissimi se ne sono andati in altre parti della Siria o all’estero, oppure hanno cercato di tornare a Gaza. Secondo le Nazioni Unite, oggi a Yarmouk sono rimaste solo 18mila persone, che si trovano in costante e grave mancanza di cibo, medicinali e altri beni di prima necessità. Il campo di Yarmouk è isolato in entrata e in uscita dal luglio scorso e solo grazie al recente accordo tra governo e ribelli è stato permesso agli operatori dell’ONU di entrare e consegnare cibo e medicinali: l’assistenza finora più consistente, ha detto l’ONU, è stata quella di lunedì 24 febbraio, che le stesse Nazioni Unite hanno però definito come «una goccia nell’oceano». Filippo Grandi, il capo di UNRWA, ha descritto il campo di Yarmouk come una “città fantasma”: «Le devastazioni sono incredibili. Non c’è un solo edificio abitabile. Sono tutti anneriti dal fumo».